- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (232) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Lettera ad un professore,di Beppe Manni

Lettera ad un professore

di Beppe Manni

Alla “Lettera allo studente” segue la “Lettera ad un professore”, con l’elenco dei sette peccati mortali dell’insegnate.
1)      “Lo scolaro ha l’orecchio sulla schiena” (Catone nel I secolo A.Ch.). Il terrore dell’interrogazione. Il ricatto, la sola severità, garantiranno casomai la disciplina, ma non il desiderio e la gioia dell’apprendimento. Devi suscitare qualche interesse, far intravedere che il sapere è una grande conquista e imparare è bello. Un investimento per il proprio futuro. La maggior sconfitta per il docente: in classe non si discute, i ragazzi sono silenziosi e non fanno mai domande.
2)       “Devo finire il programma”. Scegli cose che interessano, coinvolgi lo studente, suscita il loro interesse. Che possano esprimere la loro creatività con la costruzione di testi, canzoni, teatro, pittura, ricerche storiche, giochi matematici. La scuola come luogo dove si costruisce cultura. Se vuoi il bene dei ragazzi, collabora con gli altri insegnanti: di programmi comuni e del singolo studente.
3)      “Non devo mai mostrare quello che penso”. La scuola pubblica deve insegnare che il pensiero unico è diseducativo. I ragazzi sanno già ciò che pensi, ma devi ascoltarli, dare occasioni di dialogo, accoglierli, aiutarli a confrontarsi e a rispettare l’opinione dell’altro. Non devono adeguarsi al pensiero dell’insegnante. L’aula non né una chiesa, una scuola religiosa, né uno studio televisivo dove o si ascolta in religioso silenzio o fai bella figura urlando e dicendo oscenità.
4)      “Com’è simpatico e bravo il figlio del dottore”. La tentazione di avere amici influenti, in attesa di qualche tornaconto. La predilezione verso alcuni studenti, suscita gelosie e senso dell’ingiustizia. Lo studente non lo dimenticherà più. Ti ricorderà invece con piacere se sei per lui un maestro competente e giusto, un amico attento.
5)      “Sono fortunata che nella mia classe non c’è nessun extracomunitario”. Allora vai ad insegnare in una scuola privata che ti seleziona gli alunni. La tua missione è lavorare tra una popolazione viva, campione della società nella quale i ragazzi vivono. Cerca di costruire un pezzo di società tollerante e con valori condivisi
6)      “Io in gita con i ragazzi non ci vado mai. Non si prendono soldi e ci sono solo responsabilità”. Scegli gite intelligenti: escursioni in montagna e visite a piccole città, dove si spende poco e si sta insieme. E’ l’unica occasione dove i ragazzi sono veramente se stessi.
7)      “Il mio mestiere non è una missione”. L’insegnante ha un ruolo educativo molto importante. Una grande responsabilità. Oggi tutto si vende e si scambia; tutto è omologato dalla TV, la scuola rimane un luogo sempre più piccolo, dove si può educare alla libertà personale e alla critica intelligente. Ama lo scolaro. Non sei un “amicone”, ma un educatore, un padre e una madre. L’autorità deve nascere dalla tua professionalità e da quello che sei.   Sii virtuoso: onesto, giusto, retto. Lo studente se ne accorge.
 Beppe Manni
2 Ottobre


Venerd́ 06 Novembre,2009 Ore: 17:13
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Scuola

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info