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www.ildialogo.org La paternità nella società moderna,di Giuseppe P. Fazio

La paternità nella società moderna

La riscoperta del ruolo maschile nell’educazione dei figli


di Giuseppe P. Fazio

Nell’accezione comune, con il termine paternità, solitamente viene indicata la condizione di colui (padre) che, in un rapporto giuridico/affettivo unico e privilegiato con una donna (madre), origina un nuovo essere umano (prole). Da questo concetto di paternità biologica derivano quelli di paternità adottiva, spirituale, etc..

Ma il termine paternità, nel tempo, si è caricato di tali e tanti significati che imprigionarlo in una singola definizione sarebbe alquanto riduttivo. Secondo una visione antropologico/evoluzionista il concetto di paternità è una costruzione culturale della specie umana a seguito della presa di coscienza che la fecondazione della donna, e quindi la sua maternità, è frutto del seme maschile. Ora, se è vero che la scoperta del fuoco fu importante per l’umanità, non da meno lo fu la scoperta della paternità: tutte le più importanti culture a noi note, infatti, presuppongono tale concetto che, indubbiamente, ebbe luogo in un periodo storico, talmente remoto, per il quale le fonti sono assai scarse.

I pochi studiosi che si sono occupati dell’evoluzione di tale concetto sono comunque riusciti a tratteggiare in modo sufficiente lineare il suo sviluppo. E’ ovvio, però, che la relazione fra atto sessuale e procreazione, essendo di natura sperimentale e non di evidenza immediata, mostra enormi difficoltà dimostrative. Il concepimento, infatti, avviene nel segreto del corpo femminile e non è assolutamente osservabile, al contrario del parto, che è del tutto manifesto e visibile. Il lungo lasso di tempo, poi, che intercorre fra il primo ed il secondo - ossia tra il concepimento ed il parto - non contribuisce certo ad evidenziare il loro legame, ma rende, al contrario, ancora più difficile ipotizzare una loro qualsiasi relazione. Per millenni, quindi, presumibilmente, gli esseri umani ignorarono che era l’uomo a fecondare la donna, la quale sembrava dunque essere l’unica detentrice della capacità procreativa: se l’uomo era indispensabile nel provvedere alla sopravvivenza ed alla difesa del gruppo, era tuttavia la donna che, creando nuovi individui, lo incrementava e lo reintegrava conquistandosi, in tal modo, un ruolo di primaria, indiscussa importanza.

Naturalmente, la successiva scoperta del necessario ruolo maschile nella procreazione, provocò indubbiamente reazioni sconvolgenti per l’intero assetto politico, sociale ed economico. I tempi per arrivare ad una sufficiente certezza del meccanismo del concepimento saranno stati certamente lunghissimi ma, inarrestabili i conseguenti mutamenti che pian piano portarono al modello di società patriarcale che, con sfumature e tempi diversi, si impose a quasi tutta l’umanità. Tale modello, ancora oggi dominante, si fonda sulla esaltante conquista del titolo di creatore da parte dell’uomo che liberatosi dalle frustrazioni dovute all’assoggettamento secolare all’unica creatrice (la donna), operò in modo tale da configurare una società volta esclusivamente alla conquista del primato assoluto del maschio sulla femmina e, conseguentemente, sugli altri uomini dal lui creati (i figli).

Nel tempo, in seguito alle conseguenti evoluzioni sociali e culturali, il ruolo del padre, ha subito notevoli trasformazioni. Attualmente, rispetto al passato, non lo si identifica più esclusivamente con attività prettamente maschili: la funzione paterna pare infatti aver attraversato un forte momento di crisi e di decadimento sociale, caratterizzata dal crollo di valori ed ideali. All’interno della famiglia, in seguito all’influenza di separazioni e divorzi, la funzione paterna non è più rappresentata necessariamente dalla parte maschile della coppia: i compiti che prima spettavano alla figura paterna, oggi vanno a costituire una vera e propria funzione paterna assolta il più delle volte non dal padre, con il rischio di una conseguente eclissi familiare, culturale e sociale del ruolo maschile. Oggigiorno si assiste ad una fusione, piuttosto che ad una integrazione dei ruoli genitoriali con il conseguente rischio di incorrere nel pericolo di una svalutazione o delegittimazione dell’essere padre: è la figura materna che spesso assume su di se entrambe le funzioni.

Nel nostro tempo, soprattutto per gli adolescenti, la figura della madre è quindi fortissima: frequentemente il padre viene vissuto come assente, generando, logicamente, una inevitabile sofferenza. Il padre, o non c’è fisicamente o, altre volte, se pur presente, ha implicitamente rinunciato alla propria funzione genitoriale: la famiglia moderna oggi sembra essersi assestata su un modello prevalentemente di tipo binario, composta da una madre e dal suo rapporto esclusivo coni figli. L’uomo, relegato fondamentalmente a procacciatore economico, non svolge più le sue naturali funzioni educative e sociali all’interno dell’istituto familiare. Questo rende i figli, futuri cittadini, più soli ed incapaci nell’affrontare la grande e complessa sfida della vita. Ovunque, le cronache ne sono la prova, la gran parte degli omicidi, dei suicidi, della violenza in genere, dei fallimenti scolastici, matrimoniali e di molte patologie mentali legate o non all’uso di droghe ed alcool, sono da imputare all’assenza paterna. E’ appurato infatti che un figlio senza genitori o con un solo genitore sia molto più a rischio: l’assenza della figura paterna, in particolare, e lesiva di quel meccanismo che porta all’interiorizzazione normativa.

