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www.ildialogo.org Il 6° comunicato stampa della 46ª Sessione di formazione,a cura dell'Agenzia NEV,a cura di Agenzia NEV

Segretariato attività ecumeniche (SAE)
Il 6° comunicato stampa della 46ª Sessione di formazione,a cura dell'Agenzia NEV

a cura di Agenzia NEV

La sessione si sta svolgendo dal 26 luglio al 1° agosto a Chianciano (Siena) con il titolo: "La parola della croce (1 Corinzi 1:18). Interrogativi e speranze per l'ecumenismo e il dialogo".


S.A.E.
Segretariato Attività Ecumeniche
46ma Sessione di Formazione Ecumenica
Centro Congressi Excelsior, Chianciano Terme (SI)
COMUNICATO 6
 
Di “Una comunità ecumenica nel segno della croce” ha detto con ampiezza e passione il teologo valdese Paolo Ricca, aprendo sabato 1° agosto l’ultima giornata della Sessione del SAE. 
“C’eri tu quando crocifissero il mio Signore? Talvolta la croce mi fa tremare, tremare, tremare. C’eri tu quando crocifissero il mio Signore?”, ha esordito citando un negro-spiritual. “La domanda si giustifica nel fatto singolare del racconto evangelico della passione e morte di Gesù, poiché i discepoli non c’erano”, c’erano ladroni, soldati, scribi, capi dei sacerdoti, le donne da lontano, ma nessun discepolo. “La comunità ecumenica si caratterizzò allora nel segno della fuga dalla croce”. Eppure “non possiamo incontrarlo altrove se non lo abbiamo incontrato lì, dove si rivela la sua divinità, il meeting point tra Dio e l’umanità”, lì, dove “gli ultimi diventano primi. Lì solo nasce la comunità ecumenicamente cristiana che tutti aspettiamo” , ha sottolineato il Relatore.
Fuggire dalla croce significa “fuggire dal diverso in tutte le possibili specificazioni”.
In positivo, “la comunità sotto il segno della croce è la comunità che conta sul perdono di Dio”, ed è “la comunità che mette le mani nei segni della croce sul corpo del Risorto, cioè sotto il segno della croce sul corpo del Risorto”, che vive la croce nel segno della risurrezione. Una comunità che fa una piena scelta nonviolenta. Ed ha concluso con il ricordo dei “martiri, che oggi non si vergognano del nome di Cristo là dove essere cristiani significa rischiare la vita”. L’ecumenismo dei martiri è “un punto di forza” dell’ecumenismo contemporaneo, ecumenismo “ancora fatto di minoranza e di minoranze”.
 
I due moderatori, il valdese Gioachino Pistone e il cattolico Simone Morandini, hanno quindi concluso la Sessione sintetizzandone idee e suggestioni.
“Non è facile trarre conclusioni da una sessione così articolata e su un tema così centrale”, ha esordito Pistone. “Sicuramente tutti gli interventi erano uniti nel tentativo di dare conto delle nuove letture che la teologia degli ultimi decenni di propone. In particolare è di grande interesse il tentativo di superare il concetto di sacrificio vicario e di morte di Gesù che espia i peccati del genere umano. Questo all’interno anche di un nuovo modo di leggere la figura di Gesù durante la passione, ad esempio interrogandosi sulla fede di Gesù”.
Ed “è perché Gesù ha fede che noi siamo salvati, non perché il Padre lo sacrifica sul legno. Il legno non è parte del disegno di Dio, è parte del disegno umano, in particolare dell’autorità politica romana del tempo. E fa parte della libertà dell’uomo Gesù accettare di percorrere la strada che lo porterà all’innalzamento sul legno. Gesù non rinnega in nulla la sua umanità. L’impressione è che troppo spesso la teologia abbia visto sulla croce solo il Figlio di Dio e non anche il figlio dell’uomo”. “Quindi possiamo dire che la morte di Gesù conclude in maniera definitiva l’epoca dei sacrifici. La sua morte non è dunque vicaria e non può essere scissa dal resto della sua vicenda terrena né dalla sua resurrezione, ma trasforma un evento ingiusto in evento di salvezza. Ricordiamo inoltre che il “sacrificio necessario” porta ad una giustificazione della realtà esistente, anche nei termini di rapporti di potere e di violenza; mentre pensare la croce come violenza porta alla contestazione della sopraffazione e della violenza stessa”.
Sulle prospettive del dialogo ecumenico, Pistone ha ricordato che “se viviamo in una fase in cui da qualche parte ci si sforza di chiudere delle porte, noi dobbiamo moltiplicare le finestre e gli spazi di confronto e di discussione”. Il dialogo “è condizione essenziale per la testimonianza dell’Evangelo, unico, perché Gesù Cristo è unico, ma plurale nelle sue espressioni, come plurali sono le testimonianze su di Lui”.
 
