Preti pedofili
Cronaca di un «miracolo»

di Patrizia Vita

Su tutti i giornali di giovedì 24/07/2008 si dava notizia che la Procura di Torino ha disposto, dopo lunghe indagini coordinate dal pubblico ministero Stefano De Montis e condotte dai carabinieri, gli arresti domiciliari per don Pierpaolo Mologni, di 60 anni, parroco per lungo tempo a Lombardore. Ma si evidenziava anche che don Pierpaolo, quegli arresti, difficilmente riuscirà a scontarli: al momento, infatti, si trovava in coma presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Ivrea.
Dopo la perquisizione ad Ozegna a don Mologni è giunto anche un avviso di garanzia. Poi, improvvisamente, le sue condizioni di salute sono precipitate: prima un’improvvisa setticemia e poi il coma profondo. Precauzionalmente la Procura ha fatto sequestrare la sua cartella clinica.
Venerdì 25/07/2008 invece il MIRACOLO!!!
Sì, perché si è appreso che proprio il 25-7 don Pierpaolo Mologni ha lasciato l’ospedale di Ivrea - dove fino all’altro giorno era ricoverato in rianimazione - ed è stato trasporto alla Casa del Clero, dove è attualmente ricoverato.
Nel giro di 24 ore si passa da una persona in coma profondo ad una che non solo riesce a parlare e a rilasciare dichiarazioni alla stampa ma pure ad uscire subito dall’ospedale!!!
Non sappiamo, ovviamente, come siano andate effettivamente le cose. Se i fatti sono quelli che gli organi di informazione hanno raccontato, c’è da rimanere quanto meno perplessi e sorge il sospetto che il "miracolo" sia stato provocato dal sequestro della cartella clinica disposto dalla Procura della Repubblica. Deciderà ovviamente il magistrato incaricato dell’indagine.
A noi ci viene in mente la battuta del grande Totò: "ca nisciuno è fesso".


Patrizia Vita


Di deguito l’ordine cronologico degli eventi così come è stato riportato da alcuni organi di informazione.


http://www.cronacaqui.it/news-masturbava-i-bimbi-in-oratorio--arrestato-il-parroco-pedofilo--_10225.html

Dopo la denuncia il sacerdote è in coma
Masturbava i bimbi in oratorio
Arrestato il parroco pedofilo

LOMBARDORE 24/07/2008 - L’orrore. È scoprire che il parroco del paese approfittava dei ragazzini dell’oratorio toccandoli, fotografandoli e talvolta masturbandoli. L’orrore è scoprire che quelle “voci” di paese si sono trasformate in realtà. Nei guai è finito don Pierpaolo Mologni, 60 anni. Parroco per lungo tempo a Lombardore. La Procura di Torino ne ha disposto gli arresti domiciliari dopo le lunghe indagini coordinate dal pubblico ministero Stefano De Montis e condotte da carabinieri. Ma don Pierpaolo, quegli arresti, difficilmente riuscirà a scontarli: al momento, infatti, si trova in coma presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Ivrea.

Costumino di Tarzan
Secondo quanto denunciato da alcune vittime del parroco direttamente ai carabinieri, don Pierpaolo era solito compiere i suoi gesti osceni presso la sua abitazione, dietro la chiesa di Lombardore. Con i più “svegli” si limitava a delle carezze. Con altri, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, esagerava. Se loro non si ritraevano, in un attimo saltava fuori la macchina fotografica. E giù di foto osè, con i bimbi in posizioni inequivocabili, magari con indosso il costumino da Tarzan che il parroco 60enne aveva appositamente confezionato per le sue piccole vittime. Spesso e volentieri convinceva i ragazzini a fare la doccia nella sua abitazione: e anche in quei casi non perdeva l’occasione per scattare scabrose istantanee. I carabinieri, che hanno effettuato una perquisizione nei suoi alloggi di Ozegna, dove era stato trasferito un paio di mesi fa, hanno rinvenuto un migliaio di foto compromettenti. Alcune datate 1979.

Le confidenze
Quando don Pierpaolo era certo di aver ottenuto la fiducia della vittima, passava ad un livello superiore di molestie. Era solito far stendere il ragazzino in questione per masturbarlo direttamente sul suo letto. Successivamente, almeno in certi casi, finiva col masturbarsi lui stesso. Secondo gli inquirenti creava una sorta di rapporto di “fiducia” con la vittima e la convinceva in qualche modo a non raccontare nulla dei suoi comportamenti osceni.

