Messa senza preti

La proposta dei domenicani mette in subbuglio la Chiesa nei Paesi Bassi


di Matteo Spicuglia/ 17/09/2007

Non ci sono preti per la Messa? I domenicani neerlandesi propongono di sostituirli con laici. La proposta in un opuscolo diffuso nelle parrocchie del Paese. I vescovi: è contro la dottrina cattolica. E i Paesi Bassi rivivono il clima del dopo Concilio.


Riprendiamo questo articolo da da Korazym - http://www.korazym.org/news1.asp?Id=25250


Non ci sono preti? Semplice, la Celebrazione Eucaristica può essere presieduta da chiunque, "uomo o donna, omo o eterosessuale, sposato o celibe". Nessuna provocazione, ma una proposta concreta lanciata dai domenicani neerlandesi, al centro dell’ultima polemica scoppiata nella Chiesa nel Paese, tra le più tormentate nel dopo Concilio. L’idea è contenuta in "Kerk en Ambt" (Chiesa e Ministero), opuscolo di 38 pagine, diffuso nelle 1.300 parrocchie cattoliche, come spiegato dal settimanale cattolico inglese The Tablet, citato a sua volta dal vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister, nel suo blog.

Il libello nasce per rispondere ai casi sempre più frequenti di parrocchie chiuse per l’assenza di preti o di fedeli (dal 2000, sarebbero circa 200). Un’emergenza che per gli autori di "Kerk en Ambt" (i teologi André Lascaris e Ad Willems, insieme a Jan Nieuwenhuis, già direttore del centro ecumenico di Amsterdam, e Harrie Salemans, parroco a Utrecht) può essere affrontata dando il permesso ai laici di presiedere la Messa. "Oggi, la Chiesa è centrata sui preti e ritiene il presbiterato più importante delle comunità di fedeli", ha affermato Salemans in una intervista pubblicata sul sito dell’ordine domenicano olandese. Ma "questo segna la fine delle congregazioni locali". Da qui, la convinzione che la comunità possa scegliere al suo interno una sorta di delegato per poi pronunciare insieme la formula della consacrazione. "Pronunciare queste parole non è un diritto riservato al prete, - si legge - ma la consapevole espressione di fede dell’intera comunità".

In modo sorprendente, il sacramento dell’Ordine verrebbe di fatto bypassato. La proposta colpisce perché non nasce dalla mente di qualche teologo isolato, ma ha ricevuto l’approvazione dei superiori dei domenicani nei Paesi Bassi. Un crisma di ufficialità che non è piaciuto ai vescovi che si riservano di replicare ufficialmente, sebbene abbiano già chiarito che l’idea dei domenicani è "in conflitto con la dottrina della Chiesa cattolica".

I Paesi Bassi continuano così a confrontarsi con l’eco del dopo Concilio Vaticano II, che fu accolto in modo controverso, con scelte che divisero i fedeli e apparvero come fughe in avanti. È emblematica la vicenda ruotata intorno al cosiddetto "Nuovo Catechismo", un testo approvato nel 1966 dall’allora arcivescovo di Utrecht, il cardinale Bernard Alfrink. Si trattava di un documento che interpretò lo spirito conciliare nell’ottica di decise aperture su temi morali (omosessualità, aborto, divorzio e anticoncezionali), ecclesiali (il sacerdozio delle donne e il celibato dei preti) e sociali (nuovi rapporti con il calvinismo e il marxismo). Punti a cui si aggiunsero anche alcune distorsioni dottrinali che furono corrette dalla Santa Sede, fino all’elaborazione nel 1969 di un "Supplemento al Nuovo catechismo", pubblicato quando la prima versione non autorizzata aveva già fatto il giro del mondo.

Sta di fatto che la Chiesa cattolica nei Paesi Bassi rimase legata a quel clima di apertura, non senza contrasti duri e polemiche contro il centralismo curiale romano, a tal punto che nel 1980, papa Giovanni Paolo II decise di convocare in Vaticano un Sinodo dei vescovi dei Paesi Bassi su un tema eloquente: "L’esercizio del lavoro pastorale della Chiesa nei Paesi Bassi, nelle presenti circostanze, affinché la Chiesa si manifesti sempre, innanzitutto come comunione". Uno stile che fece fatica ad affermarsi, come dimostrano, per esempio, le polemiche sulla nomina del nuovo arcivescovo di Utrecht, il cardinale Adrianus Simonis, considerato un conservatore, ma anche le manifestazioni di piazza contro la visita di papa Giovanni Paolo II nel Regno dei Paesi Bassi, nel 1985. Iniziò allora quella che per alcuni osservatori fu una vera e propria normalizzazione della Chiesa locale, che attualmente vede ridimensionate le polemiche, anche a causa di una secolarizzazione galoppante.

"Molti di coloro che hanno fatto quella stagione non ci sono più: o sono morti, o hanno lasciato la Chiesa", ha spiegato Jan van Hooydonk, direttore del quindicinale cattolico Volzin (Pieno senso), a Vittoria Prisciandaro di Jesus. "I cattolici progressisti e liberali, soprattutto gli intellettuali, le persone che in qualche modo avevano sostenuto quel tipo di Chiesa, si sono come ritirate in una sorta di emigrazione interiore".

In campo, rimangono ancora delle prese di distanza, come l’esperienza delle comunità ecumeniche di base che, in pieno contrasto con le direttive di Roma, propongono celebrazioni eucaristiche miste tra protestanti e cattolici. Accanto a queste spinte, tuttavia, si registra un risveglio della fede tra i giovani (specie sull’onda delle Giornate Mondiali della Gioventù), anche se si parla sempre di realtà minoritarie. Lo ha spiegato all’agenzia Zenit, Ed Arons, 58 anni, direttore del settimanale Katholiek Nieuwsblad convinto che il periodo del dopo Concilio continui a condizionare la pratica religiosa di oggi. "La maggior parte di quella generazione - dice - è ancora persa e ha influenzato i propri figli in modo negativo, tenendoli lontani dalle ricchezza di Dio nella Chiesa".

Ma in che acque naviga la Chiesa nei Paesi Bassi? Spiegava lo stesso cardinale Simonis, in un’intervista a 30 Giorni del 2000: "I contestatori del movimento ’Otto maggio’ (movimento nato il giorno prima della visita del papa nei Paesi Bassi) qualche tempo fa riempivano arene da diecimila persone e oltre, oramai non arrivano neanche a meno della metà. E chi ha partecipato a tali raduni mi racconta che di giovani ce ne erano pochi. Lo ripeto con Willebrands: ’Non hanno successori’. Solo chi è nella Tradizione rimane nella fede. Neppure noi abbiamo adunate oceaniche di ’successori’, ma ci basta un seme, e ci basta seguire, come fecero gli apostoli".



Martedì, 25 settembre 2007