Preti pedofili - Notizie
Tanta fatica per ottenere dichiarazioni che non portano a nulla

Traduzione di Salomone Stefania


8 febbraio 2008

Falliti i ripetuti tentativi di raccogliere firme tra i vescovi USA

di DENNIS CODAY

Il Gruppo Riformista Cattolico Americano "Call to Action" sta continuando il suo tentativo di fare pressioni sul Vescovo Fabian Bruskewitz di Lincoln affinché si adegui alle linee guida stabilite dai vescovi statunitensi sulla protezione dei minori dagli abusi sessuali.

Lo scorso anno, il gruppo fece circolare una petizione allo scopo di costringere Bruskewitz ad uniformarsi agli standard del programma di protezione diocesano definito dal Comitato di Revisione dei Vescovi Statunitensi per la Protezione dei Bambini e dei Giovani. Il gruppo, con base a Chicago, ha raccolto circa 1000 firme, e, a partire da giugno, ha tentato di estendere la petizione ad alcune autorità ecclesiastiche cattoliche.

Lo scorso giugno, i membri di Call to Action hanno ricevuto minacce di arresto quando si sono recati negli uffici diocesani di Lincoln per recapitare la petizione a Bruskewitz.

A novembre, alcuni rappresentanti del gruppo sono andati a Washington durante l’incontro della Conferenza Epiescopale Statunitense. "Ci era stato promesso che uno di loro ci avrebbe incontrato, ma non si è visto nessuno", dichiara Call to Action.

A gennaio, il gruppo ha scritto al Cardinale Francis George di Chicago, eletto presidente della Conferenza in novembre, chiedendogli di recapitare la petizione "al Vescovo Bruskewitz, in base a quanto stabilito dalla carta di intenti nazionale… al fine di proteggere i giovani della diocesi di Lincoln".

A tutt’oggi, George non ha risposto alla lettera di Call to Action.

"Se non avremo risposta dal Cardinale George entro metà febbraio, tenteremo di nuovo", ha detto al NCR Nicole Sotelo, direttore delle comunicazioni di Call to Action.

Michael Merz, presidente del Comitato Nazionale di Revisione, ha ricevuto una copia della lettera che Call to Action aveva inviato a Goerge. Merz ha dichiarato al NCR il 30 gennaio di aver risposto a Call to Action "per ringraziarli del loro impegno per la carta di intenti e per aver richiamato ancora l’attenzione sul fatto che tra gli ufficiali ecclesiastici ci sia qualcuno che non solo non intenda seguirla,  ma che lo faccia apertamente".

"Auguro loro di riuscire", ha detto Merz, che è capo della magistratura della Corte Distrettuale del sud-Ohio. Ha detto anche di non riuscire a comprendere perché Bruskewitz non voglia far parte del programma che altri vescovi hanno ritenuto utile, specialmente "quando si tratta di proteggere i minori".

"Il Cardinale George non ha alcun potere legale", ha risposto. "L’ho fatto loro presente. Solo la Santa Sede ha l’autorità per costringere il vescovo Buskewitz ad agire in una data maniera. Ma ho riscontrato personalmente che il Cardinale George è una persona persuasiva e spero che funzioni".

Bruskewitz ha impedito che i revisori del Comitato Nazionale di Revisione certificassero che la diocesi di Lincoln ha implementato procedure – quali il programma di salvaguardia ambientale per i minori e maggiori controlli tra i dipendenti e i volontari – che i vescovi avevano già implementato a livello mondiale circa sei anni prima.

I vescovi hanno altresì concordato standard di procedure per rispondere prontamente alle accuse di abusi sessuali del clero su minori, per riportare i fatti alle autorità pubbliche, per costituire un comitato di valutazione delle accuse e per creare programmi a favore delle vittime e delle loro famiglie.

Lincoln è la sola diocesi che non ha aderito a queste procedure. "Tre delle quattro" eparchie di Rito Orientale negli Stati Uniti non hanno aderito, stando ai dati dell’Ufficio Episcopale per la Protezione dei Bambini e dei Giovani.

In molte dichirazioni rilasciate alla stampa negli ultimi due anni, Bruskewitz ha affermato che i revisori diocesani sono dei volontari e che è nel suo diritto come vescovo rifiutare la loro presenza.

Ha fatto notare che la diocesi ha effettuato una prima revisione nel 2003, ma essa è parsa "difettosa" e "inutile".