Le indagini
A distanza di anni sono invece piovute due distinte denunce sui comportamenti di don Pierpaolo. Da due distinte famiglie. La macchina investigativa dei carabinieri ha poi fatto il resto trovando conferma delle parole di decine di ragazzini di Lombardore e paesi limitrofi nel computer del parroco, zeppo di foto e materiale compromettente. Dopo la perquisizione ad Ozegna, per don Mologni, è giunto anche un avviso di garanzia. Poi, improvvisamente, le sue condizioni di salute sono precipitate: prima un’improvvisa setticemia e, da qualche giorno, il coma profondo. Precauzionalmente la Procura ha fatto sequestrare la sua cartella clinica.
Alessandro Previati

http://www.cronacaqui.it/news-don-mologni-infangato-da-uomini-malvagi-ho-fiducia-nella-giustizia_10281.html
Le parole del sacerdote di Lombardore accusato di abusi sessuali
Don Mologni: «Infangato da uomini malvagi, ho fiducia nella giustizia»
IVREA 25/07/2008 - Si dichiara innocente, don Pierpaolo Mologni, il parroco di Ozegna accusato di pedofilia. Ma dichiara anche di aver fiducia nella giustizia.

In clinica
Ieri pomeriggio il sacerdote ha lasciato l’ospedale di Ivrea - dove fino all’altro giorno era ricoverato in rianimazione - ed è stato trasporto alla Casa del Clero, dove è attualmente ricoverato.

Una delle ultime persone ad averlo incontrato è stato il suo difensore, l’avvocato Elio Guglielmino del foro di Ivrea.
L’avvocato Guglielmino ha trovato l’anziano parroco molto provato ed in condizioni di salute precarie, ma fermo del respingere tutte le accuse che gli verrebbero mosse.

Anche oggi il prevosto ha respinto ogni addebito: «Sono estraneo ad ogni fatto che mi vene addebitato dalla Procura di Torino. Anzi non sono ancora a conoscenza dei motivi veri di queste falsità e della fonte da cui possono venire simili e gravi accuse. Di tutto il materiale che io avrei avuto non so proprio cosa dire, non ho mai conservato fotografie pedopornografiche di bambini. Nella mia vita – prosegue don Pierpaolo – credo di non aver mai commesso alcunché di delittuoso ma confido serenamente nel corso della giustizia, sono fermamente convinto di uscire da questa brutta storia nel migliore dei modi perché non ho commesso gli atti di cui mi si accusa».

Dichiarazioni di una certa e completa innocenza ed estraneità ai gravi fatti addebitategli, una posizione nettamente antitetica a quanto emergerebbe, invece, dai fascicoli di indagine.

«Sono falsità – ha ripetuto il sacerdote – io non ho mai toccato un bambino in vita mia e credo che certe cose siano venute fuori per la malvagità di certi uomini. Io sono un uomo di Chiesa e se devo sopportare questo Calvario, lo faccio con la serenità di chi sa di non aver commesso alcunché. E fin d’ora dico – ha voluto concludere il parroco di Ozegna – che perdono coloro che hanno orchestrato questa dolorosa calunnia».

La curia
Nel frattempo la curia vescovile eporediese si è affrettata a diffondere un comunicato stampa, attribuito direttamente al vescovo Miglio e concordato con il cardinal Bertone, nel quale si prendono decise distanze dal sacerdote indagato. «Sorpresa e sofferenza hanno destato le accuse rivolte ad un sacerdote della nostra diocesi - scrive il presule, quasi per allontanare da sè il sospetto che la vicenda di don Pierpaolo fosse in qualche modo già nota in ambienti ecclesiastici -, circondato dalla stima e dall’affetto di molti che lo conoscono, al quale tutti esprimiamo gratitudine per il bene compiuto e vicinanza in questo particolare momento».

Miglio si rivolge ai giudici e alle vittime del “presunto” prete pedofilo: «Esprimiamo fiducia nella magistratura per il suo delicato compito, vicinanza e solidarietà alle persone, specialmente se minori, per quanto possono aver patito in questa vicenda». E poi la “stoccata” finale: «È molto vivo in tutti noi l’eco delle parole pronunciate da Benedetto XVI sia nel recente viaggio negli Stati Uniti, sia in Australia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù appena conclusasi» e cioè: «I preti pedofili devono essere condannati».



Sabato, 26 luglio 2008