Preti pedofili
Solidarietà a don Gelmini da don Vitaliano della Sala

Con un commento del nostro direttore Giovanni Sarubbi


DON GELMINI: DON VITALIANO, SOLIDARIETÀ; È UNA PROBABILE VENDETTA
«In questo momento bisogna fare quadrato attorno a don Pierino Gelmini e lo dico io che sono, sia politicamente sia per quel che riguarda la lotta alle droghe, su posizioni opposte alle sue». È una solidarietà totale quella espressa dal prete no-global Don Vitaliano della Sala nei confronti del fondatore della comunità Incontro, indagato per abusi sessuali, che aggiunge: «la mia non è dunque una difesa corporativa». «Si tratta, - spiega don Vitaliano - probabilmente, non dico proprio di una macchinazione ma di una vendetta. Quando si fa un lavoro come il suo, che da anni si dedica alla lotta contro la droga, si deve purtroppo mettere in conto che qualcosa del genere può accadere, tanto più quando, come nel suo caso, si toccano certi potentati economici». Don Vitaliano confida nel lavoro della magistratura ma sottolinea anche che «in Italia è facile che vieni processato dai giornali prima che il processo vero e proprio abbia inizio. Intanto però la campagna di denigrazione avviata dai media ha i suoi effetti mentre magari trascorrono anni fin quando il magistrato non accerta la verità ». «Ecco perchè - osserva don Vitaliano - proprio in casi come questi bisognerebbe accelerare i tempi dei processi». «Anch’io - confida poi il prete no global - ho il terrore di svegliarmi una mattina e leggere sul giornale ’don Vitaliano accusato di pedofilia’. Quando ci si impegna a fondo nel sociale come facciamo noi - conclude - si rischia purtroppo come contropartita dell’impegno di divenire facili bersagli di vendette e risentimenti». (ANSA) - ROMA, 3 agosto
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dal sito di don Vitaliano Della Sala - http://www.donvitaliano.it/



Un commento del nostro direttore


Caro Vitaliano,

questa tua posizione mi stupisce non poco. Serve a dividere l’opinione pubblica in innocentisti o colpevolisti a tutti i costi. E a chi giova una simile situazione? Certamente non alla verità dei fatti che dovrebbe essere l’unica cosa da chiedere con forza unita alla richiesta di tenere fuori la politica da questa storia e di lasciar lavorare serenamente la magistratura.

Ma quello che mi lascia ancora più stupito è la motivazione che dai alla tua scelta che suona quasi come un voler mettere le mani avanti.

Certo le macchinazioni sono sempre possibili. Ma proprio per questo l’unica richiesta seria da fare è quella che si faccia piena luce su tutto e che non si alzino polveroni che costruiscano a tavolino un martire prima ancora che i giudici abbiano avuto la possibilità di vagliare le prove. E non mi sembra un bel comportamento quello di dare addosso ai cinque che l’accusano solo perchè sono stati o sono ancora tossicodipendenti. Come non mi sembra un bell’agire quello di don Gelmini che, stando alla sue parole, avrebbe cacciato qualcuno di loro perchè trovato a rubare. Tutti i tossicodipendenti rubano, lo fanno in casa, fanno le rapine tutto per procurarsi la droga. Non mi sembra sia una bella giustificazione quella fornita da don Gelmini: che recupero di tossicodipendenti fa se non riesce a gestire un episodio di furto.

Ma quello che più mi da fastidio è il nascodersi dietro ai ragazzi delle comunità. Che c’entrano loro. Le accuse sono rivolte a don Gelmini e non alla comunità. Mi sembra come un bambino che va a nascondersi dietro alle gonne della madre una volta che è stato beccato con le mani nella marmellata.

Quindi ne innocentisti ne colpevolisti: vogliamo la verità e che non ci siano inpunità per nessuno, comunque si chiamino e qualunque cosa facciano. Almeno diamo un minimo di credito a questi ragazzi che certo sapevano a cosa andavano incontro denunciando don Gelmini e già questo dovrebbe portarci ad essere quanto meno cauti.
Ciao


Giovanni Sarubbi



Sabato, 04 agosto 2007