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www.ildialogo.org Mastella, Bassolino, De Mita,di NINO LANZETTA

La settimana politica
Mastella, Bassolino, De Mita

di NINO LANZETTA

Che succede nel PD?
In Irpinia il Pd diventerà mai un partito o rimarrà, come tutto lascia immaginare, il solito contenitore dove c’è spazio per tutto e per tutti? La disgustosa polemica tra Maselli e Fierro su chi “approfitta” di più con incarichi e consulenze, la costituzione del gruppo autonomo dei democratici “dissenzienti” al Consiglio comunale di Avellino, guidati dal trio Fierro, Adiglietti, D’Amelio, di “sensibilità” bassoliniana, la cacciata poco edificante del segretario Vittoria, sono gli ultimi episodi di uno stato di crisi profonda di un partito che non riesce a trovare i valori, le ispirazioni e gli intenti che ne hanno determinato la nascita. E’ sconfortante e sintomatico il crescente allontanamento delle persone di buon senso dalla politica. Le ultime voci sulle possibili nomine di Bassolino della D’Amelio all’ASL e di Adiglietti all’Air, insieme a tutti le altre occupazioni di politici, negli altri Enti e aziende di servizi, la denuncia del presidente del Consiglio comunale di Avellino, Gengaro, sui guadagni extra dei dirigenti tecnici comunali e gli stipendi (26 milioni di euro) dei 300 dirigenti della Regione Campania, ci forniscono una chiave di lettura, che ci apre spiragli di verità e di riflessioni sulle ragioni, non sempre del tutto nobili, per le quale si sceglie il mestiere della politica.
 
Festa dell’Udeur a Telese e ritorno di Mastella!
L’elezione al Parlamento europeo, nelle liste del PDL, ha fatto tornare il sorriso sulle labbra di Mastella. E pure l’antica baldanza e faccia tosta. Ha riaperto la campagna acquisti e, con la sicumera di sempre, ha ricominciato a fare politica nel modo nel quale la sa fare, disinvoltamente, stavolta nuovamente nel centro destra dopo che gli è andata male nel centro sinistra. Ma si sa centro destra o centro sinistra sono due espressioni letterali e, poi, la parola “centro” sta in tutte e due! E lui sta al centro, si trova! Si è vero , la moglie sta ancora con Bassolino; ma ancora per poco. I giochi alle Regione presto cambieranno e lui è già pronto: fa parte della nuova maggioranza. Potrebbe fare addirittura il consigliere regionale. Che sia poi la Carfagna Presidente o Cosentino, importante è l’organigramma. A Telese la festa ha portato allegria. Del resto dopo la “scoppola” delle politiche cosa ci si poteva aspettare! Importante è rinascere. Le forze si acquistano strada facendo, A Telese si sono rivisti molti politici “bolliti” come Bassolino e lo stesso De Mita! Ma non sono questi che hanno fatto la storia (naturalmente molto più nel male!) della Campania degli ultimi trent’anni? Sono ancora tutti lì e non se ne vogliono andare, anzi, altri si accingono a rientrare. Mastella ha fatto il primo acquisto di mercato. E’ un fuori quota, quindi a parametro zero : Giulio Di Donato, ex numero due del partito di Craxi! Va ad occupare il posto, lasciato libero da Fantini, di segretario regionale. Tutti insieme con allegria nel centro destra|
 
DE MITA E IL GRANDE CENTRO.
Ci risiamo, ogni tanto ricompare il grande centro, ossia la riunificazione di tutti i moderati con la benedizione della Chiesa, o meglio del cardinale Ruini. Stavolta sotto le insegne di Casini e del suo UDC. All’ultima Kermesse del partito, De Mita –dicono- ha fatto un intervento molto applaudito. Ha detto che il bipolarismo è finito e l’Italia ha bisogno di ricominciare a fare politica con una nuova e rinnovata classe politica, naturalmente che comprenda ancora lui, l’inossidabile che vuole sfidare, quanto a longevità, il mitico Andreotti. La storia degli ultimi trent’anni è passata invano e l’Italia, si crede, sia ancora la stessa dei mitici anni democristiani. Allora il centro c’era davvero e ha governato il Paese per quarant’anni, prima con una politica “centrista” poi con l’apertura a sinistra e, anche se solo per poco, con la collaborazione dei comunisti, anche se Moro ci ha rimesso la vita. Prima, però, c’erano i partiti dell’arco costituzionale che lasciavano fuori dal gioco democratico il Movimento sociale con i residui monarchici sulla destra e il partito comunista sulla sinistra. Poi, con la fine del comunismo e lo sdoganamento degli ex fascisti, le cose sono cambiate. Sono perfino peggiorate con l’anomalia Berlusconi e il pericolo di una deriva antidemocratica. In un’Italia ed in una società che ha cambiato tutti i connotati stiamo, purtroppo, a ripensare a vecchi schemi e a logore formule che la storia ha spazzato via. De Mita , che – è bene ricordare- ha aderito prima al partito popolare, poi, con convinzione, alla Margherita ed infine al Partito democratico, ha sbattuto la porta perché Veltroni non lo ha voluto candidare alle ultime elezioni politiche. Lui che è stato un campione della continuazione della politica degasperiana della Democrazia cristiana, partito di centro che guarda a sinistra, fino a comprendervi i comunisti, ancora marxisti, ora si scopre possibile alleato di quel Berlusconi che fino a qualche tempo fa considerava alla stregua di un venditore di tappeti. E seppur solo a livello regionale, per vendetta verso il suo partito e contro il suo stesso dna, si è alleato con gli avversari di sempre, con coloro che lo hanno per decenni considerato responsabile di tutti i misfatti e dell’arretratezza complessiva della Campania e dell’Irpinia. Stranezze della politica! E pensare che ci sono ancora molti che sono abbagliati dalle sue “lucide riflessioni”!
NINO LANZETTA 


Luned́ 14 Settembre,2009 Ore: 11:38
 
 
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