Il pontefice visiterà gli Stati Uniti mentre i cattolici in transizione verso altre chiese cambiano il panorama religioso

di ZACHARY REID - TIMES-DISPATCH STAFF WRITER

(traduzione di Stefania Salomone)


Sabato, 5 aprile 2008

Quando papa Benedetto XVI farà la sua prima visita negli Stati Uniti come capo della Chiesa Cattolica Romana, alla fine del mese, si troverà di fronte a schiere di cattolici in transizione.
L’antica immagine dei cattolici americani, parrocchiani prevalentemente bianchi, sta cambiando.
L’immigrazione ha incentivato grandi movimenti nei banchi delle chiese. La perdita di giovani fedeli, la diminuzione del numero dei preti, e l’impatto degli scandali degli abusi sessuali del clero hanno contribuito a cambiare l’immagine - nonché la direzione - della chiesa.

Cambiamenti di ordine demografico

Mentre il numero di cattolici americani è rimasto più o meno stabile negli anni - il 24% circa della popolazione - il panorama della chiesa è oggi piuttosto diverso dal passato. E continuerà a cambiare sempre di più.
La percentuale è rimasta stabile grazie all’immigrazione, in particolare dall’America Latina. La chiesa americana, negli anni, sta diventando sempre più ispanica. "Negli ultimi anni, c’è un netto incremento della popolazione ispanica", ha dichiarato il Rev. Mons. Thomas F. Shreve, vicario generale - seconda carica istituzionale della diocesi di Richmond.
"In parecchi luoghi abbiamo una comunità ispanica ed una anglofona".
Il problema del futuro viene dal pulpito. La chiesa ha avuto tempi duri nel reclutamento dei preti, in particolare fra gli ispanici.
La mancanza di preti di lingua ispanica è significativa, ha detto William Dinges, docente alla Scuola di Studi Teologici e Religiosi della Catholic University of America.
"Se la chiesa non fornisce una risposta pastorale, sarà un problema. Ci sono molte località in cui i gruppi evangelici e pentecostali stanno facendo proseliti in modo molto aggressivo nella popolazione ispanica. Quindi il punto non è se questi siano cattolici o meno... ma che non sappiano dove andare".

Decremento dei fedeli
L’afflusso dell’immigrazione ha aiutato il decremento numerico di cattolici americani.
Circa il 10% degli americani - 30 milioni di persone - si definiscono ex-cattolici, secondo lo Studio Pew del 2008. Secondo questo conteggio, in America ci sono molti più ex-cattolici che membri attivi di qualunque altra denominazione.
Rilevante agli occhi delle cariche ecclesiastiche è la generazione dei giovani tra i20 e i 30 anni. "Chiaramente, esiste una chiara e diffusa preoccupazione nella chiesa riguardo i giorani", afferma Dinges. "Ci sono dei forti dubbi su quanto questi giovani siano legati alla tradizione cattolica".
Il Mons. Donald W. Wuerl, arcivescovo di Washington conferma.
"Riconosciamo che esiste un cospicuo numero di cattolici che si sono allontanati dalla pratica religiosa. Molti di questi sono giovani... La nostra sfida è raggiungerli e invitarli a tornare alla fede".
Wuerl ha detto che è tempo che la chiesa consideri approcci nuovi al di fuori dei legami tradizionali. Ha parlato di "teologia alla spina", un programma secondo il quale è andato a parlare di fede ai ragazzi nei pub.
"Trovo che sia un modo innovativo per raggiungere proprio il gruppo che stiamo perdendo", ha detto.
"Sono sembrati molto interessati. Hanno posto molte domande interessanti".
Il tema non è sfuggito al papa. In un comunicato vaticano lunedì scorso, Benedetto ha detto che "l’appello che i giovani ci hanno espresso, specialmente su questioni e problemi fondamentali, indica il profondo desiderio di pienezza, amore autentico e libertà. Queste sono situazioni che riportano al cuore della chiesa, della sua capacità di annunciare il Vangelo di Cristo nel mondo di oggi".

