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www.ildialogo.org Sulla sociologia della conoscenza: conoscenza e società,di Giuseppe P. Fazio

Rubrica SPUNTI SOCIOLOGICI/4
Sulla sociologia della conoscenza: conoscenza e società

di Giuseppe P. Fazio

Vi è sempre una qualche relazione fra conoscenza e società, pertanto, qualunque tipo di attinenza esistente, presuppone un’intera teoria di metodo sociologico che, nella sua esposizione mette in mostra, appunto, la tipologia del rapporto ipotizzato.

Marx ed Engels, fanno riferimento ad un tipo soltanto di rapporto, quello causale. Questo tipo, viene definito in vari modi: determinazione, corrispondenza, riflesso, prodotto, dipendenza ecc. ma, più di ogni altra cosa, viene connotato come interesse o bisogno. Quando gli strati sociali - affermano questi - hanno, in un determinato stadio del loro sviluppo storico, determinati bisogni, si genera una precisa pressione perché siano sviluppate le idee e conoscenze che maggiormente si confanno alla particolare esigenza. Le visioni di Marx, nonché quelle di Engels, concordano sull’esistenza di una stretta connessione tra idee e struttura economica[1]; è quest’ultima, che all’interno della società va a determinare i sistemi di idee. A tal proposito, la teoria marxista della storia afferma che, presto o tardi, i sistemi di idee inconciliabili con la struttura di potere dominante verranno respinti in favore di quelli, che al contrario, affermano, avallandolo, il potere costituito.

Anche Durkheim, ne Le forme elementari della vita religiosa, fa riferimento all’idea di una corrispondenza tra la struttura sociale e le idee. Nella fattispecie questa corrispondenza, si concretizza nell’idea di categorie di pensiero come riflessi di certe caratteristiche dell’organizzazione dei gruppi. Le categorie sociali sono quindi, nella loro concretizzazione e proiezione nel mondo, i differenti aspetti dell’ordine sociale.

Il rapporto esistente tra idee e fattori esistenziali trova in Scheler la sua ragion d’essere nell’interazione. I fattori esistenziali, nella loro interazione con le idee, fungono da agenzie di selezione degli ambiti dove le idee potenziali trovano la concreta espressione. Questi non creano o determinano il contenuto delle idee ma, molto più semplicemente, sono responsabili della differenza fra potenzialità e concretezza impedendo, ritardando o accelerando l’attuazione delle idee potenziali. Scheler adopera il concetto di identità strutturali, il quale si riferisce sia ai presupposti comuni delle conoscenze e delle credenze sia alla struttura sociale, economica e politica. Nell’analisi delle identità strutturali né le sfera economico-sociale, né tanto meno quella della conoscenza hanno una valenza maggiore ma, al contrario, entrambe sono determinate dalla struttura degli impulsi delle élite sociali.

Tali dottrine assolvono alla duplice funzione di fornire oltre ad una spiegazione causale della conoscenza, una spiegazione funzionale della sua persistenza nonché del suo mutamento. La conoscenza, nel concetto di funzionalità marxista, non è da attribuire alla società nella sua totalità bensì a specifici strati sociali. Durkheim, d’altro canto, oltre a considerare le categorie come risultati sociali, indica anche le loro funzioni sociali. L’analisi funzionale quindi, non è da considerarsi orientata alla spiegazione del sistema di classificazione di una società ma, all’affermazione dell’esistenza di un sistema comune alla società stessa. Vi è la necessità, per favorire le comunicazioni tra gli individui e la coordinazione delle loro azioni, di un sistema comune di categorie. Questo sistema comune rappresenta una necessità funzionale, è in pratica il modo in cui la società comunica agli individui la sua indiscussa autorità[2]. Contrariamente, non sarebbe possibile, escludendo una qualsiasi base comune di significati, dar luogo alla società come noi la conosciamo.


[1] La Sociologia della Conoscenza è stata particolarmente attratta dai concetti di sovrastruttura e sottostruttura. Sulla corretta interpretazione delle idee di Marx la controversia e stata particolarmente violenta; il marxismo, successivamente, tenderà ad identificare la sottostruttura con la struttura economica di cui la sovrastruttura doveva essere un diretto riflesso. Il pensiero umano - secondo Marx - è fondato sull’attività umana e sulle relazioni sociali prodotte da quest’attività per cui, la più calzante interpretazione di sottostruttura e sovrastruttura è di vederle rispettivamente l’una come l’attività umana, l’altra come il mondo prodotto da quest’attività.
[2] Concezione questa che è stata ulteriormente sviluppata da Sorokin, il quale, in alcuni suoi scritti indica le numerose funzioni che i diversi sistemi di tempo e di spazio vanno ad assolvere.


15 aprile 2008
 
 
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O Ruofolo - Periodico della Comunita' di fede di Sant'Angelo a Scala (Av)

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