In questi “tempi difficili quelli in cui è venuta a collocarsi la nostra Sessione, ha detto Simone Morandini: tempi di sofferenza per una crisi economica che colpisce con violenza i poveri in tutto il pianeta” e “di particolare sconcerto in Italia, per il decadere di un’etica pubblica che fatichiamo a ricordare a livelli così bassi, c’è bisogno di un rinnovamento radicale; davvero occorre interrogarsi su come trovare vie per un cambiamento, su quale contributo i credenti possano e debbano dare”, ricordando che già nel 1985 il SAE ragionava su “Questione etica ed impegno ecumenico delle chiese”.
 “Sotto la croce” davvero si trova “luce per abitare tempi difficili”, ha proseguito Morandini, che ha richiamato ha richiamato anche tensioni e fatiche, che hanno mostrato per la chiesa cattolica “la rilevanza che può assumere l’opinione pubblica nella chiesa, come espressione storica di quel sensus fidelium cui fa riferimento LG 12”. Ed ha attraversato le relazioni di questi giorni, e le attività dei gruppi, con preziose sottolineature. Per “un ecumenismo nel segno della croce, un ecumenismo a caro prezzo”, “che non sia mera diplomazia o scambio di sorrisi, ma che prenda sul serio il donarsi della verità di Dio”, occorre ricordare che (Cf “Caritas in veritate” n.4) la verità cristiana è tale che strutturalmente e per sua stessa natura orienta al dia-logo.
Per dirlo nelle parole del gruppo 4 (“Croce e chiesa”), “stiamo imparando ad “essere chiesa dalla Parola, creatura Verbi, chiesa nell’ascolto costante della Parola di Dio e insieme esserlo secondo le specifiche identità confessionali”, e “in un compito mai compiutamente compiuto di “ridefinizione delle identità nel dialogo”. Una comunità ecumenica sotto la croce si caratterizza, dunque “per una sua forte tensione alla disidentificazione”. Essa vive un’identità (se ancora è possibile usare tale espressione) che è donata per grazia, che è essere accolti, ospitati su una terra che non è nostra. Una comunità chiamata a riconoscere che la pace di cui è portatrice non crea un noi da contrapporre ad altri (Stefani), lasciando spazio per un approccio positivo alle altre fedi.
Forse, più che pretendere di fare della parola della croce un’impossibile segno comune, si può cercare di pronunciarla con attenzione, nella coscienza della sua specificità, nella speranza che essa possa suscitare positive risonanze, pronti ad ascoltarle con attenzione. “Lo abbiamo sperimentato anche alla sessione, ad esempio nell’intervento fuori-programma eppure tanto prezioso di Sharzad Houshmand Zadeh, e in quello di Amos Luzzatto”, che hanno offerto “prospettive diverse sulla sofferenza, eppure così arricchenti, da accogliere nella loro specificità”. Particolarmente prezioso il contributo della stessa Sharzad, con la meditazione sul dolore tra Corano e Bibbia offerta nell’ambito del gruppo 6. La croce “diviene, allora invito a pratiche nonviolente di sostegno e solidarietà, valorizzando e diffondendo le buone pratiche già esistenti”, ponendosi come germi di futuro.
Una Sessione, ha concluso Morandini, “che ha visto una ricchezza di contenuti, la presenza di volti e parole nuove tra l’altro preziose parole di donne, di ampiezza magisteriale. Una sessione in cui abbiamo sperimentato la fatica e la piccolezza del SAE, ma anche il conforto di parole come quelle di Sharzad Houshmand Zadeh che vede in questa realtà una dinamica che cresce “di bellezza in bellezza maggiore”. Ed ha richiamato ancora “la particolare bellezza”, anzi, “la giocosità della testimonianza ortodossa, offerta in forma particolarmente nitida quest’anno nel vespro celebrato da p.Vasilescu”.
 
Il Presidente Meo Gnocchi ha concluso ringraziando le molte persone e realtà che hanno contribuito all’ottima riuscita della Sessione.
 
1 agosto 2009
L’UFFICIO STAMPA


Lunedì 03 Agosto,2009 Ore: 19:06
 
 
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