Fortunatamente però, negli ultimi tempi, sembra si sia avviata una nuova fase tendente alla realizzazione di una nuova paternità essenzialmente di natura educativa, volta a favorire la crescita umana dei figli e la costruzione di una consistente identità nelle nuove generazioni. Tale riformulazione dei ruoli si è resa possibile in quanto la delegittimazione storica del ruolo paterno, probabilmente, ha consapevolizzato alla necessità di avvicinarsi alla paternità con aspettative diverse, avviando la ricerca di una riorganizzazione fondata non più sul concetto di padre padrone: attualmente, il padre, assume molti più compiti mirati alla cura dei bambini dimostrando una maggior disponibilità emotivo/relazionale, all’interno di un rapporto di reciprocità col figlio.

In un mondo dove l’unica certezza è riscontrabile nell’assenza di certezze, dove i modelli ideali sono stati usurpati da modelli virtuali poco calati nella vita reale, appare sempre più urgente il riaffermarsi di una funzione di sostegno circa l’adeguamento alle norme. Vi è l’enorme necessità di una guida, figura di riferimento, necessaria al confronto tra realtà e fantasia, al fine di giungere ad uno sfogo della naturale aggressività, in chiave progettuale: compiti che, vista la particolare configurazione psicologica, il padre assume in modo più adeguato e con più facilità rispetto alla madre. La coppia è fortemente necessitante, per la sua stabilità nel tempo, di nuovi e più solidi equilibri, basati principalmente sul rispetto delle differenze di genere, oltre che sulla valorizzazione delle qualità individuali. Riconoscere il ruolo del padre è fondamentale in quanto rassicura la madre sulla condivisione di oneri e onori, successi e fallimenti che costelleranno, inevitabilmente, il futuro sviluppo del loro bambino. Ma, soprattutto, il riconoscimento del ruolo del padre aiuta la madre nel processo di separazione dal figlio: è lui infatti il terzo polo della relazione madre-bambino, tra cui si interpone, andando ad impedire l’instaurazione di una esclusività tra la madre ed il figlio, favorendo quindi il riconoscimento da parte del bambino di se stesso come essere esistente indipendentemente dalla madre.

La separazione dalla madre è il primo grande dolore che vive il figlio per opera del padre ed è un evento centrale ed importantissimo per il futuro sviluppo psico-fisico. Escluso dalla coppia coniugale, costretto a trovare una propria organizzazione esterna alla coppia, il bambino sviluppa una propria personalità, elemento necessario per una corretta vita di relazione con se stesso e con gli altri. La funzione principale del padre consiste quindi nel favorire la nascita e la crescita di un carattere specifico del soggetto, svincolato da qualsivoglia dipendenza affettivo/relazionale.

Non va dimenticato, ed è bene che sia così, che non è possibile uno sviluppo valoriale raggiungibile senza un costo in termini di impegno e sforzo. La figura paterna è preposta all’insegnamento dell’inevitabilità del fallimento umano e della necessaria reazione al superamento di ciò. Non solo a livello individuale, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale, il padre viene esperito come il fondatore e portatore delle leggi, come colui che le fa rispettare: atteggiamento, questo, fondamentale soprattutto con gli adolescenti, al fine di un corretto sviluppo dell’identità sessuale e di genere. Il padre, con la dimostrazione delle proprie capacità al figlio, è la figura più idonea alla semplificare degli scenari sociali futuri: l’autorevolezza, quando assunta dalla madre, provoca, di solito, nell’adolescente, la contraddizione inconscia di una norma percepita come non pienamente e culturalmente legittimata. L’adolescenza, momento del confronto, talvolta di distacco dai genitori ed in particolare dalla figura materna, necessita quindi, di un ridimensionamento, del ruolo materno a favore di quella paternità che oggi sembra stia iniziando a ritrovarsi.

Paternità, quindi, non solo come elemento di inevitabile derivazione biologica ma come atteggiamento cosciente per una sana continuità della coppia, della famiglia e della società tutta: colonna sulla quale si dovrebbe reggere il nostro sistema basato su famiglia e lavoro. Il padre, insieme alla madre ovviamente, è garanzia che la famiglia ed i figli siano tutelati nella loro integrità fisica e mentale. Rivalutare la paternità e la cultura paterna che ne deriva è un valore da tutelare e diffondere al fine di non incorrere in un inevitabile disintegrazione familiare e sociale.



17 ottobre 2009
 
 
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O Ruofolo - Periodico della Comunita' di fede di Sant'Angelo a Scala (Av)

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