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www.ildialogo.org DUE ANNI,di PEPPE SINI

DUE ANNI

di PEPPE SINI

Il 3 luglio 2007 inviai a qualche persona amica e ad alcuni giornali locali una lettera aperta intitolata "Contro l'aeroporto". Da essa iniziò quel percorso che avrebbe portato alla nascita del movimento di opposizione al mega-aeroporto a Viterbo. Il successivo 24 luglio con un'assemblea presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" costituimmo il comitato che da allora ha saputo svolgere un efficace lavoro di informazione, documentazione, coscientizzazione; che ha saputo condurre una efficace lotta nonviolenta che fino ad oggi è riuscita ad impedire che si realizzasse a Viterbo uno scempio e un crimine immane; che ha promosso a livello nazionale una consapevolezza ed un'iniziativa per la necessaria, urgente, drastica riduzione del trasporto aereo.
Due anni di tenace impegno di molte e molti, in difesa della biosfera e dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Non sono stati sprecati.
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Oggi a Viterbo
Oggi a Viterbo e nell'Alto Lazio la stragrande maggioranza dei cittadini sa, per dirla con la formula sintetica del più recente appello cui hanno aderito centinaia e continaia di personalità della scienza e della cultura, che "la realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sarà di grave nocumento per la salute e la qualità della vita della popolazione locale (l'area è peraltro nei pressi di popolosi quartieri della città); il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio già gravato da pesanti servitù; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio".
La stragrande maggioranza dei cittadini di Viterbo e dell'Alto Lazio sa anche che occorre globalmente ridurre il trasporto aereo e non incrementarlo, poiché esso è corresponsabile in rilevante misura della più grave emergenza ambientale planetaria che l'umanità intera deve affrontare: il surriscaldamento del clima.
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Due anni dopo
Due anni dopo, c'è ancora da lottare per impedire definitivamente un crimine e una follia come il mega-aeroporto a Viterbo, ma credo sia a tutti evidente che l'impegno in difesa dell'ambiente e della salute, della verità e dei diritti dei cittadini, è ogni giorno più condiviso, e possiamo confidare che si possa riuscire infine - con l'aiuto di tutte le persone di volontà buona e delle istituzioni fedeli alle leggi dello stato - sia a salvare l'area archeologica e termale del Bulicame dalla distruzione voluta da nuovi vandali, sia a salvare i viterbesi dal gravissimo avvelenamento che il mega-aeroporto comporterebbe.
 
Peppe Sini,
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
 
Viterbo, 3 luglio 2009
 
Mittente: Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532
e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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La lettera aperta del 3 luglio 2007
 
