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www.ildialogo.org Ciò che vorrei trovare...,di Concetta Centonze

Sulla nuova enciclica di Benedetto XVI
Ciò che vorrei trovare...

di Concetta Centonze

Ciò che vorrei trovare nella nuova enciclica “sociale” dell’attuale papa:
Dio ha creato l’umanità perché si manifestasse molteplice nelle forme e nelle culture.
Quindi la molteplicità e non la diversità è il carattere degli uomini.
Che lo scambio tra molteplicità è un arricchimento reciproco.
Che l’identità, la consanguineità, la tradizione sono idoli da scacciare.
Sacro è soltanto l’uomo nella sua molteplicità.
Che l’umanità è chiamata ad esprimersi attraverso la creatività di cui il lavoro è soltanto un’espressione.
Quando il lavoro diviene metro di giudizio dell’umanità perde il suo significato di espressione creativa.
Che il lavoro, così degradato, diventa strumento di potere portando all’attuale sperequazione tra maiali e miserabili.
Che il Vaticano deve mutare radicalmente eliminando centralismo e struttura piramidale, abbandonando ai maiali la propria ricchezza, azzerando il sessismo, non pretendere di avere tutte le risposte di vita e di morte.
Soltanto allora potrà assurgere al suo vero ruolo: quello di giullare che semina il dubbio e accetta le innumerevoli soluzioni al dubbio e potrà opporsi in modo credibile all’unico male che è costituito dall’accumulo di beni e dal potere.
Concetta Centonze
San donà di Piave


Mercoledì 08 Luglio,2009 Ore: 15:01
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
SAVERIO DE PINTO BARI 22/11/2010 12.22
Titolo:Cara cettina ti voglio bene
Cara Cettina Non ti conoscevo, adesso ho letto qualcosa di tuo, di te, e ne sono affascinato.
non ho i tuoi studi e la tua erudizione, ma sono come te una persona innammorata, dell'esistente, dell'esistenza.
Sono del tuo sud, pugliese come te, figlio di contadini, orgoglioso senza soggezione. Conosco le mie antiche radici, sono un uomo tra uomini e tra donne. Esseri creati liberi e belli per gustare la vita come tu dici nella multiformità e bellezza.
Gentile Cettina Dobbiamo riprenderci la verità della nostra esistenza.
Siamo nati da un atto di amore e di bellezza , e viviamo costantemente tesi in un abbraccio universale verso tutti.
“Foste non fatti per vivere come bruti…..!”
La nostra vita , la famiglia, il lavoro, il tempo libero, è sguardo aperto, ascolto desideroso, sorriso e sogno che diviene.
E’ presente in ogni generazione ed ad ogni latitudine, i semplici e coloro che apparentemente non sanno hanno lo stesso desiderio, lo stesso sguardo teso.
I nostri antichi contadini non conoscevano il pensiero dei maestri filosofi, eppure io da loro ho imparato la unione e multiformità del tutto, la tolleranza.
Il coraggio ed il lavoro nell’avversità, la perseveranza. La divisione dei beni con i più poveri, la condivisione. Il sano distacco dal poco o niente che possediamo, poiché non viviamo solo di pane ma di ogni espressione che viene dalla bocca dell’Eterno che è papà e mamma e fratello e sorella.
Bisogna trovare il modo sempre maggiore di vita partecipata, condivisa. La trasparenza dei nostri pensieri, le emozioni raccontate, divengono un raccontare noi a noi stessi, e noi stessi agli altri, poiché ciascuno all’altro appartiene. La gioia di questa condizione trascende tutte le umane debolezze e sprona gli innamorati a lasciarsi guidare dall’utopia e dal sogno?
Prima ancora che il giorno inizi,
con gli occhi ancor chiusi,
lo spirito irrequieto è in cerca di te, gioia grande infinito amore.
Benedici o Signore la creazione, rinnova ogni cosa nell’amore condiviso.
Anche oggi sarò lieto di dividere il cibo, di alleviare il dolore , di anelare il tuo amore.
Come mi hai mostrato nel mattino della mia vita, quando mi sono perso nell’amore della mia ragazza,
nella semplicità , forza e bellezza del lavoro nei campi nella antica famiglia dei contadini,
maestri di vita, di condivisione, di amore disinteressato.
Il Regno viene! Fino a quando oh Signore piangeranno i nostri occhi?
Per quanto ancora saremo lontani, e con il cuore gonfio,
e con gli occhi rossi per la continua ricerca di te nei volti delle sorelle e dei fratelli.
La mia voce giunga senza parole in ogni direzione, ovunque.
La affido al vento che rinfresca la mia corsa per gli antichi sentieri della murgia.
Il Santo Spirito che ammaestra mi ha portato il vostro saluto
come di sorelle e fratelli desiderosi di riunire la famiglia dispersa fin dalla creazione.
I miei occhi sono aperti, sento la vostra voce, il canto ,il riso.
Il mondo è la nostra casa, ricostruiremo il giardino,
noi siamo famiglia, questo è il nostro desiderio,questo è il nostro grido, questa è la nostra preghiera.

Saverio De Pinto da Bari dalla Puglia porta d'oriente luogo di accoglienza e condivisione

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Indice completo articoli sezione:
Dottrina della fede secondo Ratzinger

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