Simpatizzante di Chavez, una nuova chiesa fa fuoco

di Simon Romero

Cabimas Journal

1 agosto 2008

CABIMAS, Venezuela Da una cappellina improvvisata in un edificio scolastico, sulla cui porta di ingresso campeggia l’effige del Presidente Hugo Chavez nonché gli slogal rivoluzionari del suo governo, i vescovi della Nuova Chiesa Cattolica Riformata del Venezuela hanno dato il benvenuto ai partecipanti alla messa domenicale.

The New York Times

La chiesa sembra avere circa 2000 membri nello stato di Zulia.

Il vescovo missionario Simon Alvarado, 39 anni, strimplellava la chitarra accompagnando gli inni cantati dalla comunità. Il vescovo coadiutore Jon Jen Siu-Garcia, 37 anni, ha fatto un’omelia sull’assistenza ai poveri, mentre sua moglie, Hiranioris Calles, 24 anni, gli sorrideva dalla sedia di plastica bianca su cui sedeva.

"La chiesa di Roma è terrorizzata di poter perdere altri preti come noi", dice il vescovo Siu-Garcia. E’ figlio di immigranti, padre cantonese e madre colombiana, venuti ad abitare in questa cittadina sulle sponde del Lago Maracaibo. "E deve esserlo, visti i suoi scandali di abusi interni e la sua ipocrisia nel combattere la povertà".

La defezione di una manciata di preti e il loro confluire nella Chiesa Cattolica Riformata, una chiesa separatista apertamente simpatizzante del governo di Chavez, ancora stranamente alleata con gli Anglicani conservatori del Texas, ha suscitato le ire della Chiesa Cattolica Romana in Venezuela. Dalla sua fondazione in giugno scorso, la neo-chiesa ha intrapreso un acceso dibattito sulle interrelazioni tra religione e politica in uno dei paesi più antichi dell’America Latina.

"Ciò che voglio fare è distruggere la Chiesa Cattolica, ma non ci riescono", ha dichiarato l’arcivescovo Roberto Luckert, uno dei più aperti oppositori di Chavez nella gerarchia cattolica del Venezuela, in una trasmissione radio, denunciando la nuova chiesa.

Ha espresso una critica molto aspra. "Si vestono come preti, celebrano battesimi e cresime, tutto a spese del governo, mentre la gente muore di fame".

I leader della Chiesa Cattolica Riformata, comunque, affermano che la loro nuova chiesa rappresenta una fusione del meglio delle tradizioni cattolica e anglicana. Perciò rifiutano fermamente i finanziamenti di Chavez e insistono nel dire che la loro chiesa non ha affiliazione politica; si professano solidali con Chavez, il quale si è spesso scontrato con la gerarchia cattolica romana da quando è salito al potere 10 anni fa.

"Condivido il progetto rivoluzionario del Presidente Chavez, dato che è un progetto socialista e umanista per le masse", dichiara Enrique Albornoz, ex-ministro luterano, vescovo e leader massimo della Chiesa Cattolica Riformata. La chiesa sembra avere circa 2000 membri tra Cabimas e altre città di Zulia, lo stato più popoloso del Venezuela.

A primo acchitto, potrebbe sembrare che Zulia una origine improbabile per una chiesa di rottura, permeata dalla teologia della liberazione, la scuola di pensiero che ha scosso la Chiesa Cattolica Romana in America Latina negli anni ’60 mediante l’attivismo politico e la giustizia per i poveri.

Governato da un leader dell’opposizione di Chavez nelle elezioni del 2006, lo stato di Zulia resta un bastione dell’opposizione conservatrice. Molti dei residenti sono restii nel redistribuire le ricchezze derivanti dai pozzi petroliferi intorno al Lago Maracaibo tra i poveri del paese.

Ma Zulia è un esempio di contrasti. E’ la patria non soltanto soltanto di ricchi allevatori o petrolieri, ma anche di piccole cittadine che producono olio, come Cabimas e altre.

In queste aree, si sta tentando una lotta alla povertà da 10 anni sotto il governo Chavez, così come un ampio dibattito sulla giustizia sociale.

