Una risposta al discorso di Vienna del Papa

di Stefania Salomone

Vienna, 16:58
IL PAPA IN AUSTRIA: LA SPIRITUALITA’ NON DIVENTI UN BUSINESS
’’Le vostre abbazie e i vostri monasteri non diventino soltanto luoghi di cultura e di tradizione o addirittura semplici aziende economiche’’. Lo ha chiesto il Papa ai monaci austriaci, visitando l’abbazia di Heiligenkreutz, a 30 chilometri da Vienna. ’’Struttura, organizzazione ed economia - ha detto - sono necessarie anche nella Chiesa, ma non sono la cosa essenziale. Un monastero è soprattutto un luogo di forza spirituale’’. Così ’’i monaci non pregano innanzitutto per questa o quella cosa, ma semplicemente perché Dio merita di essere adorato’’. Nella vita dei monaci, ha continuato, ’’la preghiera ha una speciale importanza: è il centro del loro impegno professionale. Essi esercitano la professione dell’orante che è anche un servizio sacro per gli uomini e una testimonianza per loro’’. Infatti, ’’ogni uomo porta nell’intimo del suo cuore, consapevolmente o in modo inconscio, la nostalgia di un definitivo appagamento, della massima felicità, quindi, in fondo, di Dio. Un monastero, in cui la comunità si raduna più volte al giorno per lodare Dio, testimonia - ha affermato Ratzinger - che questo originario desiderio umano non cade nel vuoto: come un’oasi spirituale indica al mondo di oggi la cosa più importante, anzi, la sola decisiva: esiste una ragione ultima, per cui vale la pena di vivere, cioè Dio e il suo amore imperscrutabile".



La risposta di Stefania Salomone


Potremmo soffermarci già sul primo concetto: "Alla chiesa sono necessarie struttura, organizzazione ed economia".
Non mi sovviene nessun passo del Vangelo in cui si affermi una tale eresia.
Il danno incalcolabile che il concetto di "struttura" ha arrecato alla chiesa di Cristo è enorme e doloroso, se per struttura si intende una forma gerarchica di qualche tipo. Stessa cosa vale per l’organizzazione. Non parliamo poi della parola "economia", che nel popolo di Dio non trova una collocazione logica, né spirituale di sorta.
Il viaggio del papa a Vienna, per rimanere in tema, è costato 6,8 milioni di dollari, senza contare le spese che lo stato ha affrontato per garantire la sicurezza del corteo papale (l’ha affermato il Cardinale Schoenborn di Vienna). E’ grazie a questa struttura organizzativa FONDAMENTALE che cifre di questo genere vengono volatilizzate sotto gli occhi dei due terzi del mondo che muore di fame.
Certo che non sono essenziali, ci mancherebbe! Ma esistono. E non dovrebbero.

Veniamo al punto centrale del discorso del papa: "Adorare Dio".
Lodare Dio è cosa buona, ce l’ha insegnato Gesù. Adorarlo... è cosa meno buona. Gesù non l’ha fatto, almeno non ce n’è traccia.
Perché continuiamo ad andare da tutt’altra parte rispetto all’unica direzione possibile? La via è segnata, è chiara.
Ce ne stiamo di fronte agli ostensori ripetendo dentro di noi "quello è Gesù". Perché? Perché così ci hanno detto. Contro ogni evidenza, contro ogni tradizione, contro ogni logica. E ci prostriamo più in basso che possiamo per essere graditi a lui.
E mentre noi ce ne stiamo faccia a terra per collezionare più bollini possibili per il paradiso, alle nostre spalle si dileggia il vangelo con anatemi, scomuniche, ori e lussi.
Perché non abbiamo neanche il coraggio di guardarlo in faccia questo Signore nell’ostensorio? Sarebbe già un bel passo avanti.
Che se ne fa Dio di un popolo che non può camminare perché ha la schiena spezzata e la bocca secca a furia di pronunciare frasi inutili e blasfeme?
La dimensione orante, di cui si parla, si esprime concretamente nella vita, nella storia. Non esiste orazione più inutile di quella pronunziata in aria, verso il cielo, che non abbia la forza necessaria per tornare a terra, dove ci sono i fratelli.
Sento preghiere di benedizione prima dei pasti che recitano: "Signore benedici questo cibo e provvedi a coloro che non ne hanno". Ma si possono dire cose più irresponsabili? E noi che ci stiamo a fare? Siamo noi che dobbiamo provvedere a coloro che non ne hanno.... Questa è la preghiera standard dei monasteri.
O ancora: "Benedici tutti coloro che ci fanno del bene nel tuo nome". E quelli che ci fanno del male? Cose dell’altro mondo...
Il definitivo appagamento, la massima felicità... Di cosa parliamo? Vogliamo ingraziarci il nostro Dio come se fosse un totem, un portafortuna... Facciamo dire la messa per i defunti affinché la loro permanenza in purgatorio sia di minor durata possibile... Vogliamo mercanteggiare l’amore di Dio. "Se faccio dire 10 messe (pagando), l’anima del defunto acquista 10 punti in misericordia divina". Ma dove stiamo andando?
Se Dio è amore, può essere così? Strutturato, organizzato, economo... NON CI CREDO.



Mercoledì, 12 settembre 2007