in “il manifesto” del 16 gennaio 2008
Lo scontro fra la scienza e la fede che si sta dispiegando sotto i nostri occhi increduli in momenti nodali dellattuale
vicenda umana, religiosa e politica, ripropone in termini formalmente nuovi ma sostanzialmente identici la dura
competizione che si è scatenata allalba della modernità fra la «fede ormai impallidita» e la scienza che stava nascendo.
Ci sembra di tornare indietro di cinquecento anni quando il potere ecclesiastico e quello scientifico entrarono in feroce
concorrenza per legemonia sul mondo nuovo. E fra i due contendenti fu schiacciata quella corrente dellumanesimo, presente
sia nella Chiesa che nel mondo scientifico, che era intrisa di amore per la natura.
Impedendole di svilupparsi e di indirizzare la nascente razionalità scientifica verso esiti meno distruttivi. La storica
Anna Foa, nel suo Giordano Bruno, si domanda se gli inquisitori non fossero partecipi ben più di Bruno (e di Galileo), in
quellinizio del secolo XVII, di una mentalità moderna, e non rientrassero ormai nellambito di un pensiero
razionalistico e geometrico che non offriva più spazio né credito alla cultura naturalista del Rinascimento. Benedetto
XVI ripropone nei suoi pronunciamenti quella sciagurata spartizione che ha avuto esiti così disastrosi. E lo farà, cè da scommettere, anche alla
Sapienza: a voi il dominio materiale sulla natura, alla Chiesa il dominio assoluto etico e spirituale. Chi fa le spese di
una tale spartizione sono i Bruno, i Galilei e le streghe di oggi. Come il Sabba fu lo strumento inquisitorio della caccia
alle streghe così oggi si usa laborto per accendere nuovamente i roghi delle donne. Un passo avanti si è fatto: è sparito
il rogo fisico. Ci si contenta di riproporre la condanna penale dellaborto e la moratoria. Ma il risultato culturale e politico è sempre lo
stesso: lannullamento della soggettività femminile come soluzione finale per il dominio moderno sulla natura. Le
persecuzioni delle streghe non furono un fenomeno medioevale.
Il culmine dei pogrom è tra il 1560 e il 1630, quindi allinizio dellepoca moderna. Gli ultimi processi contro le streghe
ebbero luogo nel 1775 in Germania, nel 1782 in Svizzera e nel 1793 in Polonia. Le «streghe» vennero lacerate tra la Chiesa,
che voleva tener salda la «fede ormai impallidita» come bastione di resistenza, e la «ragione che stava fiorendo» e che
portava al dominio sulla natura. La fede impallidita e la ragione fiorente, in feroce competizione per legemonia sul mondo
nuovo che stava nascendo, si allearono per togliersi di mezzo la donna, radicale ostacolo alla cultura del dominio. I
medici, ad esempio, contribuirono sistematicamente con la loro consulenza specifica al controllo del grado di tollerabilità
delle torture delle streghe. Lo fecero per danaro ma anche per strategia politica e di potere. Il nuovo soggetto
«illuminato» doveva costituirsi in opposizione alla natura interiore ed esteriore e non in sintonia con esse. Limmagine
magica del mondo, che aveva potuto resistere nei secoli nonostante la cristianizzazione, venne eliminata allirruzione del
periodo manifatturiero, con il trionfo della scienza moderna sulla teologia. Suo becchino fu però la chiesa, cosa che
comportò lassassinio delle donne, nel senso più vero dellespressione. La cifra di un milione di roghi non è esagerata.
Sia lumanità medioevale che impallidiva e resisteva sia la «nuova» umanità dellepoca industrializzata era maschile.
Scrive queste cose, ed è sintomatico, la teologa tedesca Hedwin Meyer Wilmes docente di teologia femminista alluniversità
cattolica di Nimega - Olanda, sulla rivista teologica internazionale Concilium 1/98. La competizione storica delineata
sopra per legemonia sulla modernità prosegue oggi. Le modalità sono diverse, ma resta una competizione fra culture
maschili che si alleano per togliersi di mezzo lostacolo comune e cioè la soggettività femminile. Dopo quattro secoli di
rimozione, il naturalismo riemerge in forme nuove. Esso non è da confondere con la negazione dellevoluzione in nome di una
visione mitica della natura né con lespandersi del mercato ai bisogni della psiche attraverso mode pseudo-religiose. È
piuttosto emersione di soggettività dal basso e riscatto di culture represse. In qualche modo un ritorno della cultura
delle streghe e dei maghi del Rinascimento e anche un riscatto delle culture indigene. Non va dimenticato infatti che nei
secoli XVI e XVII, insieme al genocidio delle streghe e dei maghi si realizza il genocidio dei popoli indigeni delle
Americhe e in Asia dei popoli di cultura sciamanica ad opera della colonizzazione russa. È ormai consolidata nella
esperienza e nella riflessione del femminismo la convinzione che la ridefinizione della relazione uomo-donna come
reciprocità, al posto della storica dipendenza gerarchica, fa tuttuno con la medesima ridefinizione del rapporto fra
classi-popoli-culture dominanti e dominati e con la pacificazione fra umanità e natura, tanto che ormai si parla di
«ecofemminismo». Si intitola significativamente Gaia e Dio. Una teologia ecofemminista per la guarigione della terra una
recente opera di Rosemary Radford Ruether, teologa nord-americana di grande prestigio, in cui risuona il tema caro a Bruno
e anche a Galileo della immedesimazione fra la uomo, natura e Dio. La critica verso la divaricazione progressiva fra
modernità e natura e il bisogno di nuovo naturalismo non è solo della teologia femminista, ma ora sembra lapprodo della
stessa teologia della liberazione. «Tremate, tremate, le streghe son tornate», uno degli slogan più significativi del
femminismo, è stato preso sul serio dai poteri che si contendono legemonia del mondo globalizzato. Ed è ripartita la
caccia da parte sia di quel mondo scientifico che è legato a filo doppio alla nuova religione del danaro, sia di quel mondo
della fede che punta con forza al ritorno del sacro e osteggia in ogni modo il processo storico di liberazione da ogni
alienazione. Opporsi a questa orrida pratica repressiva verso la donna e verso la liberazione è parte della ricerca e della
lotta per un «nuovo mondo possibile». enzo mazzi
da Rassegna stampa di Incontri del fine settimana - http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa/080116mazzi.pdf 
Giovedì, 17 gennaio 2008
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