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www.ildialogo.org Formigoni e la diseducazione sessuale,Bruno Gambardella

Formigoni e la diseducazione sessuale

Bruno Gambardella

A volte è inguaribile ottimismo, altre solo un’illusione. L’idea che l’Italia, con tutte le sue immancabili contraddizioni, fosse diventata finalmente una nazione moderna era abbastanza consolidata nei miei pensieri quotidiani. Davo per scontato che il nostro Paese avesse perso, con mille strappi e qualche passo indietro, quella ancestrale tara fatta di conservatorismo e di bigottismo. Evidentemente mi ero sbagliato, almeno a leggere una notizia che arriva da Milano.

La ASL del capoluogo lombardo, pare in seguito ad un imput giunto direttamente dalla presidenza o dalla giunta regionale, ha vietato ai suoi operatori di fare educazione sessuale agli studenti sotto i sedici anni. Da ora in poi potranno solo istruire mamme e insegnanti a cui spetterà poi il compito di rispondere alle domande dei giovani. Una recentissima circolare cancella infatti gli incontri tra i ragazzi e gli esperti chiamati da trent’anni a parlare alle classi senza la presenza dei professori. Nel documento la direzione sanitaria dispone che i “destinatari diretti” degli interventi siano gli adulti e non i giovani (“destinatari indiretti”). In sostanza l’operatore della ASL spiegherà a genitori e insegnanti come si mette un preservativo: solo questi ultimi, se e quando vorranno, potranno illustrarlo ai ragazzi. Lo spirito della circolare sembra davvero resuscitare un’idea del sesso come tabù che cozza con la realtà quotidiana degli adolescenti..

Mentre in Francia, in Gran Bretagna e persino nella cattolicissima Spagna si opera concretamente per la prevenzione dell’AIDS, delle gravidanze premature e quindi dell’aborto diffondendo informazione ma anche, in modo capillare, i preservativi, in Italia  lo Stato, per evitare imbarazzi, mette la testa sotto la sabbia di un “moralmente corretto” che crea una pericolosa ignoranza.

Non è il caso che il parlamento rimetta mano ad una legge per l’educazione sessuale nelle scuole per togliere la materia dalla casualità delle decisioni di uno zelante dirigente sanitario ciellino o dalla buona volontà di genitori e operatori?  Per quale arcano motivo il nostro Paese non deve allinearsi agli standard europei?

 



Marted́ 07 Luglio,2009 Ore: 18:13
 
 
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