ELETTROSMOG: DA RIFARE IL PROCESSO AI DIRIGENTI DI RADIO VATICANA

di Agenzia Adista

34440. ROMA-ADISTA. Torna al centro di feroci polemiche la Radio Vaticana, in seguito alla decisione della Cassazione di rinviare il processo alla Corte d’Appello di Roma per un nuovo giudizio sulle assoluzioni di p. Roberto Tucci, ex presidente del comitato di gestione della Radio Vaticana, e p. Pasquale Borgomeo, ex direttore dell’emittente. Borgomeo e Tucci torneranno in aula per rispondere dell’accusa di “inquinamento” o “elettrosmog”, ossia per la sovrapproduzione di onde elettromagnetiche nell’impianto di Santa Maria di Galeria denunciata dalle associazioni in sostegno dei residenti nella zona di Cesano. Visto che nell’ordinamento giuridico italiano non esiste una fattispecie di reato relativa all’elettrosmog, l’illecito è stato equiparato al “getto pericoloso di cose”, regolato dall’art. 674 del Codice Penale. Ed è proprio puntando su questa “dubbia” equiparazione che i giudici di secondo grado avevano assolto i due dirigenti il 4 giugno del 2007. Ma le motivazioni non stanno in piedi, secondo il sostituto procuratore della Cassazione Alberto Montagna, che ha accolto il ricorso presentato dal Procuratore Generale della Repubblica e dalle Parti civili e ha sollecitato il nuovo processo.

In una nota resa pubblica il 14/5, la Radio Vaticana così ha commentato la decisione della Cassazione: “Rimandando una valutazione più approfondita della decisione della Suprema Corte alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza, la Direzione della Radio esprime rincrescimento per questa decisione, che si inserisce all’interno di una vicenda processuale lunga e tormentata e che ha visto l’emittente pontificia oggetto di accuse ingiuste”.

Gli antefatti del procedimento giudiziario contro la Radio Vaticana impongono di tornare indietro negli anni, quando gli abitanti tra Cesano e Anguillara ascoltavano la Radio Vaticana nei loro citofoni e si registrava un’incidenza locale di leucemie infantili superiore alla media nazionale. In seguito alle denunce di elettrosmog mosse all’emittente dalla popolazione locale, nel febbraio 2002 il Tribunale di Roma aveva dichiarato che non si poteva procedere nei confronti dell’emittente vaticana per “difetto di giurisdizione” (v. Adista n. 15/04), come previsto dall’articolo 11 dei Patti Lateranensi, secondo cui “gli enti centrali della Chiesa cattolica sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano”. Il 9 aprile del 2003, in seguito al ricorso presentato dalla Parte civile - tra cui “Verdi Ambiente e Società”, “Cittadinanzattiva-Tribunale dei diritti del malato Onlus”, Codacons, Legambiente, “Coordinamento dei Comitati di Roma Nord” e molti genitori - la Cassazione stabiliva la piena legittimità di giudizio, poiché era la stessa “legislazione della Chiesa a non comprendere la Radio Vaticana tra gli enti centrali della Chiesa Cattolica”. Inoltre, l’impatto ambientale dell’emittente “travalicava i confini dello Stato della Città del Vaticano o di suoi territori e palazzi ’extraterritoriali’, e colpiva persone all’estero, cioè in Italia”.

Secondo Alessandro Iacuelli, redattore di Altrenotizie ed esperto in questioni ambientali, “la soluzione semplice sarebbe spostare i tralicci con i ripetitori in un’altra località, più lontana dalle zone abitate”. Eppure, spiega, “la Chiesa non ci sta, e per un interesse di bottega, per un risparmio economico, continua a mantenere le proprie posizioni, comportandosi quindi più da azienda che da istituzione religiosa, istituzione che spesso anche in modo invadente si batte per la vita e contro l’aborto, ma fa finta di nulla davanti a statistiche che dimostrano come i casi di leucemia (intorno allo stabilimento di Santa Maria di Galeria, ndr) siano molto superiori alla media” (Altrenotizie, 16/5). Secondo il giornalista, la decisione della Cassazione di rinviare in Appello Borgomeo e Tucci apre nuove speranze. “La gente chiede giustizia - rileva - ma una giustizia fatta non a parole dai pulpiti delle chiese ma attraverso sentenze nei tribunali italiani”. (giampaolo petrucci)

Articolo tratto da
ADISTA

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Lunedì, 26 maggio 2008