Preti pedofili - Il commento
Chiesa e Stato
Peccato e reato
Preghiera e Codice penale

di Rosario Amico Roxas

Sulla proposta del Papa di una preghiera universale per "implorare la misericordia di Dio per le vittime del preti pedofili e la santificazione del clero".


Il pontefice è intervenuto sugli scandali dei preti pedofili invocando, finalmente una giustizia terrena celere e giusta. Ne da notizia su l’"Osservatore Romano" il cardinale brasiliano Claudio Hummes, in una intervista del 05 gennaio 2008.
Non si parla di revoca di quella lettera "Crimen sollecitationis"che imponeva una riservatezza dal sapore omertoso nei casi accertati di pedofilia.
Riservatezza che è culminata in una lunghissima serie di risarcimenti milionari (in dollari) alle vittime, specialmente nelle diocesi di Boston e Los Angeles, per evitare i giusti e doverosi procedimenti penali a carico dei malfattori che si fanno chiamare sacerdoti, inquinando i sacrifici dei tantissimi in abito talare che sacrificano anche la vita per spargere il Bene.
Nell’intervista il cardinale Hummes riporta le parole di Benedetto XVI, che per l’occasione ha parlato da pontefice, nelle quali manifesta una sottospecie di "mea culpa" per il dilagare del fenomeno di pedofilia. Il pontefice, conclude l’intervista, propone "anche" una preghiera universale per "implorare la misericordia di Dio per le vittime del preti pedofili e la santificazione del clero".
Ma qui non ci siamo.
Per quanto riguarda la misericordia di Dio per le vittime, non c’è bisogno di preghiere; sono vittime non colpevoli, spesso facile preda dell’autorità che baratta il poco bene che viene elargito con la soddisfazione degli istinti più bassi; Dio conosce bene i colpevoli e sa distinguere le vittime dai carnefici, senza bisogno di preghiere "imploranti"
Per quanto riguarda la santificazione del clero, mi auguro che non sia rivolta ai pedofili, per i quali Cristo si è pronunciato senza se e senza ma, invitandoli a legarsi una macina da mulino al collo e deliziarsi nelle fresche acque del mare.
Nessuno vieta che vengano elevate preghiere "anche" per questi disgraziati, ma tali preghiere non devono sostituirsi ai rigori del Codice penale.
Le preghiere sono una implorazione affinchè i peccati vengano rimessi, ma non certo i reati che devono svilupparsi dentro l’itinerario previsto dallo Stato.
A Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che a Dio appartiene.
Il reato è di competenza di Cesare il peccato è competenza di Dio, senza miscellanee di comodo o fraintendimenti opportunistici.
I sacerdoti pedofili, fin dal momento dell’incriminazione devono essere sospesi a divinis, non trasferiti altrove per trovare nuovi adescamenti; in caso di condanna ridotti allo stato laicale e affidati alla giustizia degli uomini; quanto alla Giustizia di Dio, abbiamo già detto, mentre quella degli uomini è molto più conciliante non prevedendo nessuna macina da mulino al collo.
Sotto un certo profilo anche lo Stato laico è una Chiesa, con i suoi ministri; anche lo Stato laico avrebbe il dovere di non confondere peccato con reato.
I ministri dello Stato laico sono i politici che lo amministrano in nome e per conto del popolo che li elegge e che si aspetta un onesto ritorno alla proprie attese, in termini di buon governo e di sana amministrazione. Fra questi ministri ci sono anche i pedofili del potere, in proporzione ben maggiore a quella che affligge la Chiesa; pedofili del potere perchè violentano tutto ciò che capita loro a tiro, maggiorenni, minorenni...basta che respirino, lavorino, producano.
Anche lo Stato laico dovrebbe usare i medesimi metodi che suggeriamo alla Chiesa, ma con i mezzi di uno Stato laico, cioè le indagini preliminari (che non rappresentano giustizia ad orologeria), procedimento penale (che non può essere identificato con accanimento giudiziario), eventuale condanna (che non può essere svilita come vendetta politica).
Quindi riduzione allo stato laicale (interdizione dai pubblici uffici) e sacrosanta galera.
Fino a quando lo Stato laico non adempirà i suoi doveri non ha nessun titolo per imporre agli altri un percorso di giustizia globalizzata.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Domenica, 06 gennaio 2008