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www.ildialogo.org SPECIALE: Sinodo delle chiese metodiste e valdesi,di Agenzia NEV del 2 settembre 2009

SPECIALE: Sinodo delle chiese metodiste e valdesi

di Agenzia NEV del 2 settembre 2009

Sinodo/1. La pastora Maria Bonafede riconfermata moderatora della Tavola Valdese
Il Sinodo ha osservato una giornata di digiuno in solidarietà con i migranti
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 - “Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia…”: questo il messaggio centrale lanciato alle chiese da Maria Bonafede, riconfermata venerdì scorso, per il quinto anno consecutivo, moderatora della Tavola valdese (organo esecutivo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi) dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi riunito a Torre Pellice (TO) dal 23 al 28 agosto.
Prendendo spunto dal sermone sulla montagna (Matteo 6,26-29) nel suo discorso conclusivo tenuto nell’aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice la pastora Bonafede ha messo l'accento sulla ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia: forte il ricordo della giornata di digiuno osservata dai sinodali in segno di protesta contro i recenti provvedimenti in materia di immigrazione (vedi notizia seguente). Un momento solenne che Bonafede ha definito quale “comunione vibrante di cordoglio, di invocazione e di morale protesta”.
“Abbiamo provato a cercare le radici della nostra fede in Dio soltanto, e non in noi, per altri, e non per noi, cercando i criteri del Regno, il modo di pensare di Dio, cercando di collocare saldamente il nostro anelito alla giustizia e le idee che c’eravamo scambiati nel dibattito nella dimensione della preghiera e dell’ascolto”, ha affermato Bonafede che ha parlato di un Sinodo particolarmente “intenso”, ma che non è stato “in ansia per se stesso”, facendo eco alle parole di Gesù: “Non siate in ansia per la vostra vita di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete”. “Con Gesù il Regno di Dio si è fatto vicinissimo, riconoscibile come amore che ci incontra – ha concluso Bonafede -. Il Regno e la giustizia di Dio fanno della nostra vita una vita veramente umana, una vita che ha un centro, una vita che sa che ogni giorno è il giorno della partecipazione, della condivisione, dell'amore che si può spendere senza riserve”.
I lavori del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi si sono conclusi venerdì 28 agosto con l’elezione anche delle altre cariche amministrative. I membri della Tavola valdese, tutti riconfermati, sono Eugenio Bernardini, vice moderatore; Giovanni Anziani, Adriano Bertolini, Giuseppe Ficara, Daniela Manfrini, Ruggero Mica. Alessandra Trotta è stata eletta presidente dell'Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI).
Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma è il professor Daniele Garrone. Il Sinodo ha eletto un nuovo professore di teologia pratica: Enrico Benedetto, 53 anni, sposato con due figli, per un ventina di anni giornalista inviato de “La Stampa” a Parigi, consacrato nel 2005 pastore della Chiesa riformata di Francia. Benedetto entrerà in carica nel 2011 e sostituirà il professore Ermanno Genre.
Presidente della Commissione sinodale per la diaconia (CSD) è Marco Armand Hugon. La diaconia è una parte integrante dell'Unione delle chiese valdesi e metodiste, in quanto espressione della testimonianza cristiana nell'ambito dell'azione sociale.
Interviste e conferenze stampa sono disponibili in video con “sinodotv” sul sito www.chiesavaldese.org, dove è possibile rivedere anche il sermone di apertura del Sinodo a cura di Daniele Garrone.
 
