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www.ildialogo.org DOPO COPENHAGEN,di Michele Zarrella

DOPO COPENHAGEN

di Michele Zarrella

Siamo a Natale


Una settimana fa si è concluso il convegno di Copenhagen. Hanno partecipato oltre 100 nazioni e per questo le aspettative erano molte. Altrettanto sono state le delusioni. Perché i risultati veri con programmi e limiti non ci sono stati. La soddisfazione, se la misuriamo come il rapporto fra risultati e aspettative, è stata bassissima, molto inferiore all’unità. Si è pensato solo in termini di denaro, come se l’aumento della temperatura del pianeta sia una questione pagabile e negoziabile come un qualsiasi prezzo. Si pensa di risolvere tutto con i soldi, dando la propria disponibilità a contribuire a un fondo di 100 miliardi di dollari da elargire ai paesi poveri entro il 2020. Sono stati stabiliti solo impegni economici e “Si è preso atto” dell’accordo fra le grandi potenze economiche che hanno riconosciuto la necessità di abbattere le emissioni di gas serra. Se continuiamo a pensare in questo modo che tutto è comprabile non andremo lontano. Non possiamo continuare con questo modello di società propinatoci dalla pubblicità e dalle potenti organizzazioni economiche, che ci invitano, quasi imponendocelo, a consumare, a sprecare come se il pianeta e le sue risorse energetiche fossero infinite.
Siamo a Natale e intendo fare a tutti i più sinceri auguri di una vera rinascita, di un vero cambiamento. Ma se accendo la tv, apro i giornali, ascolto i mezzi di informazione è tutto un turbinio di luci, di stelle, di gente felice e allegra, di pubblicità di inviti al consumo, ai regali materiali, a spendere, a spendere. Questo è il significato dalla nascita del Bambino in una grotta, il più povero fra i poveri? Questa la notizia del Natale? Questa la parola di Gesù? Non lo credo proprio. I poveri e chi non arriva alla terza settimana cosa deve fare? L’emigrato che in Italia grazie a leggi inumane è un delinquente come deve sentirsi un uomo? Ma la società non cambia neanche di fronte a comportamenti disumani, di cui riferisco solo il “Bianco Natale” proposto dalla Lega e per il quale ho inviato una mia sdegnata lamentela al Presidente della repubblica.
L’uomo non cambia, neanche di fronte a fenomeni catastrofici, siano essi climatici, geologici o finanziari. Pare che intimamente, e un po’ nel proprio egoismo, ognuno pensa che a lui non dovranno mai capitare eventi negativi. Ma certo è questo che gli propina la pubblicità e i media che suonando la gran cassa delle parole dei politici ripetendo: “La crisi non c’è.” Bugia. “Se c’è è passata.” Assurdo. “Se qualcuno la vede, perché non riesce ad arrivare alla quarta settimana, è solo psicologica”. Incredibile fino a che punto si riesce a mistificare la realtà.
Tutto, per i potenti, va bene, tutto deve concorre al consumo e allo spreco “imposto” dalla pubblicità soprattutto in questo periodo natalizio. Questo modo di vedere il Natale è solo per i ricchi che possono permettersi ciò che i media pubblicizzano, ma dimentica i poveri, i diversi, gli afflitti, i fratelli abbandonati. Non facciamoci imbonire dalla pubblicità e dai potenti. Combattiamo il consumismo e lo spreco. Ma neanche possiamo pensare che pochi uomini possano cambiare il mondo. Il cambiamento non può dipendere da pochi uomini migliori, ma da tanti uomini migliori. Il cambiamento deve venire dal basso: da ognuno di noi. Prima di criticare i risultati di Copenhagen guardiamo i nostri comportamenti e orientiamoli alla sobrietà, alla solidarietà, al minimo dispendio di energia. Buon Natale a tutti.
Gesualdo, 24 dicembre 2009
Michele Zarrella


Giovedì 24 Dicembre,2009 Ore: 16:08
 
 
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