Non si placano le reazioni al documento vaticano da parte delle chiese evangeliche

di Agenzia NEV del 25-7-2007

Reazioni in Italia e nel mondo



Roma (NEV), 25 luglio 2007 - Il recente documento vaticano intitolato “Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa”, in questi giorni ha destato amarezza nel mondo evangelico italiano. Pubblicato lo scorso 10 luglio, il documento della Congregazione per la dottrina della fede reca l’approvazione di Benedetto XVI e afferma che le chiese protestanti “non possono, secondo la dottrina cattolica, essere considerate chiese vere e proprie, perché mancanti di una successione apostolica che risalga a Cristo e agli Apostoli”.
Alle prime reazioni a caldo di una serie di esponenti del protestantesimo italiano e mondiale (vedi NEV 29/07), nei giorni scorsi se ne sono aggiunte altre. In particolare la pastora Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), in un comunicato stampa del 12 luglio ha affermato: “Il pontificato di Benedetto XVI, sulla scia di quello precedente, sta dando interpretazioni sempre più restrittive dei contenuti di novità del Concilio Vaticano II, riportando gradualmente la chiesa cattolica a posizioni pre-conciliari”. Per Maffei l’affermazione secondo cui la Chiesa di Cristo “sussiste” in via esclusiva nella chiesa cattolica “emargina ed esclude le altre chiese cristiane e in quanto tale è un’espressione settaria. Nessuna comunità o gruppo di credenti, piccolo o grande, può pretendere di avere l’esclusiva per il corretto uso del termine ’Chiesa’. Allo stesso modo, nessuna comunità o gruppo di credenti, e nessun ministro di tale gruppo, piccolo o grande, può pretendere che la propria dottrina sia universalmente considerata infallibile solo per il fatto che la proclama tale”.
Rammaricata anche la Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI): “Chi crede e dedica il proprio impegno al dialogo ecumenico non può che essere amareggiato di fronte ad un messaggio così rigido che oltrepassa e travolge il percorso di anni realizzato con serietà ed entusiasmo e profondamente radicato nel messaggio biblico”, ha dichiarato Stefano D’Amore, segretario FGEI.
Il pastore Remo Cristallo, presidente della Federazione delle chiese pentecostali (FCP), in una presa di posizione articolata si interroga sulla natura del dialogo con la chiesa cattolica, dialogo che ritiene impraticabile data la rivendicazione della stessa di una “superiorità a priori, per diritto divino”, mentre l’Alleanza evangelica italiana (AEI), tramite il suo presidente, pastore Roberto Mazzeschi, ricorda che i conti, in materia di fede, si fanno con Dio, non con il papa e la gerarchia: “nessuna istituzione umana ha l’autorità di dare patenti di ecclesialità ad altre”.
Per Dora Bognandi, responsabile del Dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste (UICCA), il documento vaticano “non ha contribuito a facilitare il dialogo”, e aggiunge: “Ogni chiesa ha il diritto di avere una propria identità, di considerare vere alcune cose e altre meno, di avere un corpus dottrinale che difende e che la distingue, ma bisogna ben guardarsi dal pensare di possedere la verità in maniera esaustiva ed esclusiva, perché la Verità sussiste solo in un Essere che non è di questo mondo”. Tuttavia, tutti notano come la recente affermazione della chiesa cattolica riprenda quanto già pronunciato nella nota "Dominus Iesus", confermando in fondo la sua tradizionale posizione.


Ancora reazioni al documento vaticano dal mondo evangelico internazionale

Roma (NEV), 25 luglio 2007 - Continuano a giungere reazioni dal mondo evangelico internazionale alla pubblicazione del documento vaticano “Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa”, pubblicato il 10 luglio, in cui si afferma che l’unica vera chiesa di Cristo è quella cattolica romana.
“Sebbene questa posizione non ci giunga nuova - ha dichiarato il pastore Ishmael Noko, segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM) -, siamo rattristati e delusi dal fatto che venga ribadita nuovamente per il nostro contesto attuale, in cui il lavoro della collaborazione ecumenica ha prodotto risultati così significativi”.
Per il Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli USA (NCCCUSA) ha parlato Ann Riggs, segretaria generale associata della commissione “Fede e Costituzione”, che ha sottolineato come il documento sia rivolto ai cattolici: “Il chiarimento del Vaticano si limita ad affermare la propria dottrina dal loro punto di vista”. E ha aggiunto: “Certamente Roma non sta dicendo che la porta del dialogo ecumenico è chiusa, ma vediamo che c’è ancora molto altro di cui parlare e discutere”. Anche per il pastore Walter Altmann, presidente della maggiore chiesa luterana del Brasile, nonché moderatore del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), si tratta di un documento diretto ai membri della chiesa cattolica romana: “Non bisogna sorprendersi, tuttavia, se le dichiarazioni interne di ogni chiesa hanno anche ripercussioni nelle altre chiese”.
Il Consiglio dei vescovi della Chiesa metodista unita degli USA si dice fiducioso nella prosecuzione del dialogo con la chiesa cattolica, rifacendosi al fondatore del metodismo: “Riteniamo che lo ’spirito cattolico’ di John Wesley sia il punto di partenza e di continuazione del nostro dialogo”. E ancora: “Noi, in quanto eredi di Wesley, affermiamo nella nostra introduzione liturgica ai credi che ’dove c’è lo Spirito del Signore, là c’è la sola vera chiesa, apostolica e universale’”.
Preoccupazione per il futuro del dialogo ecumenico è giunta anche dalla Federazione protestante di Francia (FPF), che auspica e prega che “ogni chiesa (e anche la chiesa cattolica romana!) possa proporre delle piste di dialogo”, e dalla Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES), per la quale la chiesa di Roma “si rinchiude in se stessa e si esclude dalla comunione universale delle chiese”. Per l’Alleanza evangelica spagnola non c’è motivo di fastidio né di preoccupazione, perché “la Chiesa, come dice la Bibbia, è un corpo spirituale vivo con a capo Cristo, non il papa”.



Giovedì, 26 luglio 2007