 
Sinodo/2. Il digiuno del Sinodo in solidarietà con i migranti ha raccolto numerose adesioni
Approvato all’unanimità un documento contro il “pacchetto sicurezza”
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 –Giovedì 27 agosto il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) ha celebrato una giornata di digiuno in segno di protesta contro i recenti provvedimenti in materia di immigrazione e di solidarietà nei confronti di chi, giunto in Italia per lavorare sfuggendo a situazioni di miseria o di persecuzioni, ne subisce le conseguenze in materia di diritti, accesso ai servizi e possibilità di integrazione nella società italiana.
Un’iniziativa assolutamente eccezionale: nella storia secolare di questa istituzione, vi è un solo precedente, quando nel 1972 il Sinodo digiunò a sostegno di alcuni obiettori di coscienza incarcerati perché si rifiutavano di prestare il servizio militare allora obbligatorio.
Durante il tempo solitamente dedicato al pranzo i circa 180 deputati – laici e pastori – sono quindi rimasti nell'aula sinodale dove hanno ascoltato alcune letture: storie di immigrati, articoli che riferiscono delle violenze che hanno subito, dati sulle tragedie legate ai loro tentativi di raggiungere l'Italia.
Dopo questo momento i membri del Sinodo, gli ospiti italiani e stranieri – tra gli altri il vescovo di Pinerolo mons. Piergiorgio Debernardi che ha invitato i sacerdoti, i presbiteri, i religiosi e i laici della sua diocesi ad unirsi al digiuno - in corteo silenzioso e solennemente ritmato dalle campane, si sono recati al vicino tempio di Torre Pellice. Nella cornice di questo storico edificio, nel quale ogni anno si svolge il culto di apertura del Sinodo e vengono consacrati i nuovi pastori, i partecipanti hanno ascoltato alcuni passi biblici, cantato e pregato. Letture e preghiere sono state proposte anche da valdesi e metodisti provenienti dalle chiese dell'Africa e dell'Asia.
Quindi, sempre in corteo silenzioso, i partecipanti sono rientrati nell'aula sinodale dove il presidente del seggio Antonio Loprieno, ha letto il documento approvato all'unanimità dal Sinodo nel quale si dice “no” alle nuove norme sulla sicurezza, e “sì” all’integrazione degli stranieri: promuovere la “piena integrazione” e “l’ottenimento della cittadinanza da parte degli immigrati che contribuiscono al bene dell’Italia”, per il Sinodo sono interessi della Repubblica e non una minaccia da ostacolare. Richiamando i principi della nostra democrazia, il Sinodo “esprime la sua indignazione per le conseguenze che la legge 15 luglio 2009, n. 94 ha non soltanto sugli immigrati, ma anche sui cittadini italiani, sulla qualità della nostra democrazia e sul grado di legittimità del nostro ordinamento”. Una legge “inaccettabile” perché in contrasto con i principi fondamentali; una legge che “alimenta i sentimenti di diffidenza, sia nei cittadini stranieri, che nei cittadini italiani”; che “contribuisce ad aumentare i casi di clandestinità”.
Infine il documento, chiedendo una revisione dell'intera normativa, “impegna le chiese locali a contrastare la cultura xenofoba con i valori della cittadinanza repubblicana, con la tutela dei diritti umani e con la testimonianza resa all’insegnamento biblico sull’accoglienza dello straniero e contro il trattamento iniquo dei più deboli” (vedi documentazione).
Numerose sono state le adesioni all’iniziativa da parte di altre realtà del mondo evangelico – tra le altre l'Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), la Federazione delle donne evangeliche italiane (FDEI) – di associazioni ed individui impegnati nel campo della solidarietà agli immigrati. Significative e “trasversali” le adesioni giunte dal mondo politico: tra le altre quelle di diversi esponenti del Partito Radicale – tra gli altri - Marco Pannella e Emma Bonino; del senatore Pdl Lucio Malan; di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, del consigliere regionale Marco Bellion (PD), degli onorevoli Sonia Alfano (IdV) e Giorgio Merlo (PD).
Il testo del documento approvato dal Sinodo è scaricabile sul sito www.chiesavaldese.org
 