CONTRO L'AEROPORTO
Vorrei esprimere la mia contrarietà al progetto dell'aeroporto a Viterbo.
Occorrerebbe ridurre il trasporto aereo, non incrementarlo.
Occorrerebbe diminuire i voli e rendere più sicuri gli aeroporti, non aumentarli.
L'umanità ha bisogno di più lentezza, non di più velocità; di maggior sicurezza, non di maggior rischio.
Il pianeta ha bisogno di rispetto e risanamento dell'ambiente, non di ulteriore inquinamento.
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Porre la questione in termini di concorrenza campanilistica tra tre città (naturalmente ho letto l'interessante studio del Comitato per l'aeroporto di Viterbo, che presuppone la positività della scelta di incrementare il trasporto aereo e si concentra sull'argomentare in favore della localizzazione del terzo polo aeroportuale laziale a Viterbo rispetto a Frosinone e Latina) è un modo per non porre il vero problema: servono davvero nuovi aeroporti? Non servirebbe invece più sicurezza, più qualità dell'ambiente, un'economia più rispettosa della natura e delle persone?
Il territorio viterbese ha bisogno di migliore mobilità ferroviaria, di maggiori e migliori servizi sanitari e sociali, di una edilizia non speculativa e non devastante che garantisca una casa a tutti, della difesa dell'ambiente e dei beni naturali e culturali, del sostegno alle reali vocazioni produttive centrate sull'agricoltura, sull'artigianato, sui beni ambientali e culturali e quindi anche sull'ospitalità che sono peculiari dell'Alto Lazio.
Vale per il viterbese quello che vale ovunque: occorre un modello di sviluppo autocentrato con tecnologie appropriate.
E vale per il mondo intero l'esigenza già segnalata da anni sia dagli studiosi che dalle conferenze istituzionali internazionali e dai protocolli in quelle sedi elaborati: l'esigenza di passare a un modello di mobilità sostenibile, l'esigenza di ridurre le emissioni inquinanti, l'esigenza di una mobilità che privilegi la sicurezza degli esseri umani e la difesa della biosfera. Il trasporto aereo, come quello automobilistico privato, va drasticamente ridotto, e non incentivato.
Continuo a trovare assai persuasive le analisi di Ivan Illich e di Murray Bookchin, di Mohandas Gandhi e di Vandana Shiva, di Alexander Langer e di Guido Viale; ed alcune idee che in forma forse un po' semplificata propone da anni Serge Latouche (e con lui la scuola di pensiero del Movimento antiutilitarista nelle scienze sociali e della "teoria della decrescita" - che su questioni cruciali non è poi così lontana da alcune intuizioni formulate alcuni decenni fa anche dagli studi promossi dal Club di Roma di Aurelio Peccei).
In anni che sembrano assai lontani solo perché rapidamente dimenticati, molte persone di questa provincia si opposero a devastanti progetti e a umilianti servitù. Di quelle esperienze di cui ebbi l'onore di essere uno degli animatori è erede oggi ad esempio la lotta contro le centrali a carbone e quelle sui rifiuti in difesa del diritto alla salute e della legalità, quelle per difendere l'acqua come bene comune, ed altre esperienze ancora di limpido impegno civile.
All'epoca argomentai in un'infinità di articoli, relazioni, opuscoli, bibliografie ragionate le ragioni forti dell'opposizione alla devastazione dell'ambiente e come esse si intrecciassero all'impegno per la legalità e contro i poteri criminali, e come esse si fondassero su un'analisi non campanilistica ma globale e solidale, fondata su quel "principio responsabilità" acutamente tematizzato da Hans Jonas.
*
Last, but not least: da dieci anni non ho più incarichi pubblici e ho concentrato il mio impegno civile sulla questione che mi sembra decisiva nel tempo presente: l'opposizione alla guerra e la proposizione di una politica di pace con mezzi di pace, ovvero attraverso la scelta della nonviolenza. Se oggi torno ad occuparmi di una questione che potrebbe sembrare "locale" è perché in essa invece vedo implicate questioni generali, e mi sembra - ma posso sbagliarmi, da anni non seguo con adeguata attenzione le vicende locali - che non si siano levate fin qui altre voci a dichiarare con chiarezza una decisa opposizione esplicita ed argomentata alla proposta dell'aeroporto a Viterbo.
Grazie per l'attenzione, cordialmente
Peppe Sini
Viterbo, 3 luglio 2007
 
* * *
 
Breve notizia sul responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
 
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, già consigliere comunale e provinciale, è stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitù energetiche e militari nell'Alto Lazio, e il principale animatore del movimento che si oppose al devastante progetto autostradale della cosiddetta "Supercassia" che avrebbe irreversibilmente distrutto preziosi beni ambientali e culturali; nel 1979 ha fondato il Comitato democratico contro l'emarginazione che ha condotto rilevanti campagne di solidarietà; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 è stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; è stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attività di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; dal 2000 è direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino". Una sua lettera aperta del 3 luglio 2007 ha dato avvio al movimento che si oppone al devastante progetto del mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.


Venerd́ 03 Luglio,2009 Ore: 17:03
 
 
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