Lettera aperta all’arcivescovo di agrigento

di Alberto Giannino

(19/12/2006) - Reverendo Monsignor Ferraro,
la presente per chiederle ufficialmente di essere citato anch’io in Tribunale ad Agrigento , oltre a Marco Marchese, dagli avvocati della Curia da lei guidata fino al prossimo luglio 2007, quando compira’ i 75 anni e dovra’ finalmente rassegnare le dimissioni nelle mani del Papa dalla guida della Arcidiocesi di Agrigento. Vorrei essere citato anch’io perche’ Marchese, un ex seminarista della sua Arcidiocesi, vittima di ripetuti abusi sessuali dall’eta’ di 12 anni fino a 16 anni nel Seminario di Agrigento da parte di un suo ex diacono pedofilo (ora sacerdote, tale don Bruno) gli avvocati della Curia di Agrigento gli hanno chiesto 200 mila euro per aver coinvolto Curia e Seminario in giudizio. Infatti Marchese ha fatto causa alla Curia chiedendo un risarcimento di 65 mila euro per i danni subiti dopo che don Bruno aveva scelto il patteggiamento (2 anni e 6 mesi di reclusione) anziche’ la strada del processo. Per tutta risposta i legali della Curia di Agrigento hanno chiesto invece 200 mila euro a Marco Marchese come contro-citazione. Di fronte a questa notizia sono esterefatto, amareggiato e sconcertato dal suo grave comportamento che ancora una volta offende e umilia il giovane Marchese. Questo giovane ha subito gravissimi danni, delle violenze sessuali ripetute nel tempo (insieme ad altri sei giovani) e lei cosa fa? Lo cita in Tribunale e gli chiede 200 mila euro. Una volta si chiedeva perdono in ginocchio, ora si passa alle vie legali. Che strano modo di concepire il Vangelo... da parte di un uomo (Successore degli Apostoli) che dovrebbe amare il prossimo come se stesso e annunciare il Vangelo a tutti. E si che Papa Giovanni Paolo II di fronte a tutti i Cardinali americani chiese perdono alle vittime della pedofilia in USA e nel mondo, e sposto’ dagli USA in Vaticano il potentissimo Arcivescovo di Boston che aveva coperto molti preti della sua Diocesi implicati in scandali sessuali. Non so lei, monsignor Ferraro, nei confronti di don Bruno autore di numerose violenze sessuali nel Seminario di Agrigento che provvedimenti abbia adottato. Ha aperto un’inchiesta? L’ ha mandato in un monastero a pregare lontano dai bambini? Oppure il nostro eroe e’ ancora Parroco ad Agrigento a contatto di Oratori e di bambini? Di fronte a fatti inoppugnabili non sarebbe il caso, prima che lei se ne vada in pensione nel luglio 2007, che lo sospenda a divinis, o lo riduca allo stato laicale? Aspettiamo un comunicato stampa della sua Curia circa un fatto di rilevanza nazionale. Anche perche’ il giovane Marchese ha denunciato questi fatti l’altro giorno in un programma "Mi manda Rai tre" che sono di dominio pubblico e, quindi, lei non puo’ far finta che nulla sia successo. Cosa direbbero i suoi fedeli di Agrigento, che attualmento sono disorientati e sconcertati? Benedetto XVI, suo diretto superiore, recentemente, ha affermato rivolgendosi a dei Vescovi irlandesi che: "Nell’esercizio del vostro ministero pastorale avete dovuto rispondere di recente i casi di abusi sessuali sui minori". Tali casi "sono particolarmente tragici - ha affermato il pontefice - quando colui che abusa e’ un prete". È dunque importante, ha affermato Benedetto XVI , "stabilire cosa sia avvenuto realmente nel passato, e prendere ogni provvedimento affinchè casi del genere non avvengano di nuovo", è poi necessario assicurarsi che i principi di giustizia siano pienamente rispettati quindi aiutare le vittime "e tutti coloro che sono stati colpiti da questo grave crimine". Su questa strada, ha aggiunto, si dovrà compiere un grande sforzo "ed essere sempre più capaci di dare testimonianza del potere redentivo della Croce di Cristo". "Io prego - ha aggiunto Benedetto XVI - affinchè dalla grazia delo Spirito Santo questo tempo di purificazione renderà capace il popolo di Dio in Irlanda di conservare la santità ricevuta da Dio". Questo discorso, ovviamente, vale anche per la Chiesa di Agrigento