 
Sinodo/3. Al culto di apertura il pastore Daniele Garrone ha predicato sul “bene della città”
Consacrati i giovani Stefano D’Amore e Alessandro Esposito al ministero pastorale
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – “Il bene della città non può mai essere il Bene con la b maiuscola, realizzato in base alla Verità con la V maiuscola, ma solo il bene che può risultare da una umanissima ricerca di giustizia”. Con la sua predicazione tenuta nel corso del solenne culto di apertura del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto), il pastore Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma, ha lanciato un vigoroso appello per la laicità, contro fondamentalismi e clericalismi. Nel suo sermone ha preso spunto dal testo biblico di Geremia 29, 1-14: "Cercate il bene della città .... Voi mi cercherete e mi troverete ... e io mi lascerò trovare da voi", ricordando come “il bene comune non coincide con le visioni particolari di questo o quel gruppo, ma è inteso come uno spazio di eguale libertà e diritti per ognuno, qualunque sia la sua visione religiosa, morale o ideologica. Cercare il bene della città significa dunque sentirsi solidali con gli altri in una ricerca che non ha ricette date in partenza, ma che richiede una faticosa ricerca”. Diretta quindi la polemica contro fondamentalisti, atei devoti e le tendenze a confessionalizzare la vita pubblica italiana.
Il predicatore ha anche citato le centinaia di migranti che tutti i giorni rischiano la vita, e a volte la perdono, nel tentativo di cercare una situazione migliore: “questi nuovi esuli che vengono e cercare il loro bene e contribuiscono al nostro. Anziché negarlo con irrealistici schemi ideologici, dovremmo avere l’umiltà di andare ad interpellare queste persone e chiedere a loro di farci l'esegesi di 'dal suo bene il vostro dipende'”. Riprendendo poi il filo teologico del discorso, Garrone invita a cercare Dio, e non a essere suoi amministratori o gestori: “Non presentatevi mai come i suoi rappresentanti. Non come i divulgatori dei suoi valori. Non sentitevi chiamati a difenderlo e a presentarlo come fondamento necessario. Tra l’altro, non gli corrisponde, perché egli non si muove sul piano della necessità, ma su quello della gratuità. Ma cercatelo, cercatelo con tutto il cuore”, ha concluso Garrone.
Durante il culto svoltosi nel tempio di Torre Pellice sono stati consacrati due nuovi pastori: Stefano D'Amore e Alessandro Esposito, che hanno sottoscritto l’antica confessione di fede del 1655. Il momento più alto della cerimonia di consacrazione è costituito dall’imposizione delle mani di tutti i presenti – pastori e laici – che hanno invocato la benedizione del Signore sui nuovi “ministri della Parola”, come nella tradizione protestante si definiscono i pastori consacrati dalla comunità dei credenti.
Hanno partecipato al culto anche i numerosi ospiti italiani e stranieri, rappresentanti di diverse chiese evangeliche ed organismi ecumenici dell'Europa e degli USA. Presente anche il vescovo di Pinerolo, mons. Piergiorgio Debernardi, membro della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della CEI.
 
