TRA PROCLAMI E COPERTURE, RESTA VIVA NELLA CHIESA LA PIAGA DEI PRETI PEDOFILI

di Agenzia Adista n. 65 del 27/09/2008

34597. ROMA-ADISTA. “Essere prete è incompatibile con gli abusi sessuali: questo comportamento contraddice la santità”. Parola di papa, in volo il 12 luglio scorso verso l’Australia, dove a breve avrebbe incontrato le famiglie delle vittime dei preti pedofili. Parole forti, inequivocabili e più volte ribadite nel corso di questi anni di pontificato che, però, non hanno ancora prodotto un’inversione di tendenza del fenomeno. Così ai casi già riferiti (v. Adista n. 35/06) se ne aggiungono sempre di nuovi. Poco prima della partenza di Benedetto XVI per l’Australia, il Giornale di Vicenza aveva portato alla luce il caso di p. James Tully, missionario saveriano statunitense, trasferito dal superiore Rino Benzoni presso l’Istituto dei Saveriani di Vicenza in seguito alle accuse formalizzate negli States. Bill Nash, una vittima delle “attenzioni” del sacerdote, aveva scritto più volte ai superiori della Congregazione e al papa. Per tutta risposta, il sacerdote veniva semplicemente trasferito altrove. Nash aveva così deciso di coinvolgere la stampa americana e italiana in un’ampia campagna sui casi di abusi di preti su minori caduti nel dimenticatoio. “La mia intenzione - ha dichiarato Bill Nash - è non fermarmi finché il Vaticano non sarà costretto a confrontarsi con questo problema”: “Intendo denunciare un secondo prete”, p. Mario Pazzotti\pard f1 che “ha ammesso di aver stuprato un ragazzino di 14 anni”. Anche Pezzotti, ha precisato, “continua tuttora a fare il sacerdote nelle missioni in Brasile”.

Il Positano News, quotidiano della Costiera amalfitana, informa il 31 agosto scorso di una denuncia per abuso ad opera di un prete presentata dalla famiglia di un ragazzo di 16 anni, abituale frequentatore di una parrocchia di Pontecagnano. “La diocesi – racconta il quotidiano sul numero del 31/8 – ha provato a tenerla segreta finché ha potuto”. Eppure “in attesa dell’epilogo giudiziario, nei confronti del sacerdote non è stato assunto alcun provvedimento. Solo un cambio di sede”. L’unica testa a saltare è stata quella di don Carlo Magna, vicerettore del seminario di Pontecagnano, colpevole di aver inoltrato a Roma una relazione su alcune anomalie nella gestione del Seminario. In seguito alle sue denunce, don Carlo è stato sospeso dall’incarico con un dubbio procedimento disciplinare, firmato dal vescovo mons. Gerardo Pierro, talmente inconsistente da meritare la bocciatura dalla Segnatura apostolica.

Il 17 aprile scorso, il quotidiano il Messaggero ha pubblicato la notizia di don Giorgio Carli, sacerdote 44enne di Bolzano, condannato in appello a 7 anni di reclusione per le violenze sessuali ai danni di una parrocchiana, all’epoca ancora minorenne, che aveva denunciato il reato solo in seguito ad un lungo percorso di psicanalisi.

A fine maggio, sono scattate le manette per don Mauro Stefanoni, parroco di Laglio, in provincia di Como. Il prete, condannato in primo grado a 8 anni di detenzione e a un risarcimento di oltre 150mila euro, è accusato di aver abusato di un quattordicenne con lieve disabilità. Intanto, il 4 settembre scorso, la Procura che sta indagando sul caso di don Stefanoni ha convocato anche tre alti prelati accusati di favoreggiamento: mons. Alessandro Maggiolini (ex vescovo di Como) e i suoi collaboratori dell’epoca, mons. Oscar Cantoni (oggi vescovo di Crema) e mons. Enrico Bedetti. Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le uniche parole di Bedetti sono state indirizzate nei confronti della stampa, colpevole di “inammissibile violazione della privacy”.

Il 13 giugno scorso le agenzie riferivano della condanna a 8 anni di reclusione, inflitta a don Pierpaolo Bertagna, ex parroco della comunità di Farneta, in provincia di Arezzo. Il prete - già arrestato nel 2005 per aver abusato di un tredicenne, sospeso dal vescovo mons. Gualtiero Bassetti e dispensato da papa Benedetto XVI - ha poi confessato agli inquirenti altri 38 casi di violenza. In un comunicato stampa la diocesi ha espresso solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, affidando “Pierangelo Bertagna alla misericordia di Dio, affinché egli sappia guardare con speranza al di là del mistero della fragilità umana e del peccato”.

A fine giugno, a Spoleto, è stato aperto il processo a carico di un prete di Castel Ritaldi, denunciato dalle famiglie di quattro bambine che frequentavano la parrocchia a lui affidata. Il processo, che ancora deve esaminare l’attendibilità delle testimonianze, è stato rinviato al febbraio prossimo.

Agli inizi di luglio, un sacerdote di 44 anni è stato condannato dal giudice del Tribunale Civile di Napoli, Paola Del Giudice, a versare 44mila euro a un giovane dei Quartieri Spagnoli, che al momento della violenza aveva 12 anni. Per la prima volta in Europa, ha spiegato uno dei legali della vittima, è stato avviato “un procedimento per responsabilità oggettiva nei confronti di una curia”.

È stato invece rinviato a giudizio (udienza fissata per il 4 novembre prossimo) don Marco Baresi, ex vice rettore del seminario vescovile di via Bollani a Brescia. Il prete era stato arrestato il 30 novembre scorso con l’accusa di aver abusato ripetutamente di un giovane ex seminarista, all’epoca dei fatti ancora minorenne. Anche in questo caso, la denuncia della vittima è arrivata a seguito di un lungo periodo di psicoanalisi.

A fine luglio, a Lombardore (To), le voci che da tempo circolavano in paese hanno trovato una drammatica conferma dopo gli arresti domiciliari a don Pierpaolo Mologni, accusato di abusi sui bambini dell’oratorio. Dopo l’arresto e la requisizione dei materiali probanti, il parroco è caduto in coma per un’improvvisa setticemia.

Ancora infiamma sulle pagine di cronaca l’iter giudiziario di don Ruggero Conti, parroco della Natività di Maria Santissima a Selva Candida, nella periferia ovest di Roma, uomo di fiducia e “garante per le periferie” del sindaco Alemanno (v. Adista n. 53/08). Il Tribunale del Riesame di Roma ha confermato che “nel complesso le accuse appaiono gravissime perché riferiscono di un numero impressionante di abusi sessuali compiuti sui minori”. Gli abusi “sono stati possibili in quanto le vittime erano in stato di soggezione nei confronti del Conti, che ha approfittato senza alcuna remora morale e materiale del suo ruolo e della condizione dei ragazzi”. Nonostante il parere negativo del pm Francesco Scavo, don Ruggero è stato scarcerato il 16 settembre scorso per motivi di salute ed è oggi agli arresti domiciliari. (giampaolo petrucci)

Articolo tratto da
ADISTA

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Marted́, 23 settembre 2008