Preti pedofili
Condannato don Massimilano Crocetti

Ma la curia vescovile lo difende


http://qn.quotidiano.net/cronaca/2008/02/16/65329-ripetizioni_cambio_rapporti_sessuali.shtml
PEDOFILIA
Ripetizioni in cambio di rapporti sessuali
Prete condannato a 4 anni e 4 mesi

Protagonista della vicenda don Massimilano Crocetti, ex parroco di Oriolo Romano nel viterbese. Il sacerdote è stato incastrato da intercettazioni, pedinamenti e riprese: a due minorenni aveva offerto aiuto nello studio in cambio di sesso
Viterbo, 16 febbraio 2008 - Offriva ripetizioni gratis e soldi in cambio di sesso a due ragazzi, che all’epoca dei fatti avevano 13 e 15 anni. Per queste accuse don Massimiliano Crocetti, fino all’agosto del 2006 parroco di Oriolo Romano, nel Viterbese, e’ stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione dal gup del tribunale di Viterbo Silvia Mattei.
I fatti per i quali il sacerdote e’ stato condannato sono due, distinti e lontani nel tempo. Il secondo in ordine di tempo sarebbe avvenuto ad Oriolo Romano ai danni di un ragazzo di 15 anni, mentre l’altro, che ha avuto per protagonista un bambino di 13 anni, era avvenuto in precedenza a Vetralla. Due paesi nei quali Crocetti era stato rispettivamente parroco e vice parroco.
Per il primo caso, il prete ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione, mentre per il secondo, con il rito abbreviato, gli sono stati inflitti due anni e dieci mesi. Le indagini, condotte della squadra mobile di Viterbo, erano iniziate circa due anni fa, a seguito della segnalazione dei servizi sociali di Oriolo Romano. Con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e riprese filmate, gli investigatori provarono che don Massimiliano offriva aiuti per gli studi e soldi in cambio di prestazioni sessuali.
Il blitz che porto’ all’arresto di don Crocetti avvenne nell’agosto del 2006 proprio nel giorno in in cui il prete aveva preso appuntamento, in un luogo appartato, con il ragazzo di 15 anni, che viveva in una famiglia con problemi economici. Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Fabrizio Tucci, tra l’altro, emerse che in precedenza il sacerdote aveva fatto piu’ o meno le stesse avance a un ragazzino di 13 anni nel periodo in cui era vice parroco a Vetralla.
’’Ci aspettavamo una sentenza dura - ha commentato l’avvocato Severo Bruno, uno dei difensori del sacerdote - adesso cercheremo di portare avanti delle nostre considerazioni per avere una sentenza piu’ mite’’. Don Crocetti, dai giorni immediatamente successivi all’arresto, e’ rimasto ai domiciliari in un convento di Canale Monterano.


La Curia difende Crocetti: Non ci persuadono le accuse
http://www.tusciaweb.it/notizie/2008/febbraio/16_29curia.htm
Riceviamo e pubblichiamo un lettera della Curia vescovile alla comunità ecclesiale sul caso del parroco Massimiliano Crocetti, condannato a quattro anni e quattro mesi, per tentata violenza su due minorenni -
Alle componenti delia comunità ecclesiale
II vostro parlare sia “si, si, no, no": così leggiamo nel Vangelo e Gesù ha insegnato a chiamare bene il bene e male il male.
E questo, prima di tutto, quando ne è toccata la vita dei credenti e la comunità cristiana come riportano Ie cronache locali di questi giorni relative al caso di un sacerdote accusato di comportamenti che facciamo fatica perfino a menzionare.
Per quanta acquisito sul caso in questione - a tutt’oggi - non abbiamo elementi certi, provati, irrefutabili per un giudizio definitivo o per una condanna.
Ciononostante, all’inizio, quando fu appresa I’improvvisa notizia della sconcertante vicenda, all’indagato vennero immediatamente chieste Ie dimissioni da ogni ufficio con allontanamento dal territorio.
Sarà bene, pertanto, distinguere I’ambito morale da quello giuridico.
Sul piano morale la nostra coscienza, pur turbata e ferita, non riesce a lasciarsi coinvolgere e persuadere dalle accuse, prevalentemente indiziarie.
Sul piano giuridico, poi, c’è uno specifico iter processuale che deve continuare a snodarsi nelle sue diverse fasi, fino al grado definitivo di giudizio che, al momento suo proprio, saprà dire risultanze e motivazioni.
II cammino è seguito con cura e con fiducia ne sarà attesa la conclusione.
Intanto c’è un peso grande sul nostro cuore di cristiani.
Lo traduciamo in vicinanza per quanti, in questa vicenda, sono comunque nella sofferenza, nel disagio, nell’amarezza.
E tutto ciò traduciamo in preghiera perché il Dio in cui crediamo ci accompagni ad essere fedeli alla sua Parola, a essere sempre coerenti e a non dare scandalo a nessuno, neppure in apparenza.
A dire il vero anche per la comunità ecclesiale potrebbe valere il proverbio: "Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce".
Tuttavia il nostro ideale e iI nostro impegno rimangono sempre quelli alti dettati dal Vangelo e non c’è nessuna intenzione di abbassarli, nonostante momenti e passaggi difficili e tristi.
Curia vescovile di Viterbo



Domenica, 17 febbraio 2008