 
Sinodo/4. Al Sinodo il saluto di mons. Debernardi, vescovo di Pinerolo
Il dialogo ecumenico tra difficoltà e speranze. Come un cammino ad alta quota
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – “Dobbiamo rivalutare il comandamento dell’amore e lavorare insieme per il bene della città”. Facendo eco alla predicazione del pastore Daniele Garrone pronunciata nel corso del culto inaugurale, il vescovo di Pinerolo, mons. Piergiorgio Debernardi, ha salutato Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto), augurandole buon lavoro. “Dobbiamo continuare a stare vicendevolmente in ascolto, non ci dobbiamo stancare mai. Perché oggi sembra proprio questo il rischio: di non ascoltarci più”, ha affermato Debernardi, portando i saluti di mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI) e di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo.
Nel suo discorso Debernardi non ha nascosto le difficoltà che in questi anni sta attraversando il cammino ecumenico, ma ha anche ricordato come, nello scalare la montagna, in prossimità della vetta, l’aria si fa sempre più rada e il passo più faticoso. Eppure, alcuni traguardi nel dialogo ecumenico tra chiesa cattolica ed evangelici sono stati raggiunti quest’anno: Debernardi ha così ricordato il IV Convegno ecumenico nazionale svoltosi in maggio a Siracusa intorno alla figura dell’apostolo Paolo; la firma a giugno del Documento sui matrimoni misti tra l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) e la Conferenza episcopale italiana (CEI); il lavoro comune per la traduzione e la diffusione della Bibbia a livello nazionale. In riferimento alla crisi economica che ha colpito anche il Pinerolese, il vescovo ha ricordato come valdesi e cattolici della zona, attraverso un apposito fondo ecumenico di solidarietà, insieme tentano di dare delle risposte concrete di aiuto ad alcune famiglie: “Un’esemplare sinergia”.
“Soprattutto ci unisce la preoccupazione per le gravi misure adottate dal nostro governo contro gli stranieri, con il pretesto di dare più sicurezza agli italiani” ha dichiarato Debernardi sottolineando l’importanza di continuare a predicare il Vangelo, e soprattutto di praticarlo. “Perché il Vangelo è il dono più prezioso che noi cristiani abbiamo da offrire alla nostra città” ha concluso, ripagato da un caloroso applauso dall’aula sinodale.
Debernardi, che è anche membro della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della CEI, ha partecipato al digiuno contro il “pacchetto sicurezza” indetto dal Sinodo, mentre la sua curia ha pubblicato l'iniziativa sul proprio sito web: “L'invito a partecipare è rivolto a tutti i preti e laici della mia diocesi perché aderiscano a questo momento di riflessione e preghiera”, ha affermato il vescovo Debernardi.
 
 
Sinodo/5. Immigrazione: le nuove norme moralmente inaccettabili
Gli immigrati presenti nelle chiese metodiste e valdesi e la sfida dell’accoglienza
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – Tra i temi centrali all'attenzione del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) c'è stata la questione dell'immigrazione: la relazione della Commissione d'esame che istruisce il dibattito sinodale l'ha posta con grande forza affermando che il cosiddetto “pacchetto sicurezza” finisce per moltiplicare “le occasioni in cui lo straniero potrà diventare clandestino” e quindi perdere “tutte le fondamentali tutele”.
In particolare, come ha affermato nel corso di una conferenza stampa la pastora metodista e avvocato Giovanna Vernarecci di Fossombrone, membro della Commissione d’esame, la nuova normativa introduce il reato di clandestinità: “Un concetto gravissimo, moralmente inaccettabile, per cui chi lo commette non è punito sulla base di un comportamento delittuoso ma a causa della condizione in cui si trova”.
La Commissione d'esame, richiamando i fondamenti teologi dell'accoglienza allo straniero, ha orientato il Sinodo ad esprimere un giudizio molto critico nei confronti dell'intera politica migratoria promossa dal Governo, orientamento che si è successivamente tradotto nell’ordine del giorno letto a conclusione del momento di digiuno osservato giovedì 27 agosto (vedi documentazione).
E’ stata sottolineata la rilevanza della presenza degli immigrati all'interno delle chiese metodiste e valdesi che ormai da anni partecipano a un programma della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) denominato “Essere chiese insieme” (ECI). “Non è uno slogan – ha spiegato Paolo Naso, coordinatore di ECI e docente di scienza politica all'Università La Sapienza di Roma – ma una rete di chiese che hanno scelto la strada della condivisione, dell'incontro e dello scambio. La chiesa di Cristo è una – ha affermato – e non può accettare le divisioni determinate dalle diversità linguistiche, etniche o culturali. Da qui l'impegno a costruire percorsi comunitari e formativi comuni. Ma oggi, nel particolare contesto politico italiano, ECI è anche un grande laboratorio di integrazione, un modello ed una scuola di intercultura. L'immigrazione evangelica acquista un peso crescente nell'universo migratorio italiano: si parla molto, e giustamente, dell'islam ma dovremmo iniziare a ragionare in termini più approfonditi e documentati delle centinaia di migliaia di immigrati evangelici presenti in Italia. E anche del loro diritto alla libertà di culto, non sempre garantita e tutelata”.
Sulla stessa linea il pastore ghanese George Ennin che attualmente cura la chiesa metodista presbiteriana di Pordenone. “Sono un missionario - ha affermato – e non è strano che arrivi dal Ghana per accompagnare i miei fratelli e le mie sorelle nel loro percorso di inserimento in Italia. Oggi io e la mia comunità siamo molto preoccupati perché vediamo più difficile e tortuoso il nostro percorso nella società italiana: aumenta il pregiudizio, si fa più difficile e rischioso l'accesso ai servizi sociali, alla sanità e all'istruzione. Sembra che anziché andare nella direzione di una maggiore integrazione si vada in quella esattamente opposta”.
 
