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www.ildialogo.org Il sistema dei partiti in Irpinia.,di NINO LANZETTA

La settimana politica irpina
Il sistema dei partiti in Irpinia.

di NINO LANZETTA

Se il modo di comportarsi dei partiti nel resto d’Italia dovesse riflettere quello che avviene in Campania e, per quanto ci riguarda, in Irpinia, sarebbe la fine. Qui da noi le cose assumono un aspetto più inquietante perché le cause del malessere sono, per così dire, strutturali e attengono alla concezione stessa dei partiti come si connotano sul territorio. Riguardano un po’ tutti, ma nei partiti che governano le istituzioni locali, assumono una maggiore gravità. La recente vicenda Mastella è solo l’ultimo esempio in ordine cronologico. Ci riferiamo al fatto che, da noi, i partiti, specie quelli di governo, sono utilizzati, da una gran parte dei suoi dirigenti ed operatori, più per corrispondere a interessi personali che a veicolo di idee. Più tornaconto che spirito di servizio. La partecipazione all’attività politica da molti è più naturalmente rivolta a difendere, accrescere o procurarsi utili personali (posti di lavoro, facilitazioni di carriera, consulenze, incarichi, indennità, nomine nei consigli di amministrazione degli Enti e nelle società di servizi) che a studiare e formulare proposte per il miglioramento collettivo, nello spirito dei principi e dei programmi del partito nel quale militano. E’ sul binomio del perseguimento dell’utilità personale e del consenso elettorale e del proselitismo che si gioca, in gran parte, il comportamento di molti operatori politici, a tutti i livelli, nella nostra provincia. Certo questo vizio di fondo non riguarda tutti (sarebbe davvero la fine), ma una gran parte di sicuro. Il fenomeno si è allargato a dismisura nei Comuni dopo l’elezione diretta dei sindaci. Questi hanno acquistato un evidente potere che genera nepotismo, clientelismo e favoritismi e che, opportunamente utilizzato, permette loro di rimanere in sella per tutto il tempo che la legge gli consente. Altro fenomeno collegato è quello di tendere a posizionarsi dalla parte del vincitore, magari agendo in anticipo sugli avversari, che, spesso, stanno più nel proprio partito che negli altri. Non a caso si va assistendo, in Irpinia, ad una corsa nel centro destra nella fondata, previsione che presto occuperà tutte le leve del potere per molti anni a venire. Non è, quindi azzardato parlare, in senso lato, di voto di scambio sistemico, come non è azzardato far derivare, da questa condotta, la perdita di credibilità che si manifesta nei confronti della politica e dei politici. Se si applicasse questo metodo di analisi, si comprenderebbero più facilmente comportamenti che altrimenti risultano oscuri e si capirebbe che il linguaggio usato (dal politichese alla chiacchierologia) spesso serve solo per menare il can per l’aia. I giovani nella nostra provincia, purtroppo, sono costretti dalla dura necessità a rivolgersi ai partiti, offrendo i loro servizi pur di ottenere o, almeno, sperare in una “sistemazione” anche se precaria ed insufficiente. Se non possono contare sulla solidità della famiglia, o si adeguano o emigrano. Non a caso da noi in Campania sono presenti e strutturalmente organizzati con tanto di organigrammi tutti i partiti possibili ed immaginabili, i movimenti, i gruppi o gruppuscoli e, perfino, la Lega Nord, divisi in correnti e sottocorrenti, ognuna con il suo rappresentante. Non si contano le colorazioni dei verdi, le rifondazioni comuniste, le sinistre, i partiti e i movimenti di centro, e tutte le altre posizioni che via via si compongono e si scompongono secondo il calendario politico. La crisi del partito democratico in Irpinia, a questo riguardo, è sintomatica perché si avvia a perdere potere e quindi lo spazio si fa più stretto per tutti e si comincia a tirar calci alla cieca. E da ciò deriva il progressivo affievolimento dalla credibilità di molti suoi dirigenti. Divisioni, gruppi, sottogruppi, posizioni differenziate, più o meno autonome, vere e proprie icone che tendono a far risaltare la figura dell’operatore politico che li rappresenta, alla costante ricerca di sempre maggiore visibilità che dovrà, poi, tradursi in cariche e prebende. Non basta la divisione di ex ds ed ex margherita, Per le primarie ci sono due gruppi che appoggiano la candidatura di Bersani e una delle due riesce ancora a distinguersi con artifici o simbologia floreale. Al Comune capoluogo ci sono ancora due gruppi consiliari dello stesso PD e nessuno ne ha ancora capito le ragioni. I politici che, pur non possedendo alcuna dote professionale, diventano amministratori o manager di Enti o società di servizio, sono numerosi e noti. I risultati, purtroppo, dalla sanità ai trasporti, dalla gestione dei rifiuti a quella delle acque, sono sotto gli occhi di tutti. Dei pessimi servizi che eroga questa provincia e delle responsabilità della politica e dei politici si dovrà pur cominciare a parlare, senza reticenze, e, magari, chiamando più spesso in causa i responsabili.

NINO LANZETTA
 


Sabato 24 Ottobre,2009 Ore: 19:37
 
 
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