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www.ildialogo.org Un gigantesco passo per l'umanità,Bruno Gambardella

Un gigantesco passo per l'umanità

Bruno Gambardella

Quarant’anni fa due astronauti americani sbarcarono sulla Luna. Era la notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 e milioni di telespettatori in tutto il mondo, emozionati e commossi, seguirono quello che fu definito “un gigantesco passo per l’umanità”.

Oggi negli Stati Uniti, unico grande Paese in grado di programmare l’esplorazione umana dello spazio, gli scienziati studiano come inviare uomini su Marte e come realizzare delle stazioni stabili  che possano ospitare vere e proprie cittadelle della scienza e della tecnica.

L’uomo invia sofisticatissimi robot in grado di fotografare la superficie del pianeta rosso metro per metro, fare analisi e inviare dati molto precisi sulla Terra; sonde si avvicinano ai grandi pianeti periferici del nostro sistema solare e ci permettono di svelare misteri,  di smentire o confermare teorie, supposizioni, ipotesi al limite della fantascienza; astronauti camminano nello spazio per riparare satelliti e stazioni orbitanti e per effettuare esperimenti in assenza di gravità.

E’ l’uomo che sfida l’infinito, la paura dell’immenso e dell’inconoscibile, che invia messaggi ad altre civiltà extraterrestri che dovessero intercettare le nostre sonde che, ormai prive di energia, vagano incontrollate nello spazio. Tutto ciò è sempre molto emozionante.

Io non concordo con chi, in questi giorni di celebrazioni dello storico allunaggio, rimprovera ai governi (soprattutto quello americano) di sperperare soldi che potrebbero essere meglio utilizzati in un periodo di profonda crisi economica. Il denaro investito nella ricerca scientifica non è mai sprecato. Sarebbero ben altri i settori da penalizzare: quello degli armamenti, giusto per fare un esempio… Mi chiedo però se non esista una contraddizione di fondo: uccidiamo di inquinamento il nostro pianeta e poi cerchiamo rimedi e soluzioni dalla ricerca più avanzata.

L’idea di sfidare lo spazio rende onore all’uomo. Sia però lanciata la sfida anche a quel progresso che distrugge, che impoverisce, che ammorba il nostro pianeta e i suoi abitanti: non vorremmo che i prossimi grandi passi dell’umanità debbano essere finalizzati a creare altrove, nello spazio o su di un altro pianeta, un nuovo habitat a causa della rovina di quello che da milioni di anni vede compiere a tutte le razze animali il quotidiano cammino della vita.

 



Luned́ 20 Luglio,2009 Ore: 00:01
 
 
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