 
Sinodo/6. La laicità è un principio supremo. Lo afferma la Carta Costituzionale
Il sostegno alle confessioni religiose in attesa del riconoscimento con Intesa
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – Tra i temi più sentiti al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) vi è stato senz’altro quello introdotto da Daniele Garrone in occasione del culto di apertura: la laicità. In particolare, il Sinodo si è soffermato sull'insegnamento della religione cattolica (IRC) nella scuola pubblica, esprimendo “soddisfazione” per la recente sentenza del TAR Lazio sulla questione del riconoscimento dei crediti scolastici per gli studenti che si avvalgono dell'Insegnamento della religione cattolica (IRC).
La Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) è stata infatti tra i promotori del ricorso al TAR. “Lo abbiamo fatto per riaffermare il principio degli uguali diritti degli studenti, prescindendo dai loro orientamenti religiosi – ha affermato nel corso di una conferenza stampa Adriano Bertolini, membro della Tavola valdese -. Al tempo stesso crediamo si debba cogliere l'occasione di questa sentenza per aprire un grande confronto culturale su come la religione debba essere presente nel percorso formativo degli studenti italiani. Al di là della dimensione confessionale, infatti, vi è una rilevanza culturale delle religioni che deve essere riconosciuta e valorizzata. Da tempo, ad esempio, l'Associazione '31 ottobre per una scuola laica e pluralista', alla quale partecipano numerosi insegnanti evangelici, ha avanzato il progetto di un insegnamento di 'religioni nella storia'. Insomma per parte nostra siamo pronti a un confronto culturale e politico su questo tema al quale auspichiamo voglia partecipare anche il mondo cattolico”.
Il pastore metodista Franco Becchino, giurista, è quindi intervenuto per richiamare alcune sentenze della Corte Costituzionale che hanno definito la laicità “principio supremo” dello Stato. In questo quadro valdesi e metodisti hanno sempre affermato un principio di separazione tra lo Stato e le confessioni religiose che viene ribadito anche nell'Intesa del 1984. “Al tempo stesso – ha affermato – ci sentiamo impegnati a sostenere le altre confessioni religiose che da anni attendono un'Intesa ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione. Lo ribadiamo con forza proprio perché nel corso di quest'anno abbiamo ottenuto la revisione della nostra Intesa stipulata nel 1984 e sentiamo nostro dovere sostenere le confessioni che ancora non godono di un pieno riconoscimento da parte dello Stato”.
 
