Per le persone che convivono con un tumore il sostegno dei familiari e degli amici è un fattore che riveste un’importanza fondamentale nel loro percorso, tuttavia una diagnosi di cancro spesso coglie tutti di sorpresa e modifica i ruoli che siamo abituati ad interpretare.

Quelli di noi che non hanno personalmente lottato contro un cancro, anche se ben intenzionati, non sono in grado di capire pienamente ciò che l’altra persona sta attraversando emotivamente e fisicamente. Ma, in ogni caso, non è possibile sottrarsi a certi avvenimenti. Come affrontare questo nuovo territorio? Quali i consigli che possono aiutare le persone colpite a sostenersi nel loro viaggio solitario?

Innanzitutto, iniziamo con il dire che ascoltare qualcuno malato di cancro può sembrare facile, ma è spesso sorprendentemente difficile. Un orecchio in ascolto è spesso l’aiuto più grande che si possa dare. Lasciare che l’altra persona esprima i suoi sentimenti è cosa buona, anche se a volte quello che si ascolta è scomodo, duro ed inaspettato. L’opportunità del conforto, della condivisione, l’assenza del giudizio è come una medicina. Bisogna ascoltare sapendolo fare con gli occhi ed il corpo, non solo con le orecchie. Come davanti a dei bambini, ci si trova di fronte ad una serie di paure ed emozioni difficili. Che cosa accadrà? Sentirà dolore? Vivrà? Come cambierà la vita?

In verità, non esistono consigli buoni per affrontare certe situazioni, ognuno vive le emozioni in modi assai differenti. Il dolore è e resta sempre un fatto privato. Ma, di certo, i timori vanno affrontati a muso duro. I timori, i nostri, devono essere superati in modo da essere davvero in grado di ascoltare e supportare. Una persona ammalata di cancro resta sempre una persona, sicuramente speciale, priva d’età, fuori dal tempo ma, in ogni caso, una persona con le sue fragilità e prospettive future. Abbattersi non è mai la soluzione. Spesso, molto spesso, lo humor può essere un buon compagno di viaggio, migliore di molte medicine!

20 giugno 2009