"Chavez sta portando avanti il lavoro di Dio e spero che i nostri preti qui facciano lo stesso", ha detto Janeth Vicua, 54 anni, casalinga che frequenta la Chiesa Riformata. "La vecchia chiesa Cattolica dice di lavorare per i bisognosi, ma cosa ha fatto in tutti questi secoli?".

Questo tipo di sfida ha periodicamente scosso i politici venezuelani fin dal XIX secolo, quando il dittatore Antonio Guzman Blanco confiscò molte proprietà della Chiesa Cattolica Romana e cercò, invano, di creare una chiesa nazionale indipente da Roma.

Il Venezuela uscì da quel conflitto come uno dei paesi più secolarizzati dell’America Latina, insieme all’Uruguay e, nei decenni scorsi, e a Cuba sotto Fidel Castro.

"Questo è un altro pugno nell’occhio alla Chiesa Cattolica del Venezuela", dice Andrew Chesnut, un esperto di Cattolicesimo dell’America Latina alla Virginia Commonwealth University.

Ma gli anglicani, con 77 milioni di membri, hanno rifiutato di riconoscere la Chiesa Cattolica Riformata, sebbene abbracci alcuni tradizioni anglicane.

Comunque, la chiesa, in cerca di credibilità, si è assicurata il sostegno di un gruppo potente, la Chiesa Anglicana Conservatrice del Nord America. Il gruppo, parte del quale opera in Texas, non è d’accordo con la liberalità della Chiesa Episcopaliana, che ha approvato un vescovo gay nel 2003.

"Non intendiamo estendere il privilegio inclusivo con leggerezza", ha detto A. Dale Climie, arcivescovo anglicano conservatore, che vive alla periferia di Houston. "Le autorità Cattoliche Romane hanno stabilito che il modo migliore di sminuirli è appellarsi al loro legame con Chavez".

La Chiesa Cattolica Riformata non ordina vescovo le donne o gli omossessuali dichiarati, così come non consente matrimoni omosessuali. "Ma non siamo omofobi, il nostro servizio è rivolto a chiunque" afferma il vescovo Siu-Garcia.

Mentre il vescovo e i suoi colleghi parlano di espandersi non solo in Venezuela, ma negli stati vicini, i leader cattolici romani hanno intensificato le critiche. Il Cardinale Jorge Urosa, arcivescovo cattolico romano di Caracas, l’ha definita "una sorta di brodo di gallina, una insalata mista, qualcosa che non può certo vantare una coerenza interna".

Mantre i leader della Chiesa Cattolica Riformata sostengono i programmi anti-povertà di Chavez, sono esitanti nel discutere le ragioni per cui la povertà sia così diffusa in Venezuela, anche in tempi in cui il prezzo del petrolio sale. E si limitano a sorridere quando viene loro chiesto un commento sul pensiero religioso di Chavez, che sostiene che Gesù fosse il primo socialista.

"Non abbiamo mai detto di essere la chiesa di Chavez" dice il vescovo Siu-Garcia. "Ma sembriamo condividere molte delle idee del nostro presidente".

Il vescovo Alvarado, uno dei preti cattolici romani che ha fondato la nuova chiesa, ha dichiarato che fonte di ispirazione è stata Oscar Romero, l’arcivescovo crociato di El Salvador, che fu ucciso da uno squadrone della morte di estrema destra nel 1980 dopo aver lavorato a lungo a favore dei poveri durante la guerra civile.

Apparentemente la nuova chiesa inneggia alla liberazione in modi diversi. A giugno, dopo 10 anni di presbiterato cattolico, il vescovo Alvarado ha sposato con rito religioso Astrid Torres, 23 anni, sua ex-assistente, dalla quale ha una figlia di 11 mesi. "Credo che circa il 50% dei preti cattolici del Venezuela ha moglie in segreto", ha detto Alvarado.

Ha aggiunto: "Il nostro scopo è liberare i poveri dal giogo degli altri, mentre cerchiamo noi stessi di condurre una vita serena e appagante".



Testo Originale
Traduzione di Stefania Salomone
Reperimento testi di Patrizia Vita

http://www.nytimes.com/2008/08/01/world/americas/01venez.html?_r=1&emc=eta1&oref=slogin



Giovedì, 11 settembre 2008