Cardinale statunitense vuole zittire il vescovo australiano ribelle

di Rocco Palmo e Mark Brolly

Da The Tablet

La chiesa nel mondo
24 maggio 2008
Il vescovo australiano la cui "critica devastante" sugli abusi sessuali nella chiesa è divenuto un best-seller controverso lo scorso anno, è finito nel mirino della gerarchia prima del suo giro di conferenze negli Stati Uniti.
Alla vigilia del suo primo viaggio oltreoceano per promuovere il libro Confronting Power and Sex in the Catholic Church: reclaiming the Spirit of Jesus, al vescovo di Sydney in pensione Geoffrey Robinson è stato negato il permesso di parlare nell’Arcidiocesidi Los Angeles dal cardinale Rober Mahony dopo una dichiarazione rilasciata dalla conferenza episcopale australiana che menzionava "difficoltà dottrinali" che mettono in dubbio l’autorità della chiesa.
In una lettera privata al prelato, pubblicata da un sito web australiano, il cardinale Mahony ha intimato al vescovo Robinson, il cui libro pone l’accento su come la chiesa ha gestito lo scandalo degli abusi sessuali, di "cancellare l’intero tour", che è iniziato la scorsa settimana a Philadelphia e prevede tappe a New York, Seattle, San Diego e Boston, luoghi in cui è scoppiato lo scandalo degli abusi a livello internazionale nel 2002. Il cardinale ha sottolineato che il Prefetto per la Congregazione dei Vescovi, cardinale Giovanni Battista Re, aveva anche lui insistito affinché Robinson non raggiungesse l’America.
Robinson dovrebbe arrivare nell’Arcidiocesi di Los Angeles a metà giugno e non sembra aver chiesto alcuna autorizzazione riguardo la conferenza. A una settimana di distanza dalla pubblicazione della lettera del cardinale Mahony, la data del 12 giugno in un centro di ritiro alla periferia di Encino è ancora in agenda. I critici sospettano che la mossa di Mahony – replicata anche da altri vescovi responsabili delle diocesi coinvolte nel tour – abbia poco a che vedere con la "salvaguardia degli insegnamenti della chiesa", ma riguardi più che altro il tentativo di arginare il danno provocato dagli abusi, che hanno visto la chiesa di Los Angeles pagare 660milioni di dollari alle vittime proprio l’estate scorsa.
Il gruppo riformista Voice of the Faithful ha protestato per ciò che definisce un tentativo di "zittire" un "cattolico coraggioso".
Nel frattempo il vescovo Robinson ha risposto alla aspra dichiarazione dei vescovi australiani (vedi The Tablet 17 maggio) definendo le "restrizioni impossibili su qualunque iniziativa di approfondimento o studio serio" del fenomeno degli abusi sessuali nella chiesa quale ragione primaria della rottura con i suoi colleghi.
I vescovi australiani hanno preso le distanze da lui riguardo gli attacchi al celibato obbligatorio, alla gestione della chiesa sugli abusi sessuali del clero, agli insegnamenti in materia sessuale e sul potere centralizzato del papa e della curia a discapito delle realtà locali. Nel suo breve intervento Robinson ha detto: "la dichiarazione dei vescovi australiani non mi stupisce, ma mi addolora. Il mio libro parla della risposta alle rivelazioni di abusi sessuali all’interno della chiesa. L’abuso sessuale si verifica in un ambito di sesso e potere, è quindi ragionevole porsi domande su sesso e potere nella chiesa". "Nella loro dichiarazione sembra che i vescovi vogliano lasciar intendere che, nel tentativo di rispondere agli abusi, dobbiamo investigare i molti fattori che vi hanno contribuito, ma non mettere mai in dubbio gli insegnamenti, le leggi e le attitudini in ambito di sesso/potere nella chiesa che possano averli causati. Ciò impone restrizioni impossibili su qualsiasi approfondimento o studio serio e da qui nasce la mia rottura con la conferenza episcopale. Dobbiamo essere liberi di seguire le indagini dovunque esse portino".

Testo Originale
Traduzione di Stefania Salomone



Church in the World
24 May 2008
US cardinal aims to silence rebel Australian bishop

Rocco Palmo and Mark Brolly
The Australian bishop whose "devastating critique" of sex abuse in the Church became a controversial bestseller last year has come under fire from the hierarchy at the start of a month-long US tour.
On the eve of his first overseas trip to promote Confronting Power and Sex in the Catholic Church: reclaiming the Spirit of Jesus, retired Sydney Auxiliary Bishop Geoffrey Robinson was "den[ied] permission" to speak in the Archdiocese of Los Angeles by Cardinal Roger Mahony after a statement from the Australian bishops cited "doctrinal difficulties" in Bishop Robinson’s "questioning of the authority of the Church".
In a private letter to the prelate leaked by an Australian website, Cardinal Mahony urged Bishop Robinson, whose book examined how the Church handled the sex-abuse crisis, to "cancel the entire speaking tour", which began last week in Philadelphia and includes stops in New York, Seattle, San Diego and Boston, where the US Church’s sex-abuse crisis came to international attention in 2002. The cardinal noted that the prefect of the Vatican’s Congregation for Bishops, Cardinal Giovanni Battista Re, had likewise insisted that Bishop Robinson not appear in America.
While Bishop Robinson is due to appear in the Archdiocese of Los Angeles in mid-June, he did not seek permission to speak there. A week after Cardinal Mahony’s letter, the author’s 12 June engagement at a retreat centre in suburban Encino remained on his calendar. Critics alleged that the move by Cardinal Mahony - one reportedly echoed by bishops in other locales where the Robinson tour had been scheduled - had less to do with "safeguard[ing] the teachings of the Church" than the Californian prelate’s desire to contain the fallout from the abuse scandals, which saw the Los Angeles Church pay $660 million (£334 million) to victims last summer.
The Church-reform group Voice of the Faithful protested over what it saw as an attempt to "silence" a "courageous Catholic".
Meanwhile Bishop Robinson has responded to a critical statement from the Australian bishops (The Tablet, 17 May) by citing "impossible restrictions on any serious and objective study’’ of sexual abuse in the Church as the reason for his breach with his colleagues.
The Australian bishops distanced themselves from him over his attacks on compulsory celibacy for priests, the Church’s handling of sexual abuse by clergy, its teachings on sexuality and the centralised focus on the Pope and Curia at the expense of the local Church. In his own brief statement Bishop Robinson said: "The statement of the Australian bishops is not unexpected, but it is disappointing. My book is about the response to the revelations of sexual abuse within the Church. Sexual abuse is all about power and sex, so it is surely reasonable to ask questions about power and sex in the Church.
"In their statement the bishops appear to be saying that in seeking to respond to abuse, we may investigate all other factors contributing to abuse, but not ask questions concerning ways in which teachings, laws and attitudes concerning power and sex within the Church may have contributed. This imposes impossible restrictions on any serious and objective study, and it is where I have broken from the bishops’ conference. We must be free to follow the argument wherever it leads.’’



Domenica, 25 maggio 2008