di cui lei e’ il Vescovo. E voglio chiudere citanto anche l’amato Giovanni Paolo II il quale, a Toronto, durante la Giornata Mondiale della Gioventu’ del 2002 - ai giovani confessò che "il danno fatto da alcuni sacerdoti e religiosi a persone giovani o fragili riempie noi tutti di un profondo senso di tristezza e di vergogna". E allora Monsignor Ferraro come possiamo non condannare questa sporcizia morale, senza levare la nostra voce contro il mistero dell’iniquita’ che riguarda anche la pedofilia di alcuni sacerdoti? La Chiesa, ha ragione Papa Benedetto XVI, e’ "una rete con dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e la zizzania". Ma proprio per questo dobbiamo fare in modo che tutti guardino ad essa come la Sposa di Cristo. Altrimenti i giovani e i meno giovani continueranno ad allontanarsi di fronte a queste nefandezze. Continueranno ad avere un’idea sbagliata e distorta della Chiesa. Continueranno ad essere anticlericlali e laicisti fino a quando incontreranno sulla loro strada un Vescovo come lei. E continueranno a criticarla quando nel suo seno ci sono tantissimi sacerdoti che fanno del bene in maniera limpida, disinteressata e senza pensare alla carriera. E questi sacerdoti , caro Arcivescovo, ci danno tanta speranza anche per il futuro della Chiesa cattolica anche se non fanno notizia e non vengono mai citati. Padre Raniero Cantalamessa, predicatore ufficiale della Casa Pontificia, parlando di pedofilia nella Chiesa, davanti a Papa Benedetto XVI ha chiesto severità e fermezza, ma anche di "un giorno di digiuno e preghiera" per esprimere la solidarietà della Chiesa e dei cristiani alle vittime della pedofilia. Il Padre cappuccino ha ricorda il pianto e i sospiri della Chiesa per gli "abomini commessi in tempi recenti dai suoi stessi ministri": una Chiesa che "ha pagato un prezzo altissimo per questo e - secondo Cantalamessa - "è corsa ai ripari" dandosi "regole ferree" per impedire che tali abusi si ripetano. "Dopo l’emergenza, è venuto il momento" - ha però aggiunto il predicatore - "di fare la cosa più importante di tutte: piangere davanti a Dio, affliggersi come si affligge Dio; per l’offesa fatta al corpo di Cristo e lo scandalo recato ’ai più piccoli dei suoi fratelli’, più che per il danno e il disonore arrecato a noi". Condizione questa perché "da tutto questo male possa davvero venire del bene e si operi una riconciliazione del popolo con Dio e con i propri sacerdoti". Reverendo monsignor Ferraro, se ritiene che io difendendo l’ex seminarista della sua Arcidiocesi abbia diffamato la Curia agrigentina, attraverso i suoi legali, mi porti pure dinanzi al giudice. Saro’ liero di spiegare le ragioni che mi hanno indotto a perdere la fiducia completamente nei suoi confronti e di spendere qualche parola di conforto, di sostegno e di speranza a Marco Marchese, quello che lei non ha fatto pubblicamente e in ginocchio nella sua Cattedrale di Agrigento. Quanto ai 200 mila euro nessun giudice della Repubblica, stia tranquillo, puo’ accettare una simile e vergognosa pretesa da parte di un vescovo, di un Pastore che dovrebbe radunare il gregge, pascerlo, e lenire le sue sofferenze. In conclusione vorrei umilmente invitarla in tempo di Avvento a concentrarsi nel ministero episcopale sulla seconda beatitudine di Gesu’ : "Beati gli afflitti perché saranno consolati". E fare una riflessione profonda su chi siano gli afflitti e su come consolarli. Che bello sarebbe, a pochi giorni dalla nascita del Figlio di Dio, se l’Arcivescovo di Agrigento, facesse un gesto coraggioso, di solidarieta’ e di perdono verso questi sette giovani della sua Diocesi che hanno ricevuto abusi sessuali da parte di un suo sacerdote, condannando pubblicamente il peccato e la scandalo della pedofilia. Forse molti giovani e molti fedeli ritornerebbero ancora nella Casa di Dio da cui si sono allontanati con disgusto e amarezza.

Alberto Giannino
Presidente Ass. culturale docenti cattolici

fonte: http://www.imgpress.it/index.asp



Giovedì, 21 dicembre 2006