Crisi chiese - risposta a Catholica Australia
E’ tempo di proposte positive

di fausto marinetti

Raccolgo l’invito del sito Catholica Australia di "suggerire alle organizzazioni riformatrici all’interno o al di fuori della chiesa cattolica, che è arrivato il tempo di iniziare ad articolare una visione che ponga l’enfasi sul positivo".

In sintesi "CATHOLICA AUSTRALIA" sottolineava:
1 -"dove riteniamo che lo Spirito intenda portare il Popolo di Dio"?
2 - "Dio parla all’umanità attraverso TUTTO il popolo;
3 - auspichiamo un ritorno al "vero spirito di Gesù" e la fine di questo clericalismo medievale del tipo "Il Papa sa tutto";
4 - Auspichiamo il ritorno ad un cattolicesimo universale, che esprima "aspirazioni e speranze universali" della intera comunità umana;
5 - Auspichiamo un ritorno ad un cattolicesimo inclusivo in cui le donne, siano messe sullo stesso piano di dignità, rispetto e leadership;
6- Vogliamo mettere fine alla "politicizzazione" della religione.
7- Abbiamo bisogno che i leader mettano fine alle divisioni;
8 - Vogliamo una comunità collettiva che cerchi di "portare il popolo alla crescita"


Il primo aspetto positivo è che stiamo prendendo coscienza della crisi. E "il tempo di crisi" è tempo opportuno per la crescita. Stiamo male, perchè non procediamo; perché abbiamo bisogno di crescere in età e in grazia come "popolo di Dio"; perché la fede si è svuotata del suo contenuto: l’impossibile all’uomo. Infantilismo, staticismo, conservatorismo, spettacolarismo, paura del nuovo, "quanti santi"!, ecc. non sono che i sintomi del "male di vivere" in una chiesa asfittica, ingessata. Se non individuiamo le cause, inutili tutti i tentativi di rinnovamento. Non c’è chirurgia plastica né silicone dell’anima che tenga.

Richiamo, in sintesi, alcuni segni che Dio ci mette davanti in modo prepotente attraverso gli avvenimenti storici:
1. Attraverso i media, internet, TV, ecc. sono presente sulla scena del mondo. Assisto a tutto quello che succede "in tempo reale". Sto a guardare alla finestra della vita o mi lascio interpellare, coinvolgere? Come essere attore, non spettatore? Non sono più cittadino di uno stato, ma cittadino dell’universo, e, di conseguenza, devo farmi carico di tutti i "con-cittadini del mondo. Questo non è previsto neppure dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo. La rete della solidarietà e della giustizia ci "contiene" tutti. Quindi, nuovi diritti e nuovi doveri. Le religioni ci aiutano ad ampliare la coscienza su misra del nuovo assetto del mondo?
2. La presenza degli immigrati: il "nuovo esodo globale degli impoveriti" a caccia di mezzi per sopravvivere, che significato ha? La loro "onnipresenza" è casuale o è foriera di un messaggio? Vengono a dirci: c’è qualcosa che viene prima delle nostre singole patrie e delle stesse religioni. "Veniamo a recuperare ciò che ci accomuna: l’umanità, il diritto alla vita. Vogliamo essere uomini, vivere da uomini, veniamo a riprenderci il diritto che ci è stato negato. Prima viene l’uomo, poi viene il cristiano, il buddista, il mussulmano, ecc.
3. Super-produzione, dumping, "guerra di mercato", la concorrenza è al limite, ecc. Per la prima volta siamo in grado di sfamare tutti i popoli. Sappiamo cogliere la portata di questa realtà, di cui la storia ci fa carico? Cosa significa che per la prima volta siamo in grado di produrre più di quanto consumiamo? Siamo coscienti che la presenza dei popoli impoveriti mette in scacco tutto quanto? La guerra: è evidente che è una pazzia da bandire dalla faccia della terra. Ma non potremo mai dichiararla fuori legge se non vengono banditi gli strumenti del mestiere: la fabbricazione delle armi e il loro regolare commercio che attualmente è una parte importante delle entrate dei paesi "cosiddetti pacifisti".
4. Interdipendenza. E’ evidente che se sporco il mare del vicino inquino il mio stesso mare. Questo vale per l’acqua, l’aria, le foreste, la biomassa, le risorse non rinnovabili, ecc. Abbiamo un solo pianeta e ci dobbiamo stare tutti insieme, perché siamo complementari.
5. Per la prima volta siamo in grado di auto-distruggerci. Quale messaggio dietro questa "scoperta"?
6. Alleanza tra stati e religioni. Se la religione fa da supporto allo stato diventa complice delle sue ingiustizie istituzionali (disoccupati, salari e pensioni da fame, ecc.). Una religione istituzionale (con uno stato a sé, nunziature, ecc.) non è un compromesso con gli stati ingiusti, che militano contro i poveri? Invece dei compromessi con regimi inumani non sarebbe meglio accreditare presso la Santa Sede i rappresentanti degli affamati, dei carcerati, dei rifugiati, degli apolidi, ecc.?
7. Il "mercato globale" è un sistema economico così seducente da condizionare tutti i popoli a farsi a sua immagine e somiglianza. Se le nostre "necessità" aumentano ogni giorno, tutto ci sembra necessario, due auto, due televisori, cellulari, come possiamo comprendere le reali necessità che due terzi del mondo continua a urlarci? Che cosa propongono di diverso le religioni?
8. L’ordine sociale ed economico vigente è insostenibile. Chi ci propone un modo più umano di vivere, di usare le cose, di consumare, di inquinare, ecc.?
9. Come farci stare nel vangelo il sistema repressivo degli anatemi, dei processi, delle scomuniche? E il settarismo elitario di certi movimenti che girano attorno al proprio ombelico? E l’esercito dei preti sempre più obbedienti, sempre più allineati, sempre più religiosi, che pur intuendo che qualcosa in questo sistema religioso non va come dovrebbe, si nasconde dietro l’ostia consacrata?
10. Per uscire verso la "terra promessa" di una nuova chiesa-popolo è indispensabile che il popolo di Dio prenda in mano se stesso, le sue sorti, la sua fede. Il metodo migliore è quello proposto dai primi cristiani: "si riunivano per impastare la vita, spezzare il pane, condividere la vita...". Quindi non più cristiani passivi, meri spettatori, ma protagonisti attraverso l’aggregazione comunitaria, i sinodi oltre il campanilismo, il diocesismo, al di là della casta clericale, dei supervisori-padroni delle anime.
Il primo impegno non potrebbe essere quello di analizzare insieme questi spunti, approfondirli in gruppo e produrne altri?


fausto marinetti


PS. Sarebbe interessante se altri intervenissero a dire la loro.

Giovedì, 20 marzo 2008