Le parrocchie dell’arcidiocesi di Los Angeles aiutano a pagare i 720 milioni di dollari di risarcimenti per gli abusi

di Rebecca Trounson, Los Angeles Times Staff Writer

Attraverso donazioni più o meno cospicue hanno raccolto l’appello di Mahony che chiedeva un aiuto per i risarcimenti alle vittime.



25 maggio 2008

Con una elargizione di circa 1,5 milioni di dollari, una parrocchia di Woodland Hills ha offerto un grosso contributo, lasciando nelle sue casse appena 1.000 dollari. Una chiesa di Encino ha offerto un prestito di 100.000 dollari senza interessi. E una parrocchia di Boyle Heights ha deciso di privarsi di 500 dollari guadagnati con la vendita di dolciumi.

Con donazioni più o meno cospicue, le parrocchie dell’arcidiocesi di Los Angeles hanno risposto all’appello del cardinal Roger M. Mahony che chiedeva aiuto per raccogliere i fondi necessari ai risarcimenti delle vittime degli abusi sessuali del clero.

"E’ importante che tutta la chiesa se ne faccia carico", ha detto P. Scott Santarosa della Dolores Mission Catholic Churc di Boyle Heights, che ha donato 500 dollari dei suoi già scarsi fondi. "E’ come una famiglia che si prende cura di se stessa. Ogni famiglia ha membri bisognosi di attenzione. E quella è una parte della chiesa, non possiamo ignorarla".

Alcune parrocchie hanno comunicato all’arcidiocesi di non poter contribuire a causa della scarsità di fondi dovuta a ingenti debiti derivati da progetti di ricostruzione o acquisto di strutture. Altre invece devono ancora decider, dicono alcuni parroci intervistati. Ma quali che siano le circostanze, la scelta non è facile, molti hanno confessato.

"E’ una questione controversa", ha detto Mons. David A. Sork, parroco della St. John Fisher Church di Rancho Palos Verdes, che ha dichiarato di pregare per la soluzione del problema e di star consultando la comunità per definire il da farsi, ma ancora non si è deciso nulla. "E’ una cosa difficile".

D’altro canto, dice Sork, i parrocchiani si chiedono perché dovrebbero essere loro a pagare per gli errori di qualcun altro. "Oppure si domandano perché dovrebbero pagare per qualcosa che è accaduto 30 anni fa". "E’ difficile comprendere, ma scegliere di non aiutare significa negare all’arcidiocesi la possibilità di poter continuare a svolgere la sua funzione".

Mahony ha promosso il suo appello in una seria di incontri in tutta l’arcidiocesi tra gennaio e marzo. Parlando sia al clero che ai laici, Mahony ha dettagliato le sue previsioni finanziarie per l’arcidiocesi, specificando il danno subito a causa dei 720 milioni di dollari dei risarcimenti, contando anche i 660 milioni della scorsa estate, dopo centinaia di processi civili.

Mahony, 72 anni, le cui dichiarazioni sono state riassunte e distribuite nelle parrocchie, si è scusato per "aver sbagliato i calcoli" durante la gestione dello scandalo degli abusi. Ha chiesto aiuto, sostenendo che l’ammontare era più del previsto. Per pagare la parte spettante, cioè 292 milioni di dollari, l’arcidiocesi ha effettuato tagli nel personale amministrativo, ha liquidato investimenti e venduto circa 50 proprietà, incluso il quartier generale di Wilshire Boulevard.
Gli uffici centrali dell’arcidiocesi stanno tentando di sistemare le finanze chiedendo un aumento del 2% della contribuzione annuale per almeno cinque anni, a partire dal 1 luglio.

Mahony afferma di aver deciso di non chiedere i fondi direttamente ai circa 5 milioni di fedeli dell’area di Los Angeles, perché temeva che questo potesse creare un ulteriore malcontento nei parrocchiani e potesse essere causa di risentimento verso le vittime. Ma ha chiesto alle parrocchie di fare donazioni volontarie, per coprire almeno parte dei 175 milioni di dollari chiesti in prestito da una banca irlandese per i risarcimenti.

"Devo dirvi molto onestamente: ho bisogno del vostro aiuto", dice Mahony, con voce e volto triste. "Senza il vostro aiuto, ci vorrebbero 15 anni per coprire il debito e ciò comporterebbe ulteriori tagli nei servizi che l’arcidiocesi fornisce alle 288 parrocchie".