In una dichiarazione inviata al Omaha World-Herald a giugno, Bruskewitz ha confermato che il suo rifiuto di effettuare le revisioni non significa che i bambini a Lincoln non siano protetti. La diocesi è "in linea e in conformità" con le leggi civili ed ecclesiastiche per quanto concerne la protezione dei bambini, ha aggiunto.

 Il 29 giugno 2007, un articolo sulla rivista diocesana di Lincoln ha riportato in dettaglio le misure della diocesi riguardo la protezione dei bambini. Secondo quanto si legge, il programma della diocesi di Lincoln differisce dalla carta di intenti nazionale in almeno tre punti essenziali:

  • Permette ai pastori di non fare controlli sui "collaboratori di lunga data".
  • Non prevede programmi di salvaguardia per i bambini
  • Non è d’accordo nel diffondere dati che contengano clausole di confidenzialità

National Catholic Reporter, February 8, 2008


Testo originale

Issue Date:  February 8, 2008

Repeated attempts to petition U.S. bishops fail

By DENNIS CODAY

The American Catholic reform group Call to Action is continuing its drive to pressure Lincoln, Neb., Bishop Fabian Bruskewitz to comply with the U.S. bishops’ program for protecting children from sexual abuse.

Last year, the group circulated a petition calling for Bruskewitz to comply with audits of diocesan protection programs conducted by the U.S. bishops’ National Review Board for the Protection of Children and Young People. The Chicago-based group gathered about 1,000 signatures on the petition, and since June it has been trying to deliver the petition to someone of authority in the Catholic church.

Last June, Call to Action members were threatened with arrest when they went to the Lincoln diocesan offices to deliver the petition to Bruskewitz.

In November, representatives of the group went to Washington while the United States Conference of Catholic Bishops was meeting. "We were promised that an official would meet with us, but nobody came," a statement from Call to Action said.

In January, the group wrote to Cardinal Francis George of Chicago, elected the bishops’ conference president in November, asking him to take the petitions and "to bring Bishop Bruskewitz into compliance with the national charter ... in order to protect the youth of the Lincoln diocese."

At press time, George had not responded to the Call to Action letter.

"We’ll likely be taking further action if we do not hear from Cardinal George by mid-February," Nicole Sotelo, director of communications for Call to Action, told NCR.

Michael Merz, chairman of the National Review Board, received a copy of Call to Action’s letter to George. Merz told NCR Jan. 30 that he wrote to Call to Action "to thank them for supporting the charter and for again calling attention to the fact that we have one ordinary who not only won’t follow the charter but is rather public about not following the charter."

"And I wished them success," said Merz, who is chief magistrate judge for the U.S. District Court in southern Ohio. He said he doesn’t understand why Bruskewitz would not want to join a program that other bishops have found helpful and useful, especially "when it’s a matter of protecting children."

"Cardinal George doesn’t have any legal power," he said. "I pointed that out to them. Only the Holy See has the legal power to compel Bishop Bruskewitz to act in any particular way. But I have personally found Cardinal George to be a pretty persuasive guy and I would hope that that would work."

Bruskewitz has refused to allow National Review Board auditors to certify that the Lincoln diocese has implemented procedures -- such as safe environment programs for children and background checks for employees and volunteers -- that the bishops agreed to implement nationwide nearly six years ago.

The bishops also agreed to national standards for procedures to respond promptly to allegations of sexual abuse of minors, to report allegations to public authorities, to establish diocesan review boards to evaluate allegations, and to create programs to reach out to victims and their families.

Lincoln is the only diocese not to comply with the audits. "Three or four" Eastern Rite eparchies in the United States have not complied with the audits, according to the bishops’ Office of Child & Youth Protection.

In various statements to the press over the last two years, Bruskewitz has maintained that diocesan audits are voluntary and he is within his rights as a bishop to refuse them.

He has noted that the diocese complied with the first audit in 2003, but found the process "flawed" and "not helpful."

In a statement sent to the Omaha World-Herald in June, Bruskewitz said his refusal to comply with the audits does not mean children in Lincoln are not protected. The diocese is "in complete compliance and obedience" to all civil and church laws for the protection of children, it said.

A June 29, 2007, article in Lincoln’s diocesan newspaper details the diocese’s child protection measures. According to this story, Lincoln’s program differs from the national charter in at least three main points. Lincoln:

  • Allows pastors to waive background checks for "longstanding employees."
  • Has no "safe environment" programs for children.
  • Does not agree to eschew settlements that include confidentiality agreements.

National Catholic Reporter, February 8, 2008



http://ncronline.org/NCR_Online/archives2/2008a/020808/020808t.htm

Venerdì, 08 febbraio 2008