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www.ildialogo.org I Cesaroni,i Brambilla e il latte della Lola,Bruno Gambardella

I Cesaroni,i Brambilla e il latte della Lola

Bruno Gambardella

Il Castelli, pardon, l’ingegner senatore viceministro Castelli, negli ultimi mesi è intervenuto più volte sulla fondamentale questione dei dialetti e delle cadenze degli attori nelle fiction e nelle trasmissioni televisive. Da uomo del profondo nord (provincia di Bergamo) lo statista orobico si sente infastidito dal fatto che quasi tutti i protagonisti delle serie televisive di gran successo ostentino un accento romanesco.

Turbato dalla circostanza, il Castelli ha convinto il governatore della Lombardia, sua verginità ciellina Roberto Formigoni, a stanziare circa nove milioni di euro per la nascita di una Cinecittà lumbard che produca sceneggiati su Alberto da Giussano, sulla storia della Serenissima Repubblica di Venezia, sulle tradizioni delle popolazioni di montagna del cuneese. Il personale, dalle comparse agli attori ai registi, ovviamente, sarà indiscutibilmente padano.

Presto avremo I Fumagalli a contrapporsi a I Cesaroni e i popoli del Nord non si sentiranno più umiliati da un’ostentazione di romanità francamente volgare ed eccessiva. I vecchi film di Totò e Peppino, trasmessi a ripetizione nei lunghi e caldi pomeriggi estivi, potrebbero presto lasciare spazio ai nuovi comici della scuola varesina, sponsorizzati dal Maroni e dal Bossi in persona. Il futuro leader della Lega Nord, il Renzo Bossi detto La trota, dopo il conseguimento della licenza liceale al terzo tentativo e il raggiungimento dello status di intellettuale, potrebbe presto diventare sceneggiatore, consulente storico e documentarista della nuova televisione padana. Una svolta, insomma, una rivoluzione… 

Le trasmissioni di punta della Rai, così come avviene nella berlusconiana Mediaset, saranno affidate a conduttori del nord. I vari Renato Pozzetto (storico militante leghista, celebre per il suo esilarante …E la Madonna!!!), Massimo Boldi (l’indimenticabile Cipollino) e Iva Zanicchi (attualmente europarlamentare di Forza Italia, ma in attesa di occupazione in Italia) bilanceranno i vari Claudio Ammendola, Lino Banfi, Biagio Izzo. Altri personaggi minori saranno reclutati nel corso delle varie manifestazioni culturali che caratterizzano le estati padane, dalla Sagra della polenta e degli uccelletti di Carate Brianza al Festival del lambrusco di Forlimpopoli, dal Campionato mondiale di rutto libero o di rutto da birra alla Fiera della canottiera con ascella libera di Portogruaro.

Ma vogliamo parlare della pubblicità? Come del consumatore residente nell’Italia del centro sud chiedo di sostituire alle classiche famiglie padane (da quelle della Barilla a quelle della Bauli, dai consumatori di mortadella a quelli delle mele della val di Non) un bel po’ di famiglie delle nostre parti. E’ vero che nel nord si consuma di più perché c’è più ricchezza, ma anche noi poveri terroni abbiamo il diritto di sentire i nostri dialetti.

Una preghiera rivolta alla Gelmini, ministra dell’istruzione. Può ricordare a qualcuno in Rai e a Mediaset che la grammatica italiana (cioè quella derivata dal toscano fiorentino, un dialetto padano) non prevede l’uso dell’articolo davanti ad un nome o ad un cognome? Mio figlio di nove anni, da quando ha sentito del latte della Lola, insiste nel chiamare le sue compagnette la Concetta, la Titina, la Francesca ed io, visto che la Lola passa in tv, non riesco a convincerlo che si tratta di un grave errore ortografico. Va bene la fiction I Brambilla, ma almeno permetteteci di rispettare la lingua italiana…

 



Domenica 23 Agosto,2009 Ore: 18:16
 
 
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