Il cardinale ha anche inviato lettere chiedendo aiuto a circa 100 parrocchie che avevano precedentemente compartecipato agli investimenti della stessa arcidiocesi, quantificabili tra 100.000 e 1 milione di dollari, ha detto il portavoce Tod Tamberg.

Una di queste è St. Bernardine of Siena di Woodland Hills, che aveva notevoli liquidità; di queste circa 1 milione di dollari grazie a un lascito di un parrocchiano deceduto anni fa. Dopo l’appello di Mahony, il parroco, P. Robert McNamara, ha convocato due incontri del consiglio amministrativo, composto da chierici e laici.

Alla fine McNamara ha deciso di donare quasi tutti i suoi ricavi, circa 1,5 milioni di dollari. Non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni, ma ha scritto una lettera di spiegazioni a tutti i parrocchiani.


"Ho pregato molto, ho passato notti insonni…", ha scritto McNamara il 27 aprile. "Continuavo a chiedermi che tipo di parrocchia fosse la mia".


McNamara ha ricordato ai parrocchiani che sia la chiesa che la scuola adiacente avevano fondi sufficienti e che la parrocchia aveva anche un fondo speciale per le emergenze, pari a circa 540.000 dollari. Ha detto anche di essersi ispirato all’esempio di generosità dei parrocchiani quando avevano raccolto circa 170.000 dollari per le vittime dell’uragano Katrina nel Sud-Est Asiatico e per la carestia in Africa.

"Vi siete comportati come coloro che vogliono fare la differenza, e l’avete fatta", ha scritto. "Questa generosità costante ha ispirato la mia decisione di elargire tutti i nostri risparmi tranne 1.000 dollari". Questa cifra è stata trattenuta per mantenere aperto il conto di risparmio.

McNamara si è reso conto che la decisione è stata presa dopo lunghi incontri durante i quali ci sono state anche "accese discussioni". C’era rabbia, disappunto, frustrazione, preoccupazione per le vittime, il tutto derivante da una sorta di vergogna e di empatia con le vittime", ha scritto. Ma, dopo la discussione, si è deciso di offrire il supporto.

Una delle parrocchiane di St. Bernardine ha dichiarato di essere rimasta sconcertata riguardo la decisione del prete, sostenendo che avrebbero dovuto essere ascoltati tutti i parrocchiani. La donna ha preferito restare anonima, nel timore delle eventuali critiche alle sue affermazioni contrarie alla donazione.

"Quando è girato il cesto, ci hanno detto che ciò che avremmo messo dentro non sarebbe stato speso per i risarcimenti degli abusi. Ora che i soldi sono andati, purtroppo sono stati destinati proprio dove non avrebbero dovuto".

Ma Eileen Fewless, direttrice per l’educazione religiosa nella stessa parrocchia, che ha presieduto alla discussione, era favorevole alla donazione. "Tutti i presenti alla riunione avevano una attitudine di preghiera e di comprensione, e molti di loro erano sicuramente favorevoli. La nostra parrocchia è fatta così".

Charles Zech, direttore del Center for the Study of Church Management della Villanova University in Pennsylvania, ha detto che la richiesta di Mahony alle parrocchie non è certo inusuale, ma non senza precedenti. Anche le diocesi di San Diego e di Tucson sono tra quelle che hanno chiesto alle parrocchie di aiutare a pagare i risarcimenti per gli abusi.

"L’ultima risorsa economica per una arcidiocesi o una diocesi sono i parrocchiani. Ma ne pagheranno le conseguenze prima o poi", dice Zech.

Inoltre afferma di considerare questo appello abbastanza giusto, dato che comunque la contribuzione è volontaria.


Alcune parrocchie, nonostante avessero fondi a sufficienza, hanno risposto di non poter contribuire poiché impegnate a pagare gli interessi per progetti di ristrutturazione interni.

E alcune altre, compresa la Resurrection Church di Boyle Heights semplicemente hanno risposto di non potere. "Non abbiamo fondi lasciati alla discrezionalità", dice il parroco Mons. John Moretta. "Siamo appena al limite della sopravvivenza, ma grazie al cielo ce ne sono altre che stanno contribuendo".

Alla chiesa di St. Anne di Santa Monica, P. Michael D. Gutierrez ha dichiarato che l’incontro al decanato di Westside con Mahony, è stato a tratti carico di tensione. "Sono state poste domande molto complesse, ma credo che il cardinale sia riuscito a spiegare le sue ragioni".

