Città del Vaticano Ancora picconate da papa Ratzinger. «Lunica vera chiesa di Cristo è la chiesa cattolica», nelle altre comunità cristiane
essa si manifesta soltanto in «elementi di santificazione e di verità». Nulla di più. I protestanti non sono «chiesa in
senso proprio» mentre lo sono gli ortodossi che però scontano la grave «carenza» di non riconoscere «il capo visibile» cioè
il papa di Roma.
A pochi giorni dal decreto con cui Benedetto XVI ha resuscitato la messa tridentina, ecco un documento della Congregazione
per la dottrina che entra come elefante nella delicata cristalleria dei rapporti con gli altri cristiani, soprattutto i
protestanti, e cala come un macigno sui cattolici più impegnati nel dialogo ecumenico. Protestano ufficialmente i
riformati, i luterani, i vari di tipi di evangelici e perfino i copti egiziani, il cui vescovo Abdel Bassit invita senza
perifrasi Ratzinger «a risvegliarsi dal coma», a non offendere milioni di persone e ad evitare unaltro caso Ratisbona,
stavolta non tra i musulmani ma tra gli stessi cristiani. Criticano anche gli ortodossi che nelle intenzioni vaticane
dovrebbero invece sentirsi lusingati dalla speciale considerazione di "chiese sorelle", con tutti i sacramenti a posto a
differenza degli eredi di Lutero e di Calvino.
In questi giorni il Papa si gode la montagna del Cadore, respira aria pulita e scrive, ma intanto dal Vaticano fa uscire
cinque Responsa , cioè risposte a quesiti teologici, che ribadiscono e rafforzano le tesi della Dominus Jesus , una
precedente dichiarazione dellex SantUffizio che lo stesso Ratzinger elaborò come prefetto per la fede nel 2000. Anche
allora provocò una gelata tra le diverse confessioni cristiane.
Nel primo "responsum" si ritrova la filosofia generale che sta ormai emergendo da questo pontificato: impacchettare il
Concilio Vaticano II nella carta dei suoi documenti finali, nei suoi compromessi e in una serie di citazioni utili ad
attestare che quel grande evento non fu di rottura ma di perfetta continuità con la tradizione e pertanto nessuno è
autorizzato ad appellarsi ad uno "spirito del Concilio" per avanzare nella riforma. Tutto si tiene e nulla cambia, proprio
come la messa in latino quale optional accanto a quella nuova. Dopo il Concilio, secondo Ratzinger, si sono prodotte troppe
innovazioni abusive ed è tempo d cancellarle. «Interpretazioni fuorvianti e in discontinuità», ripete infatti per
lennesima volta il documento vaticano che riprende lintroduzione di Paolo VI alla costituzione Lumen gentium per
dimostrare che i padri conciliari non avevano alcuna intenzione di cambiamenti profondi perché «nulla veramente cambia
della dottrina tradizionale». Si sarebbe trattato solo di «approfondimenti». A quel tempo le rassicurazioni papali verso i
conservatori compensavano unintensa ondata innovatrice. Adesso sono invece poste al servizio di una decisa marcia
indietro. «Cè continuità» nel magistero, sottolinea la nota vaticana soffermandosi in particolare proprio sulla Dominus
Jesus .
Ratzinger sembra quasi incagliato nelle vecchie dispute che lo hanno coinvolto personalmente fin dai tempi delluniversità
e subito dopo il Concilio. Sorprende ad esempio che nel commento allegato a questi ultimi Responsa della Congregazione
ricompaia, come unica citata, la censura contro il teologo della liberazione Leonardo Boff, reo di aver sostenuto che la
chiesa di Cristo vive anche tra gli altri cristiani e di aver interpretato in questo senso linnovazione apportata dal
Vaticano II. Si tratta dellespressione subsistit in , la Chiesa di Cristo «sussiste nella chiesa cattolica», un autentico
rovello per i teologi. Come va interpretata? Perché la Lumen gentium preferì questa formula anziché affermare
sbrigativamente che la chiesa di Cristo è la chiesa cattolica? La Congregazione per la dottrina non può negare che il
Vaticano II in questo modo volle «esprimere più chiaramente» che anche al di fuori della chiesa di Roma ci sono «elementi
di santificazione» ma subito dopo fa a pezzi la novità: «Il passaggio da è a sussiste - osserva - non riveste un
particolare significato teologico» poiché lunica chiesa costituita da Cristo resta quella cattolica, non è un luogo ideale
ancora tutto da costruire.
E perché mai - hanno obiettato alcuni teologi - quelle ortodosse vengono definite chiese e quelle protestanti no? Risponde
la Congregazione che gli ortodossi mantengono la successione apostolica dei vescovi, cioè la formale discendenza dagli
apostoli nel trapasso da un vescovo allaltro, e celebrano «veri sacramenti». Unico peccato: non obbediscono al Papa e non
è cosa da poco. I protestanti invece - ribadisce la nota citando un decreto conciliare - «non hanno conservato la genuina e
integra sostanza del mistero eucaristico», perciò «non hanno lelemento costitutivo essenziale dellessere chiesa». Si
accontentino di venir definite semplicemente «comunità».
La reazione è durissima. Il segretario dellAlleanza riformata mondiale Setri Nyomi scrive formalmente al cardinale Walter
Kasper, responsabile vaticano per il dialogo ecumenico: «Siamo sconcertati». Il documento della Congregazione - osserva il
pastore protestante - mette in discussione «la serietà con cui la chiesa cattolica affronta il dialogo» e fa correre rischi
agli incontri bilaterali. Nyoni si rivolge al Cielo: «Preghiamo perché venga il giorno in cui la chiesa cattolica vada al
di là delle sue pretese esclusivistiche». Analogo il commento di Thomas Wipf, presidente delle chiese protestanti europee:
«Un documento del genere manda segnali sbagliati». «E un vistoso passo indietro - incalza il presidente della Federazione
evangelica italiana Domenico Maselli -, pare evidente che lunico modo di fare lunità sarebbe quello di entrare nella
chiesa cattolica».
Curiosamente Ratzinger si attira le antipatie anche delle chiese evangeliche più conservatrici, tanto antipapiste quanto
daccordo con lui sulle materie etiche.
Il nuovo documento riaccende la tensione tra le comunità cristiane proprio alla vigilia dellAssemblea ecumenica che si
terrà a settembre a Sibiu in Romania. La premura di restaurare la "retta" dottrina non bada a contraccolpi, incurante che
la messa in latino faccia indignare gli ebrei per le frasi sul loro popolo «accecato» e che i Responsa del SantUffizio
complichino la vita al cardinal Kasper. Il segretario della Congregazione Angelo Amato spiega su Radiovaticana che la
ricerca dellunità con gli altri cristiani esige chiarezza dottrinaria. «Un chiaro richiamo - sottolinea la nota - alla
dottrina cattolica per fugare visioni inaccettabili tuttora diffuse nello stesso ambito cattolico» ma anche «precise
indicazioni per il proseguimento del dialogo che resta sempre una delle priorità».
Al Papa, per il momento, interessano soprattutto gli ortodossi. Eppure anche da quella parte gli arrivano severe repliche.
«La chiesa cattolica è ferma sulle posizioni dellundicesimo secolo, non cè nulla di nuovo, periodicamente ripete le
stesse tesi che noi non condividiamo», manda a dire padre Igor Viszhanov dal patriarcato di Mosca.
11/07/2007 da Liberazione pag.2 - http://www.liberazione.it/
Mercoledì, 11 luglio 2007
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