Troppo pochi preti

Se cresce il numero di parrocchiani - quel 24% di popolazione statunitense è cresciuta dai 47 milioni del 1965 a circa 73 milioni - decresce il rapporto numerico prete/parrocchiani.
Cifre ufficiali della chiesa dimostrano che il numero di preti è sceso da 58.132 nel 1965 a 42.307 oggi. Questo significa che un prete che seguiva 800 fedeli, oggi ne segue 1.700.
Uno scarso contatto con i preti significa che i parrocchiani si sentono scollegati dalla chiesa e che i preti a loro volta sono lontani dai parrocchiani, aferma Dinges.
"In molti casi, particolarmente nelle grandi diocesi, ci sono preti il cui ministero si è ridotto a quello di funzionari sacramentali", aggiunge. "Questo secondo me è l’impoverimento del presbiterato".
Con l’aumentare dell’età media dei ministri e la mancanza di seminaristi, questo problema non sembra in via di soluzione.
La chiesa "tenta di essere più creativa che può nel distribuire i preti e nel trovare strade per impegnare il popolo alla fede, lasciando i preti liberi di svolgere il lavoro che sono un prete può fare", ha detto Wuerl.
Mons. Shreve ha detto che la chiesa sta cercando la risposta nel passato: i diaconi.
Il diaconato, come da antica tradizione, è il primo dei tre passi verso il presbiterato. Fermandosi però prima dell’ordinazione, questo gruppo può includere uomini sposati, non destinati al presbiterato. (Le donne non ne possono far parte).
La chiesa aveva dimenticato questa usanza, ma ci sta tornando, dice Shreve.
"Il problema della carenza dei preti si può risolvere incoraggiando le persone ad andare nelle parrocchie, ad impegnarsi. E’ molto di più che andare a messa la domenica".
Quaranta anni fa, non esistevano diaconi nella chiesa statunitense, secondo uno studio della Conferenza Episcopale Statunitense.
Li abbiamo rivisti a partire dagli anni ’70. Oggi ce ne sono 15.868, la metà del totale mondiale.
La diocesi di Richmond sta formando la propria classe di diaconi. Quando si diplomano, dopo quattro anni di preparazione, sono in grado di svolgere molte funzioni, liberando i preti che possono dedicarsi alla Messa, all’unzione degli infermi e al sacramento della riconciliazione.
"Dovete condividere il ministero, condividere l’impegno", dice Shreve.

Lo scandalo degli abusi sessuali
Nei sette anni passati, gli scandali di abusi sessuali del clero hanno ridotto in bancarotta sei diocesi americane e la chiesa ha versato più di 2 miliardi di dollari in risarcimenti. E’ difficile sapere quanto questo abbia contribuito al decremento della pratica dei fedeli.
"Per certi versi, la religione è come la politica, dove ogni cosa tende a restare locale", dice Dinge. "Non ha portato infatti ad un declino precipitoso nella frequentazione della Messa. E’ tutto ancora in divenire. La mia sensazione è che molti fedeli, il cui senso ecclesiale è locale, hanno un buon rapporto con il parroco. Lo vedono come una brava persona. Queste cose che accadono sono per lo più fuori dalla loro portata".
Contact Zachary Reid at (804) 775-8179 or

Testo originale


Pontiff will visit U.S. amid church’s transition
Catholics are seeing changes in religion’s makeup, direction

