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www.ildialogo.org Alla riscoperta del padre perduto…,di Giuseppe P. Fazio

Alla riscoperta del padre perduto…

Il ruolo del padre nel percorso di sviluppo di un bambino


di Giuseppe P. Fazio

Le ricerche condotte in ambito psicologico sul ruolo del padre, soprattutto a partire dagli anni 70, testimoniano un rinnovato interesse per le questioni inerenti la famiglia, la divisione dei ruoli sociali e la relazione fra fattori biologici e culturali nei processi di sviluppo umano. Tali studi hanno preso in considerazione le caratteristiche del legame figlio-padre, gli effetti positivi di questo legame sullo sviluppo del bambino e le differenze fra padre e madre nella relazione di attaccamento.

Il coinvolgimento del padre, nell’educazione dei figli, riguarda gli aspetti di accessibilità, di responsabilità, di impegno diretto e il suo contributo allo sviluppo presenta caratteristiche specifiche che lo rendono differente, ma ugualmente significativo, rispetto a quello offerto dalla madre. Il tempo che i padri trascorrono con i figli è oggi maggiore rispetto al passato. Mentre le madri tendono a parlare di più con i figli, i padri prediligono il gioco e le attività fisicamente impegnative, incoraggiando comportamenti esplorativi e autonomi. La presenza di un padre favorisce lo sviluppo psicosociale del bambino in aree quali l’autostima e il successo scolastico, con una significativa riduzione di comportamenti a rischio.

Oggi, la paternità, si configura come un’esperienza molto diversa dalla quella vissuta dalle generazioni precedenti, in quanto si situa in contesti culturali ed etico-normativi totalmente mutati rispetto al passato: il movimento femminista, il progressivo inserimento delle donne nel mondo del lavoro e la trasformazione dei modelli economici hanno contribuito a ridefinire i ruoli maschili e femminili, modificando i rapporti di potere all’interno della coppia.

Un elemento significativo per comprendere la funzionalità della famiglia riguarda il culto borghese del lavoro che pone grande enfasi sull’intraprendenza, il raggiungimento del successo e l’acquisizione di ricchezze. L’etica borghese favorisce una sostanziale asimmetria di ruoli sociali, esalta la centralità del padre come depositario dell’autorità e dei valori, scoraggiandone il coinvolgimento affettivo nei confronti degli altri membri della famiglia (modello del padre assente). Di conseguenza, non sono ritenuti appropriati al comportamento maschile e paterno attributi quali la capacità di dare calore, dedizione, affetto, classificati e riconosciuti come specificamente femminili e materni. Il padre è visto principalmente come colui che assicura, attraverso la propria attività lavorativa, il soddisfacimento dei bisogni materiali, in contrapposizione alla madre che provvede alla cura dei figli e dell’ambiente domestico.

Gli scenari produttivi del nuovo millennio creano inevitabilmente condizioni diverse e di conseguenza si modifica il ruolo sociale assegnato alla figura paterna. Un bambino che gode della presenza di un padre, percepito in modo positivo, sicuramente interagisce in modo propositivo, stimolando l’attenzione e l’affetto del genitore. Allo stesso modo, il coinvolgimento del padre è associato a un livello maggiore di soddisfazione per quanto riguarda il rapporto con la madre. Questo dato può essere interpretato sia nel senso che l’accordo fra partner aumenta il coinvolgimento paterno, sia nel senso che una madre che percepisce il partner come un affidabile collaboratore nella cura dei figli è più disponibile a delegare e chiedere aiuto. Dunque l’armonia fra partner e il coinvolgimento affettivo del padre lascia pochi dubbi sul fatto che un ambiente familiare sereno, privo di conflitti e triangolazioni, costituisce un elemento di fondamentale importanza per svolgere un adeguato ruolo genitoriale, materno o paterno che sia.



13 gennaio 2009
 
 
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