NOTA DIRAMATA ALLE AUTORITA VATICANE E AI VESCOVI DELLA CEI- La vicenda delle sette donne ordinate dal Vescovo Romulo Antonio Braschi in Austria e scomunicate dal Cardinale Ratzinger (al di là della validità effettiva dellordinazione che dipenderebbe dallo stato dellordinante quale episcopo autentico, per la successione apostolica) è una vicenda che ha radici molto lontane nel tempo: è infatti dagli anni del dopo Concilio che molti Teologi e Vescovi chiedevano la revisione dell anacronistica esclusione delle donne dai ministeri ordinati. In realtà ogni discussione teologica seguita al Concilio, da Paolo VI in poi fino allattualee pontefice, ha sempre dovuto fare i conti con il maschilismo opprimente della Curia vaticana e della Congregazione per la Dottrina della fede : ciò che più stupisce è il tentativo di far dipendere tale esclusione dalla Parola stessa di Dio e dalla volontà stessa del Cristo. Proprio Papa Wojtyla aveva scritto una Lettera , la "MULIERIS DIGNITATEM", la Dignità della donna, una sorta di generico panegirico delle qualità femminili, per poi in realtà negare tutto alle donne sul piano dei ministeri ecclesiali. Questa negazione viene giustificata come voluta da Dio!.... Infatti per discolparsi il cardinal Ratzinger afferma "che alla Chiesa non è dato modificare le norme fondamentali istituite dal suo fondatore..." Stessa cosa si dice dei Gay e delle Lesbiche, che essendo condannati dai testi sacri di unepoca risalente a circa quattromila anni fa , alla Chiesa "non è dato in nessun modo modificare" a favore di un esercizio dellaffettivitòà e sessualità. Ma questa motivazione- affermano nella nota diramata alle Autorità vaticane e ai Vescovi- i Teologi del CENTRO STUDI TEOLOGICI- è errata sia sotto il profilo dogmatico ,sia sotto laspetto esegetico , poichè non vi può essere diretta conoscenza di ciò che Dio e Cristo intendevano indicare-una volta per tutte- alla Chiesa nella storia umana,ogni norma seguendo levoluzione dei tempi è relativa, poichè ogni epoca ha i suoi punti di riferimento culturali e le sue categorie di inclusione ed esclusione, che oggi sono completamente ribaltati. Il giustificare con la "volontà divina" lesclusione della donna, che in realtà è dovuta alla lettura maschilista delle sacre scritture, nate in contesto umano e in unepoca che era essa stessa maschilista, è un atto profondamente "disonesto", sia dal punto di vista teologico che interpretativo ed ecclesiale. Infatti la discrimminazione analoga, nella Bibbia, delle persone di colore che erano "figli di Cam" (uno dei figli del patriarca Noè), e quindi discendenti maledetti e "neri", è caduta da tempo, nè il Papa o Ratzinger si sognerebbero di ripristinarla! Ma ciò che vale per i neri,oggi,non vale per le donne e per i gay o le lesbiche che sono ancora discriminati e ritenuti "inferiori" o "diversi" per decisione divina. Va ricordato poi che nelle comunità primitive dei cristiani erano previste le figure del diaconato femminile, accanto a quelle maschili (i sette diaconi- cui il numero delle ordinate in Austria fa riferimento) (vedi Atti degli Apostoli) e che lo scontro con il "sacerdozio sacramentale" che esclude le donne, si deve alla visione sacrale, vicina allAntico Testamento (i Leviti del tempio ebraico)- maschile e patriarcale- piuttosto che a Cristo, e che distingue la Chiesa Cattolica da quelle Riformate (evangelica, luterana, valdese ecc.) il cui servizio non ha mantenuto questa impostazione gerarchica e sacrale, ma laccento di "servizio " alla comunità. Le donne dunque nelle Chiese riformate hanno la stessa dignità dei maschi e accedono agli stessi carsimi di servizio e di presidenza della comunità cristiana. Non è lelemento sessuale-biologico che decide lammissione dei candidati. Purtoppo mentre altri hanno il burqa ,per i cattolici persiste questa esclusione anacronistica. Quando alcuni Vescovi e persino cardinali (ad esempio il card. Martini con altri Vescovi europei del Nord)avevano proposto almeno lammissione al diaconato per le donne, sono stati fatti oggetto di feroci attacchi e di isolamento. I TEOLOGI DI MILANO SI CHIEDONO,QUALE CHIESA VIENE AVANTI PER GLI ANNI DUEMILA?! SI DOVEVA ALMENO TROVARE QUALCHE VIA DI DIALOGO E DI COMUNICAZIONE POSITIVA ANZICHE LINTERDETTO. IL VATICANO PERSISTE DUNQUE NELLA SUA OPPRESSIONE ED ESCLUSIONE DELLA DONNA, POICHE DANDO IL MALESEMPIO PER PRIMO, FAVORISCE LA DISCRIMINAZIONE DELLA DONNA NEGLI AMBITI SOCIALI DELLA STESSA VITA CIVILE.
COMITATO DIRETTIVO DEI TEOLOGI Prof. Giovanni Felice Mapelli *********************** CENTRO ECUMENICO Via Varese,10 20121 MILANO tel.339.52.800.21 fax ============= centrostuditeologici@tiscali.it
MILANO,6 Agosto 2002
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