Saturday, Apr 05, 2008 - 12:09 AM
By ZACHARY REID
TIMES-DISPATCH STAFF WRITER
When Pope Benedict XVI makes his first tour of the U.S. as leader of the Roman Catholic Church this month, he’ll greet a branch of the church that’s in transition.
The longtime image of American Catholics as Northeastern-based, predominantly white parishioners is changing.
Immigration has spurred a major shift in the pews. The loss of younger parishioners, a continued shortage of priests, and the ongoing impact of the priest sex-abuse scandal also contribute to the changing face -- and direction -- of the church.
Changing demographics
While the number of American Catholics has remained steady for years -- about 24 percent of the population -- the makeup of the church is quite different from what it once was. And it’s likely to keep changing.
The percentage has remained steady because of immigration, particularly of people from Latin America. The American church is likely to become even more Hispanic in the years to come.
"In the last few years, there’s a distinct increase from the Hispanic population," said the Rev. Monsignor Thomas F. Shreve, the vicar general -- second-in-charge -- of the Catholic Diocese of Richmond.
"There’s a good number of places now that have an Hispanic congregation and an Anglo congregation."
A future problem could come from the pulpit. The church has had a hard time recruiting potential priests, particularly among Hispanics.
The lack of Spanish-speaking priests is significant, said William Dinges, a professor in the School of Theology and Religious Studies at Catholic University of America.
"If the church is not pastorally responding to this, it’s going to cause problems," he said.
"There are many places in which evangelical and Pentecostal groups are proselytizing very aggressively in Hispanic populations. So it’s not as though those people are Catholic . . . and there’s nowhere else to go."
Losing members
The influx of immigrants has helped hide the loss of other American Catholics.
About 10 percent of Americans -- about 30 million people -- identify themselves as former Catholics, according to the Pew Forum on Religion the Public Life’s 2008 U.S. Religious Landscape Survey. By that count, there are more former Catholics in America than there are active members of any other denomination.
Of particular importance to church leaders is the generation of people in their 20s and 30s.
"Clearly, there’s a concern that’s fairly widespread in the church about young Catholics," Dinges said. "There have been some fairly serious concerns about how connected these young Catholics are to the Catholic tradition."
The Most Rev. Donald W. Wuerl, archbishop of Washington, agrees.
"We recognize there are a great number of Catholics who have drifted away from the practice," he said. "Many of these are young adults. . . . We have the challenge of reaching out to them, inviting them back to the faith."
Wuerl said it’s time for the church to consider approaches outside its traditional boundaries. He talked about "theology on tap," a program in which he was invited to talk about Catholicism at a pub.
"I found that was a rather innovative way to reach the very age group [we’re losing]," he said. "They seemed to be very engaged. They had lots of questions, good questions."
The issue hasn’t escaped the pope. In an address at the Vatican on Monday, Benedict said "the appeals addressed to us by young people, especially their questions on fundamental problems, indicate the intense desire they nourish for full life, authentic love and constructive freedom. These are situations which cry out to the very heart of the church and her capacity to announce Christ’s Gospel today."
Too few priests
While the number of parishioners has grown -- that 24 percent of the U.S. population has grown from about 47 million in 1965 to about 73 million now -- there are fewer priests per parishioner.
According to church figures, the number of priests has decreased from 58,132 in 1965 to 42,307 now. That means a priest who represented about 800 parishioners then represents about 1,700 now.
Less contact with priests means more parishioners feel disconnected from their church and more priests feel disconnected from their parishioners, Dinges said.
"In many ways, where you have situations, particularly in larger dioceses, you have priests whose lives as priests are being reduced to sacramental functionaries," he said. "To me, that would be something of an impoverishment of the priesthood."
With an aging priesthood and a shortage of seminary students, this problem isn’t likely to go away anytime soon.
The church is "being as creative as we can in the distribution of our priests and finding ways to have more and more of our faith-related people engaged, leaving the priests free to do the work only a priest can do," Wuerl said.
Shreve said the church is looking to its past for the answer: deacons.
Deacons, in church tradition, are in the first of three steps to priesthood. But by stopping short of pursuing full ordination, this group includes married men, who are not eligible for priesthood. (Women, though, still aren’t eligible.)
The church drifted away from having deacons but is coming back to it, Shreve said.
"You deal with [the priest shortage] by kind of encouraging, showing people in parishes, they have to become involved. It’s more than just coming to Mass on Sunday," he said.
Forty years ago, there wasn’t a deacon assigned to a U.S. church, according to a report from the United States Conference of Catholic Bishops.
They started showing up again in the 1970s. There now are 15,868, about half the total worldwide.
The Richmond diocese is in the process of forming a class of deacons. When they graduate in about four years, they will be able to perform most church functions, freeing priests to do things such as celebrate Mass, anoint the sick, and celebrate the sacrament of reconciliation.
"You have to share the ministry, share the load," Shreve said.
The sex-abuse scandal
In the past seven years, the priest sex-abuse scandal has bankrupted six American dioceses and cost the church more than $2 billion in settlements with victims. It’s hard to know how far along it has played out or what impact it has had on church attendance.
"In many ways, religion is like politics in that it always tends to be local," Dinges said. "It hasn’t led to a precipitous decline, a dropping off in Mass attendance. That’s still being played out.
"My sense is, for many Catholics, in so far as their sense of church is very local, they have a good relationship with their parish priest. They see him as a good person. These kind of things are not on their immediate radar screens."

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Martedì, 08 aprile 2008