Preti pedofili - dibattito
La questione dei seminari minori

di Sergio Grande

Nella sezione Forum del nostro sito, nella settimana scorsa, si è sviluppato un intenso dibattito sulla questione dei seminari minori a cui più volte si è fatto riferimento negli articoli riguardanti la questione dei preti pedofili. Grazie al contributo di Steve (uno dei partecipanti al forum) sono venute fuori le dimensioni di tale problema che sono vermanete incredibili, molto al di la di quanto noi stessi potessimo immaginare.
I dati sono tutti ufficiali del Vaticano e sono tutti disponibili su intenert sui siti della CEI e della agenzia FIDES.
Grazie al lavoro di ricerca di Steve abbiamo così appreso che nella sola Italia vi sono
"123 seminari minori (90 diocesani e 33 religiosi) e 25 convitti (14 diocesani e 11 religiosi)" per un totale di "circa 2.743 seminaristi minori (1.426 diocesani e 1.317 religiosi)". (I dati sono tratti dal documento reperibile al seguente link: http://www.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_cei/2007-03/15-40/statistiche2007%20WEB.pdf ).
Fa notare Steve che "molti dei preti pedofili proviene proprio dai seminari minori, che ogni anno assiccurano ai seminari maggiori circa il 25% dei nuovi seminaristi. Potete immaginare che personalità disturbate si aggirano in quei seminari".

I dati mondiali relativi ai seminaristi bambini in tutto il mondo sono ancora più raccapriccianti. Dai dati pubblicati dall’Agenzia FIDES apprendiamo che i seminaristi minori nel mondo sono stati nel 2004 ben 101.585 di cui 45.535 in Africa, 17.991 in America, 24.200 in Asia, 13.463 in Europa e 396 in Oceania. Non ci sono ancora dati aggiornati al 2007.
(I dati sono reperibili ai seguenti link
http://www.fides.org/ita/statistiche/2000_5.html
http://www.fides.org/ita/storia/am_82.html )

In uno dei suoi post Steve racconta cosa ha trovato nel sito della diocesi di Aversa (CE), dove c’è uno dei più fiorenti pedoseminari d’Italia con 100 bambini, in relazione alla vita di questi poveri ragazzi DI SCUOLA MEDIA INFERIORE :
(http://www.diocesiaversa.it/default2.asp?active_page_id=105 )
"Il cammino che concerne i ragazzi della scuola media tende inizialmente a considerare, per un’educazione dell’individuo nella vita di gruppo, i cardini di un discorso primariamente umano: l’accoglienza, il confronto, l’altrui diversità vista come fonte di ricchezza personale e comunitaria. Le catechesi settimanali sono incentrate sull’Eucaristia, mediante le quali i ragazzi sono gradualmente accompagnati nella scoperta della figura di Gesù fonte di comunione e di esperienza concreta di fraternità. Il percorso formativo della II media si snoda puntando principalmente sulla realtà dei sacramenti, segni della presenza e dell’amore di Dio per l’uomo. La conclusione del cammino della Scuola Apostolica, per i ragazzi della III media, è incentrata infine sull’esperienza prettamente vocazionale, guidando i ragazzi ad aprire il loro cuore alla chiamata del Signore per realizzare il progetto di Dio. Essi comprendono così come la loro vita è un dono di Dio, che non va sprecato in cose effimere, ma mettendolo a servizio degli altri."
Per chi volesse aapprofondire ci si può rendere conto anche della vita disgraziata dei ragazzi delle medie superiori.
Quale maturità affettiva può acquisire un ragazzo di 10-12 anni sottoposto a tale vita?
Ma ciò non sembra preoccupare più di tanto la gerarchia cattolica. Sempre Steve riporta un documento redatto da Mons. Luigi Serenthà della diocesi di Senigallia (AN) relativo alla PASTORALE VOCAZIONALE DEI PREADOLESCENTI dove egli difende con vigore il reclutamento dei seminaristi preadolescenti sostenendo che i seminaristi non sono forzati nella loro "vocazione":
(Leggi il documento al seguente link http://www.seminariosenigallia.it/documenti/Pastorale%20vocazionale%20nei%20preadolescenti.doc ).

Afferma Steve a tale proposito in uno dei suoi post: "Ma è cosa nota che dove c’è repressione dell’affettività e della sessualità si blocca lo sviluppo della personalità dell’adolescente in un periodo fondamentale per la sua formazione. Non si sostiuiscono gli affetti familiari e la ricerca dell’amore e del sesso con le preghiere, i rosari e i direttori spirituali, che spesso sono i primi violentatori dei seminaristi perchè essi stessi lo sono stati da bambino.
Non è il celibato la causa della pedofilia e delle violenze sessuali dei prei, bensì la represssione affettiva e sesssuale che circonda tutto il percorso formativo dei preti, dai seminari minori all’impegno parrocchiale.
Il celibato è un effettto di questa repressione dell’affettività e della sessualità, come lo è la pedofilia ecclesiastica
".
Chiudere i seminari minori diventa dunque necessario se si vuole risolvere veramente alla radice la questione dei preti pedofili.
Del resto prete significa "anziano" perchè deriva dal termine greco "presbitero" che per l’appunto significa anziano.
Anziano è colui che da più tempo mette in pratica qualche cosa. C’è indubbiamente una questione di età, o quanto meno di numero di anni di attività. Nelle aziende si diventa "anziani d’azienda" dopo vent’anni di lavoro.
Per la chiesa cattolica si viene consacrati "preti" cioè anziani fra i 24 e i trenta anni di età. I dati statistici uficiali ci dicono che il 25-30 per cento dei preti comincia a diventare "anziano" addirittura all’età di 10 anni, in quinta elementare, frequentando i seminari minori, quando ancora non si è maturato alcunchè.
Selezionare i preti in questo modo e dare loro questa educazione è funzionale a creare "supereroi", "funzionari di Dio", come diceva Drewerman, persone dedite alla gestione del sacro, con un potere oppressivo dei fedeli da esercitare. Persone senza alcun vincolo affettivo con la propria famiglia da cui sono stati sradicati magri in tenera età anche e soprattutto per motivi economici, come fra l’altro dimostra il gran numero di seminaristi minori di Africa e Asia.
Ma tutto ciò è in netto contrasto con quanto predicato da Gesù e che si ritrova nei vangeli, con i cristiani tutti uguali, senza alcun privilegio o potere per alcuno.
Non c’è dubbio che è dalla negazione di questo modello di chiesa evangelica che vengono fuori le aberrazioni che sono sotto gli occhi di tutti.
Occorre allora far crescere nelle comunità cristiane la consapevolezza che bisogna mettere in discussione non solo il tipo di reclutamento e di formazione a cui sono sottoposti i preti, ma la loro stessa funzione che riduce i laici a semplici appendici di una struttura gerarchica onnipresente e sempre più onnipotente. Ma questo è idolatria.



Lunedì, 02 luglio 2007