Il motu proprio è un’"ondata di gelo" sulla chiesa.

Lettera di un vescovo francese


di ADISTA n. 55 del 28-7-2007

33991. AMIENS-ADISTA. Ci pensa mons. Jacques Noyer, vescovo emerito di Amiens, a rompere il sostanziale silenzio calato sulla Chiesa francese dopo la pubblicazione del Motu Proprio che ha reintrodotto l’uso del Messale tridentino. I vescovi di Oltralpe erano stati infatti tra quelli che più si erano opposti alla pubblicazione del documento da parte di Benedetto XVI, consci dei problemi che questo avrebbe portato in un Paese dove forti sono i tradizionalisti che rifiutano non solo la riforma liturgica conciliare ma il Concilio tout court. Per questo, all’indomani dell’uscita del documento, il loro sostanziale silenzio era stato particolarmente significativo (v. Adista n. 53/07). Voce isolata e coraggiosa, però, quella di Noyer, che, in questo testo scritto per Adista, esprime lo sconcerto e i timori per lo spirito di un documento concepito tutto all’interno di un ristretto "orizzonte romano". (a. s.)


"Perché il nostro papa ha deciso di ampliare nettamente gli spazi d’uso della liturgia antica? Forse immagina che farà piacere a qualcuno dei monsignori del Vaticano nelle loro cappelle private? Mi piacerebbe non vedere in questo gesto una nuova imprudenza da parte di un papa che dimentica troppo spesso che il mondo è molto più grande del suo orizzonte romano.

So che la lettera del documento vuole limitare alla sola liturgia il cambiamento. I grandi orientamenti del Concilio non sarebbero rimessi in discussione. E questo permette a molti vescovi di chiedere la calma, perché niente dovrà cambiare nelle abitudini. Si può sperare che, in effetti, il numero di richieste per il vecchio rito sarà molto ridotto.

Ahimè! Al di là del testo del Motu Proprio, quel che resterà sarà un atteggiamento critico sugli sviluppi conciliari. Proprio nel momento in cui si manifestano segni di indebolimento nell’apertura e nel dialogo con gli altri cristiani, con le altre religioni e con la saggezza umana, questa ondata di gelo che arriva dall’alto spingerà qualcuno alla ribellione e getterà la maggioranza nello sconforto.

Ci limiteremo a ritornare a casa, per guardare le foto di ieri e lasciar morire di freddo il mondo? Che lo Spirito ci risparmi da questa tentazione!".

Jacques Noyer, vescovo emerito di Amiens



Mercoledì, 25 luglio 2007