 
Sinodo/7. Bioetica: presentato un documento che ammette la ricerca sulle cellule staminali
Il Sinodo lo invia alle chiese metodiste e valdesi per lo studio e la valutazione
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – La Commissione bioetica della Tavola valdese dice sì alla ricerca sulle staminali embrionali. Il coordinatore della Commissione, Luca Savarino, docente di filosofia politica all'Università del Piemonte orientale, ha presentato al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) il nuovo documento elaborato da una dozzina di teologi, giuristi, medici, scienziati e ricercatori. Il documento (scaricabile da www.chiesavaldese.org/pages/attivita/bioetica.php) è stato inviato per lo studio e la valutazione alle singole chiese.
L'idea è di rilanciare il dibattito etico in Italia, diventato "provinciale e riduttivo", ha spiegato Savarino nel corso di una conferenza stampa di presentazione del documento intitolato "Cellule staminali. Aspetti scientifici e questioni etiche".
"La direzione di ricerca sulle cellule staminali embrionali solleva grandi speranze, in ragione delle possibilità terapeutiche che essa dischiude, per combattere patologie che affliggono l’umanità e che attualmente sono giudicate inguaribili o incurabili" – ha affermato Savarino, ricordando come la sollecitudine verso i malati appartiene sin dalle origini all'essenza del cristianesimo -. La ricerca sulle cellule staminali si colloca all’incrocio di enormi quesiti teologici, antropologici, etici ed economico-sociali", ha dichiarato, sottolineando la complessità dei fattori in gioco: "Libertà di ricerca, tutela della salute, equità nell’allocazione delle risorse sanitarie, salvaguardia dell’embrione: valori egualmente difendibili entrano, talora, in aperto conflitto".
"L'annuncio evangelico non si traduce immediatamente in una norma etica oggettiva e autoevidente – ha invece spiegato la pastora valdese Erika Tomassone, membro della Commissione bioetica - ma ci chiama al rischio dell'interpretazione del messaggio cristiano". Da un punto di vista dell'etica protestante le questioni attinenti alla vita dell'essere umano non sono mai soltanto di natura biologica, ma devono tener conto sempre della biografia del soggetto, ha spiegato Tomassone: “Caratteristico della tradizione protestante è il richiamo alla responsabilità individuale, che fatalmente si traduce in un pluralismo di posizioni sia tra le diverse chiese, sia all'interno delle comunità, sia tra teologi.
La Commissione bioetica, dopo attenta riflessione, è giunta alla seguente conclusione: a noi sembra evidente che l'embrione non possieda alcuna caratteristica che permetta di identificalo con un essere umano". Meglio oggi allora rinunciare a ogni "atteggiamento pregiudizialmente difensivo" e guardare al progresso scientifico "in una prospettiva laica, in grado di coglierne i limiti e le potenzialità emancipative", ha concluso Tomassone.
 
 
Sinodo/8. Adesione alla campagna contro i tagli al Servizio civile nazionale
Un patrimonio di solidarietà e di formazione che la Chiesa valdese ha sempre sostenuto
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) ha denunciato i tagli operati al Servizio civile nazionale che, nell'ultimo anno, ha subito una diminuzione di risorse pari al 30%. Ne consegue che l'ultimo bando preveda solo 25.000 posti a fronte delle 60.000 domande presentate dai giovani nel 2008.
“I tagli penalizzano servizi importanti come quelli culturali o di sostegno ai disabili ma, al di là di questo, priva molti giovani di un'esperienza di grande valore morale e formativo” ha affermato Marco Armand Hugon, presidente della Commissione sinodale per la diaconia (CSD) nel corso di una conferenza stampa.
“La Chiesa valdese ha sempre sostenuto questa grande opportunità per i giovani – ha aggiunto Massimo Gnone, che coordina il servizio civile per la CSD diaconia valdese – sin da quando nel 1972 il Sinodo osservò un giorno di digiuno a sostegno degli obiettori di coscienza ai quali era ancora preclusa un'alternativa civile al servizio militare. Insieme a molte altre strutture che aderiscono alla Conferenza nazionale degli enti di servizio civile chiediamo quindi al Governo di indire un nuovo bando per altri 10.000 posti. Per sostenere la nostra richiesta stiamo raccogliendo delle firme”. Con un ordine del giorno il Sinodo ha deciso di aderire alla campagna “Dare un futuro al servizio civile” (http://www.firmiamo.it/scn). “E' una campagna che sosteniamo convintamente – afferma il pastore Eugenio Bernardini, vicemoderatore della Tavola valdese -. La presenza di tanti giovani impegnati nel servizio civile presso istituti valdesi e metodisti costituisce una risorsa preziosa e importante”.
 
