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www.ildialogo.org Isabelle Graesslé: "La Riforma come ricerca di senso",a cura di Gaëlle Courtens

INTERVISTA
Isabelle Graesslé: "La Riforma come ricerca di senso"

a cura di Gaëlle Courtens

Roma (NEV), 28 ottobre 2009 - Il prossimo 31 ottobre si celebra nel mondo protestante la "Festa della Riforma", in memoria delle 95 tesi redatte dal monaco agostiniano Martin Lutero e da lui affisse sul portone della chiesa del castello di Wittenberg il 31 ottobre 1517. Per l'occasione l'Agenzia NEV ha intervistato la direttrice del Museo internazionale della Riforma di Ginevra, la pastora Isabelle Graesslé, di passaggio a Roma per una conferenza presso il Centro culturale San Luigi dei francesi, chiedendole un parere sulle celebrazioni per il cinquecentenario della nascita del riformatore ginevrino Giovanni Calvino (1509-1564).
 
Lei condivide il bilancio molto positivo delle celebrazioni per il cinquecentenario di Calvino espresso in questi giorni dall'Alleanza riformata mondiale (ARM) e dal Comitato promotore di "Calvin09"?
Assolutamente sì. Non avremmo mai pensato che la figura di Giovanni Calvino potesse smuovere tante persone, non solo a Ginevra, la sua città adottiva, ma in tutto il mondo, dovunque sia stato commemorato. Con la mostra su Calvino allestita dal nostro museo in poco più di sette mesi abbiamo totalizzato 30.000 ingressi. Un vero successo. La mostra permette di seguire il Riformatore nell'arco di una giornata. Abbiamo creato un Calvino virtuale che guida il visitatore attraverso varie situazioni e luoghi della Ginevra del '500. Un'esperienza formidabile, realizzata grazie all'uso della tecnologia, un modo per coniugare il passato al presente.
Più in generale posso affermare che i tanti eventi tenutisi durante l'anno Calvino09 hanno registrato il tutto esaurito e sono andati ben al di là della realtà delle chiese.
 
Come si spiega tutto questo interesse?
I ginevrini, ma anche i tanti inglesi, tedeschi, svizzeri, francesi che per l'occasione sono venuti, hanno potuto apprezzare non solo la vita di Calvino, il suo pensiero, per alcuni aspetti anche controverso, ma hanno scoperto soprattutto la dimensione profondamente sociale della Riforma. Storicamente, solo a partire dalla Riforma, e grazie ad essa, nasce una particolare attenzione verso il più debole, le donne, i bambini, ma anche verso i rifugiati religiosi che arrivavano dalla Francia e dall'Italia. In un momento come questo, di crisi economica e finanziaria mondiale, il tanto interesse è dovuto senz'altro all'attualità dell'etica sociale di Calvino. Nella Ginevra del '500, agli albori del sistema capitalista, si viene creando quello che oggi potremmo chiamare un "welfare" ante litteram.
 
Con queste manifestazioni commemorative non si rischia la mistificazione della figura celebrata?
Di questo giubileo calviniano mi è piaciuto il suo approccio: non c'è stato bisogno di fare di Calvino né un santo, né un tiranno. Semplicemente è stato celebrato per quello che era: un uomo che viveva nel suo contesto storico e culturale.
Concluso l'anno di Calvino 2009 mi sentirei di dire: ora dimentichiamolo, questo personaggio rigido, intransigente, a tratti geniale e a volte contraddittorio, per dare finalmente spazio alla sua eredità spirituale. Calvino stesso non era il tipo da ergere dei monumenti alla sua persona. Non è un caso se dopo la sua morte fu tumulato in una fossa comune come lui stesso aveva chiesto. Finite le celebrazioni è tempo di tornare a riflettere sull'eredità che ci ha lasciata.
 
Tutti gli anni le chiese protestanti celebrano la Festa della Riforma. Qual è l'attualità della Riforma oggi?
Che cos'è che all'epoca conferì tutta quella forza alla Riforma? È questo che dobbiamo riscoprire oggi a partire da una riflessione su quella che è l'"ossatura teologica" della Riforma: la fede che cerca di comprendere. È la ricerca di un senso. Un senso che non è mai legato ad una verità preconfezionata. La teologia non può essere un bel pacchetto pronto per l'uso, utilizzabile in qualsiasi circostanza o momento storico. La ricerca del senso, nello spirito della Riforma, non può che darci delle risposte relative, mai definitive, che continuamente vanno riattualizzate. È questa la forza dello spirito della Riforma. Una forza sempre attuale.
Non mi interessa sapere, come dicono alcuni, cosa farebbe Gesù al mio posto. A me interessa di leggere delle parole, le sue parole, e lasciare che mi scuotano, mi sorprendano, mi spingano a cercare nuove risposte. Mi permetta di citare a questo proposito il filosofo Paul Ricoeur, che qualche anno fa, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva cosa intendesse per "risurrezione", rispose: "la risurrezione? È la risurrezione del senso".


Giovedì 29 Ottobre,2009 Ore: 15:02
 
 
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