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www.ildialogo.org L'Aquila e il Grande Avvoltoio,Bruno Gambardella

L'Aquila e il Grande Avvoltoio

Bruno Gambardella

 

Sarà anche vero che la maggior parte degli italiani aspira alla partecipazione ad un reality show, ad una trasmissione di Bonolis o a figurare come comparsa nel film-panettone di fine anno... Può darsi che la generazione più giovane sia sempre di più rincoglionita dai vari Grande Fratello, Amici e X Factor e che il ruolo degli intellettuali sia sempre più marginale… Capita talvolta che la gente, soprattutto se colpita negli affetti e privata delle cose più care, si stufi di replicare nuovamente il solito spettacolo, il solito teatrino dove viene rappresentata una realtà che non esiste e scenda in piazza a protestare.
Il terremoto in Abruzzo non ha fatto soltanto ridere di eccitazione imprenditori avidi e corrotti, ma è stato l’occasione per mettere in piedi il più grande reality show degli ultimi anni. I protagonisti li conosciamo bene: regista, primo attore e produttore Silvio Berlusconi, il salvatore della patria, il leader decisionista e lungimirante; spalla Guido Bertolaso, il braccio destro del Capo supremo, l’uomo che risolve i guai italiani grazie alla sua caparbietà e la sua vocazione di servitore operativo dello Stato; comparse i cittadini abruzzesi, che si aggirano sulla scena tra una tenda e un casa prefabbricata, tra un albergo sul mare e le macerie non rimosse. Ma la finzione non può reggere a lungo, nonostante gli sforzi dei propagandisti di regime, per i quali la ricostruzione in Abruzzo era l’ennesimo, grande successo berlusconiano.
Nei giorni scorsi, replicando una manifestazione della scorsa settimana all'Aquila, un migliaio di cittadini hanno forzato la zona rossa del centro storico - chiusa dall'epoca del terremoto - e hanno appeso le chiavi dei propri appartamenti che devono ancora essere ristrutturati. Una protesta simbolica per la ricostruzione del centro storico del capoluogo abruzzese, fortemente danneggiato dal sisma del 6 aprile dello scorso anno. Stavolta però i manifestanti non si sono accontentati di varcare le transenne per raggiungere piazza Palazzo, ma hanno proseguito raggiungendo via Sallustio, una delle arterie principali e poi tutti i vicoli interdetti ai cittadini da dieci mesi.

Leggiamo dalla stampa locale (l’unica che, pur senza alzare la voce, ha tentato di ristabilire un minimo di senso della realtà stravolto dai media di regime) che insieme ai manifestanti questa volta c'era anche il sindaco Massimo Cialente e la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane. Cialente, vice commissario della ricostruzione, è stato contestato da alcuni partecipanti per i ritardi negli interventi nel centro storico e nella rimozione delle macerie. Il centro era presidiato dalle forze dell'ordine, che però non sono intervenute visto il carattere pacifico della manifestazione.

“Con l'atmosfera che si sta creando a livello nazionale per le inchieste sugli appalti, sta partendo un meccanismo negativo e problematico per la ricostruzione”, ha detto il sindaco. “Bisogna mettersi nei panni dei dirigenti del Comune dell'Aquila, che sono intimoriti di fronte a un sistema che interviene al primo sbaglio o, addirittura, interviene senza sapere chi ha sbagliato o meno”. Ma secondo il sindaco, i cittadini hanno ragione a protestare: “Gli aquilani esprimono la loro rabbia e hanno ragione: c'è una preoccupazione crescente per i ritardi e nulla è stato fatto per affrontare il problema del lavoro”. Il primo cittadino aquilano riconosce che la rimozione delle macerie è oggi il problema principale: “Da soli non ce la possiamo fare, non è possibile smaltire quattro milioni di tonnellate di macerie come se fossero sacchetti di immondizie. Neanche la Protezione civile è stata in grado di risolvere il problema, ma se non si rimuovono le macerie non è possibile la ricostruzione”.

Ormai decisi a dismettere il ruolo di comparse nella favoletta felice dell’Abruzzo incredulo che plaude alle eroiche gesta di Silvio Il Grande, decine di persone hanno contestato anche una troupe del Tg1 guidata da Maria Luisa Busi per un servizio per il settimanale di approfondimento Tv7. I manifestanti, parafrasando il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, hanno gridato “Scodinzolini! Scodinzolini!”,  accusando così l'emittente di avere diffuso un'immagine falsata della situazione in Abruzzo. Maria Luisa Busi, che ha ammesso una contestazione molto forte nei confronti del Tg1, ha preso le distanze: “Capisco la situazione e capisco gli aquilani. Posso dire che io sono qui per fare il mio lavoro onestamente e non posso rispondere dell'informazione a livello generale che il Tg1 ha fatto dopo il terremoto. Posso solo dire che quello che ho visto all'Aquila in questi giorni con i miei occhi, è molto più grave di come talvolta è stato rappresentato: migliaia di persone sono ancora in albergo, le case non bastano e la ricostruzione non è partita”.
Come l’avrà presa il direttore Minzolini, un giornalista che fine a qualche anno fa godeva di una certa credibilità e che ora sembra essersi ritagliato il ruolo di spalla di Emilio Fede? Cosa starà pensando il nostro Cavaliere con molte macchie e senza paura mentre il suo palcoscenico preferito comincia a traballare scosso dalle parole di verità della gente d’Abruzzo?
Non so cosa scoprirà la magistratura sui ritardi e sulla corruzione legati al terremoto. Di questo mi curo poco. Gli sciacalli sono sempre esistiti e questa tragedia non fa eccezione. Nulla è più rivoluzionario della verità. Spero solo che gli aquilani, con il loro coraggio e il loro orgoglio, sappiano scacciare gli avvoltoi mediatici e aiutare tutti gli altri italiani a liberarsi del ruolo di schiavo plaudente al passaggio del Grande Truffatore..


Luned́ 22 Febbraio,2010 Ore: 19:00
 
 
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