 
Sinodo/9. Solidarietà ai terremotati dell’Abruzzo
Ringraziamenti ai contribuenti che danno il loro 8 per mille ai valdesi
 
Roma (NEV), 2 settembre 2009 – Uno tra i primi ordini del giorno approvati all’unanimità dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 23-28 agosto) è stato significativamente un messaggio di solidarietà rivolto alle popolazioni dell’Abruzzo, così duramente colpite dal terremoto dello scorso 6 aprile. I deputati sinodali – 180 tra pastori e laici - hanno espresso apprezzamento per il concreto intervento offerto dalla Tavola valdese e dall’Opera per le chiese evangeliche metodiste (OPCEMI) in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Impossibile rimanere indifferenti di fronte alle migliaia di persone che hanno perso tutto e tuttora vivono nelle tende: questo il sentire comune delle chiese evangeliche in Italia che prontamente erano intervenute e continuano a sostenere i terremotati sia con la preghiera che con fondi raccolti da sottoscrizioni.
Avviandosi verso la conclusione dei suoi lavori il Sinodo, dopo il momento solenne di digiuno e preghiera contro il “pacchetto sicurezza”, tra le altre cose ha discusso di finanze, 8 per mille, e i rapporti con le altre chiese evangeliche.
In particolare, il Sinodo ha ringraziato “tutti coloro che destinano l'8 per mille alla Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi in Italia), ritenendo che questo segno esprima fiducia ed apprezzamento per la gestione di tali fondi da parte della nostra chiesa”.
Il Sinodo ha quindi votato la ripartizione dei fondi 8 per mille ottenuti nel 2009. Si tratta di un fondo complessivo di oltre 8,2 milioni di euro derivati da circa 311.000 firme da parte di contribuenti che hanno destinato il loro 8 per mille alla Chiesa valdese: un trend positivo che segna un aumento di firme superiore del 18% rispetto all'anno precedente. “Si tratta di un significativo riconoscimento del nostro criterio di gestione – ha affermato Paolo Ricca, coordinatore della Commissione nominata dalla Tavola valdese che propone la ripartizione dei fondi -. Non un euro viene destinato alle attività di culto o al pagamento degli stipendi pastorali; inoltre la destinazione dei fondi viene resa pubblica perché i contribuenti hanno il diritto di sapere come utilizziamo i fondi che essi destinano a nostro favore”.
In tema di ecumenismo quest'anno è stato privilegiato il dialogo “intra-evangelico” ritenuto sempre più necessario: di fronte alla presenza crescente delle chiese pentecostali, che rappresentano una importante espressione spirituale dell’evangelismo mondiale, il Sinodo ha invitato le chiese “a ricercare e a rafforzare il contatto e il dialogo fraterno con le chiese pentecostali”.
Tra gli altri temi affrontati dal Sinodo risultano anche l’ambiente – in particolare in vista della prossima Conferenza ONU sul clima di Copenaghen a dicembre -, l’Unità d’Italia, rispetto alla quale è stata ribadita l’impegno delle chiese a preparare l’anniversario dei 150 anni, e il cinquecentesimo della nascita del riformatore ginevrino Giovanni Calvino (1509-1564), al quale è stata dedicata la serata pubblica del lunedì: lo storico Giorgio Tourn, con Sara Tourn, nel tempio gremito di Torre Pellice hanno presentato la pièce da loro scritta “Gli amici e i nemici di Calvino”.
 


Venerd́ 04 Settembre,2009 Ore: 14:22
 
 
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