Il parroco ha spiegato che la sua parrocchia, piuttosto povera, fa fatica a tenere aperta la scuola adiacente, sebbene avrebbe avuto piacere di contribuire. Ha confermato che darà 25.000 dollari – 5.000 per ognuno dei prossimi cinque anni. Gutierrez è tra quei preti che hanno rinunciato ad una paga mensile per contribuire a sanare il debito.

"Ritengo che abbiamo molto da imparare da questi errori e dobbiamo andare avanti. Ora faremo meglio e dobbiamo aiutare la chiesa a superare questo momento".

Alla chiesa di St. Cirillo di Gerusalemme, una comunità di 1.400 famiglie di Encino, il Mons. Carl Bell ha deciso, insieme al consiglio amministrativo, di prestare all’arcidiocesi 100.000 dollari senza interessi, da restituirsi nei prossimi dieci anni. E nella parrocchia di St. Denis a Diamond Bar, Mons. James Loughnane ha dettodi aver consultato il consiglio parrocchiale, ma ancora non è stata presa nessuna decisione, sebbene spera che si potrà contribuire.

"Sono certo che comprendano che a questo punto, ricercare le colpe non serva a niente", dice Loughnane. "Dobbiamo affrontare la situazione e risolverla".

rebecca.trounson

@latimes.com

http://www.latimes.com/news/printedition/front/la-me-churches25-2008may25,0,4628018,full.story



Testo Originale
Traduzione di Stefania Salomone

L.A. parishes help pay archdiocese’s $720 million in abuse settlements
With gifts large and small, they’re heeding Mahony’s appeal for help in paying victims.

By Rebecca Trounson, Los Angeles Times Staff Writer
May 25, 2008

Blessed with a nest egg of nearly $1.5 million, a Woodland Hills parish donated almost all of it, leaving just $1,000 in its savings account. An Encino church offered a $100,000 interest-free loan. And a Boyle Heights parish decided it could spare $500 after ruling out the idea of raising money with tamale sales.

With gifts large and small, parishes across the sprawling Roman Catholic Archdiocese of Los Angeles are answering an appeal from Cardinal Roger M. Mahony to help the archdiocese dig out of the financial hole resulting from its multimillion-dollar legal settlements with victims of clergy sexual abuse.

"It’s important that we the church take care of this," said Father Scott Santarosa of Dolores Mission Catholic Church in Boyle Heights, which gave the $500 from its limited unrestricted funds. "It’s like a family trying to take care of itself. Every family has parts that break down or need help. That’s part of the church too, and we can’t turn our backs."

Some parishes have told the archdiocese they cannot contribute because they are too poor or in debt from construction projects or real estate purchases. Others have yet to decide, their pastors said in interviews. But whatever the circumstance, the choice is not easy, several said.

"Either way, it’s controversial," said Msgr. David A. Sork, pastor of St. John Fisher Church in Rancho Palos Verdes, who said he is praying about the issue and consulting parish leaders but has not yet decided. "It’s a tough one."

On the one hand, Sork said, his congregants are asking why they should pay for mistakes that occurred in other parishes, not theirs. "Or they say, ’Why do we have to pay for something that happened 30 years ago?’ That’s hard for many to understand," he said. "But not helping means the archdiocese’s services to all parishes, including this one, will be hampered."

Mahony made his request in a series of meetings around the archdiocese between January and March. Speaking to clergy and lay leaders, Mahony offered details of his financial recovery plan for the archdiocese, which has been staggered by abuse settlements totaling $720 million, including last summer’s record $660-million agreement, in hundreds of civil cases.

Mahony, 72, whose remarks at one session were recorded for distribution to the parishes, apologized for "mistakes and miscalculations" he said he had made in handling the abuse crisis. He asked for help, saying the settlement costs were more than expected. To pay its $292-million share of the bill, he said, the archdiocese had cut administrative staff, liquidated investments and begun to sell off about 50 properties, including its headquarters on Wilshire Boulevard.

The archdiocese’s central office is also trying to trim its budget an additional 10% and has asked parishes to increase their annual assessments to the office by 2% for five years beginning July 1.

Mahony said he had decided against trying to raise funds directly from the L.A. area’s estimated 5 million Roman Catholics, saying he feared such a move might create ill will among parishioners and lead to resentment of the abuse victims. But he asked any parish that could afford it to assist with gifts or loans, mostly to pay down $175 million borrowed from an Irish bank to cover part of the settlements.

