La pioggia di milioni per le vittime dei preti pedofili sommerge la veritá

di Adista n. 55 del 28-7-2007

33995. LOS ANGELES-ADISTA. L'arcidiocesi di Los Angeles pagherà un risarcimento record a oltre 500 vittime di abusi sessuali commessi da preti, religiosi, diaconi e laici dal 1940 ad oggi: la cifra, pattuita lo scorso 15 luglio, è di 660 milioni di dollari (477,5 milioni di euro, di cui circa il 40% destinato agli avvocati delle vittime), che si vanno ad aggiungere ai 60 milioni concordati in dicembre con altre 45 vittime. Ma l'accordo extragiudiziario - fortemente voluto dall'arcivescovo di Los Angeles, card. Roger Mahony - malgrado la grande rilevanza che gli è stata concessa dagli organi di stampa vaticani non è, come si potrebbe sperare, il segno di una Chiesa cattolica che comincia a 'chiudere i conti' con una delle più gravi crisi che l'hanno attraversata negli ultimi decenni.  Il prezzo del segreto Il raggiungimento dell'accordo tra arcidiocesi e vittime, infatti, ha bloccato l'apertura dei primi 15 processi civili per i casi di abuso, che si sarebbero aperti questa settimana con l'imbarazzante prospettiva di un dibattimento pubblico che avrebbe costretto l'arcidiocesi a rendere pubblici molti documenti e lo stesso cardinale all'umiliazione di vedersi chiamato a deporre. Le associazioni delle vittime hanno lungamente contestato l'atteggiamento di Mahony, il cui obiettivo principale, dall'inizio dello scandalo, sarebbe stato quello di tenere segreti i file personali dei preti accusati, custoditi negli uffici dell'arcidiocesi: documenti che il cardinale e i suoi avvocati si sono sempre rifiutati di divulgare, appellandosi, tra l'altro, anche al primo emendamento della Costituzione statunitense, che sancisce la libertà di religione.A suo credito, però, va riconosciuto che il card. Mahony - di cui molti hanno invocato le dimissioni, come era già accaduto nel caso del card. Bernard Law di Boston (v. Adista n. 91/02) - ha sempre cercato di stabilire un contatto con le vittime: negli ultimi anni ha intrapreso una serie di approfonditi incontri personali con le vittime e le loro famiglie. "La speranza di tutta la Chiesa di Los Angeles", ha detto annunciando l'accordo, "è che queste vittime, molte delle quali hanno sofferto in silenzio per decenni, possano, con l'accordo di oggi, trovare un qualche tipo di consolazione e mettere in un certo senso la parola fine a questa vicenda". Anche se, ha aggiunto alla Radio Vaticana, "molte delle vittime mi hanno detto che pure se gli abusi sono stati condannati" e "pure se sono stati assicurati loro dei risarcimenti, non c'è in realtà alcun modo per tornare indietro e per restituire l'innocenza che è stata loro rubata". Mahony ha anche rassicurato che, anche se i pagamenti richiederanno molti sacrifici economici all'arcidiocesi (che verserà dalle proprie casse 250 milioni di dollari, 180 milioni di euro, dei 660 dell'accordo), non sarà venduta nessuna proprietà "essenziale", come parrocchie o scuole: gli edifici già individuati per la cessione sarebbero una cinquantina, compreso quello che ospita gli uffici della Curia. P. Lombardi: ottimismo fuori luogoA dare rilevanza alla notizia proveniente da Los Angeles ha contribuito anche il direttore della Sala Stampa vaticana, il gesuita p. Federico Lombardi, con una dichiarazione - inconsueta per casi del genere - in cui ha sottolineato "l'impegno", "con i sacrifici che comporta", della Chiesa cattolica nella lotta alla pedofilia, con la prospettiva "di chiudere una pagina dolorosa per guardare in avanti nella linea della prevenzione e della creazione di un ambiente più sicuro per i bambini". Lombardi ha anche ripetuto che quello degli abusi non è uno scandalo che coinvolge solo la Chiesa cattolica ma "molte altre istituzioni": "È giusto che anche queste prendano con decisone i provvedimenti necessari". Una dichiarazione dai toni ottimistici, quella di Lombardi, che è stata subito duramente criticata dall'associazione delle vittime di abusi di preti Snap, che l'ha definita "arrogante e insensibile": "Lombardi a quanto pare ha seguito il copione già usato da molti vescovi americani nel cercare di distogliere l'attenzione dalla Chiesa e di coprire lo scandalo". Le denunce calano, il rigore si allentaI dati delle Conferenza episcopale statunitense segnalano che, per il secondo anno consecutivo, le denunce di abusi sessuali da parte di preti sono in calo: un dato interpretato come segno di una crisi ormai in via di risoluzione, malgrado il caso eclatante di Daniel McCormack, condannato a cinque anni di carcere per abusi su minori commessi dopo l'approvazione della "Carta di Dallas" che prevede provvedimenti rapidi e severi per i preti accusati di molestie. Un rilassamento delle regole approvate nel periodo più nero della crisi sembra d'altra parte imminente: in Inghilterra, un Paese dove, grazie a un protocollo rigoroso adottato per tempo, lo scandalo ha avuto dimensioni molte contenute, il Cumberledge Report ha consigliato ai vescovi di allentare le regole, perché i preti, per il timore di essere accusati, hanno paura di lavorare con i bambini. (alessandro speciale)

Mercoled́, 25 luglio 2007