"I need to say to you very openly: I need your help," Mahony said, his face and voice somber. Without such assistance, he said, retiring the debt could take up to 15 years and force even deeper cuts in administrative and support services the central office provides the archdiocese’s 288 parishes.

The cardinal also wrote letters seeking help from about 100 parishes that had undesignated funds of $100,000 to $1 million in the archdiocese’s centrally managed investment pool, spokesman Tod Tamberg said.

One such parish was St. Bernardine of Siena Church in Woodland Hills, which had significant savings, much of it from a $1-million bequest from a parishioner who died several years ago. After Mahony’s appeal, the church’s pastor, Father Robert McNamara, held two long meetings with his finance council, staff and lay leaders.

In the end, McNamara decided to give nearly all of his parish’s savings, almost $1.5 million. He declined recent requests for comment but explained the decision in several letters to parishioners.

"I prayed a lot, had some sleepless nights too . . ," McNamara wrote April 27. "I kept asking what kind of parish is St. Bernardine’s."

McNamara reminded parishioners that both the church and its school still had substantial endowments and that the parish also had an emergency maintenance fund of about $540,000. And he said he had been inspired by his parishioners’ generosity in raising nearly $170,000 in recent years for the victims of Hurricane Katrina, the Southeast Asian tsunami and famine in Africa.

"You have given like a people who wanted to make a difference, and a difference you did make," he wrote. "That continued generosity inspired my decision then to help by giving all our savings minus $1,000." That amount was held back to keep the savings account open.

McNamara acknowledged that the decision had come after meetings that included "some heated exchanges. There was some venting -- anger, disappointment, frustration, concern for victims, etc., all coming from the shame we felt as Catholics and our empathy for the victims," he wrote. But he said most of the responses since then had been supportive.

At least one longtime member of St. Bernardine said she remains upset about the priest’s decision, saying all parishioners should have been consulted. The woman spoke on condition of anonymity, saying she feared she would be criticized for speaking out against the gift.

"When the basket came around, we were told that if we kept giving to the church, the money would not go to pay for anything related to the abuse," she said. "Now all that money is gone, and it’s gone exactly where it wasn’t supposed to go."

But Eileen Fewless, the church’s director of religious education who attended one of the discussions, strongly supported the gift. "Everyone in that meeting had a thoughtful, prayerful attitude, and I think most were really in favor of giving," she said. "That’s the kind of parish we are."

Charles Zech, director of the Center for the Study of Church Management at Villanova University in Pennsylvania, said Mahony’s request to parishes was unusual but not unprecedented, with dioceses in San Diego and Tucson among those that also have asked parishes to help pay abuse settlements.

"The ultimate source of money for any archdiocese or diocese is the parishioners," he said. "They’re going to pay for this one way or the other."

But Zech also said he considered such appeals to parishes to be fair, as long as any contributions were voluntary.

Some parishes, even in relatively wealthy areas, said they could not afford to contribute because they are paying off loans for building projects.

And others, including Resurrection Church in Boyle Heights, simply cannot. "We have no discretionary funds," said Msgr. John Moretta. "We are in a parish that is in a survival mode itself, but others are very graciously stepping up to the plate."

At St. Anne Church in Santa Monica, Father Michael D. Gutierrez said the meeting in his Westside deanery with Mahony, priests and lay leaders was tense at times. "There were some really hard questions, but I thought the cardinal did a good job explaining why he needed this," he said.

The priest said his own parish, a relatively poor congregation that has struggled in recent years to keep its small school open, nonetheless wanted to contribute. He said it will give $25,000 -- $5,000 a year for each of the next five years. Gutierrez also is among local priests who have donated a month’s salary to help pay down the debt.

"I think we’ve all learned from these mistakes and we’ve moved forward," he said. "We do good work now and we need to help the church move on."

At St. Cyril of Jerusalem, a congregation of about 1,400 families in Encino, Msgr. Carl Bell said he and his finance council had decided to lend the archdiocese $100,000 interest-free and would be paid back over the next decade. And at St. Denis Church in Diamond Bar, Msgr. James Loughnane said he had consulted parish leaders. Although no decision had been made, he expected they would contribute.

"They understand that at this point, blaming anyone isn’t the answer," Loughnane said. "We need to rally around the situation and take care of it."

rebecca.trounson

@latimes.com

http://www.latimes.com/news/printedition/front/la-me-churches25-2008may25,0,4628018,full.story



Martedì, 27 maggio 2008