Altra gaffe papale papale! Forse peggio di Ratisbona, perché là parlava, da pari a pari,
con degli studiosi, qui offende "gli angeli della foresta", che non sono in grado di
difendersi sullo stesso livello culturale, scientifico, libresco. Ma, anche senza strumenti sofisticati, la freccia della verità riesce a "colpire" lerrore. Resta da chiedersi: "Possibile che sia tutto in buona fede?".
BRASÍLIA - Rappresentanti indigeni si dicono offesi dalle dichiarazioni "arroganti e
irrispettose" del papa, che la Chiesa cattolica li aveva purificati e che il riprendere la
pratica delle loro religioni originarie sarebbe un ritorno al passato.
Nel discorso ai vescovi latino-americani a chiusura della sua visita, il pontefice ha
affermato, che la Chiesa non si era imposta ai popoli indigeni delle Americhe. Secondo
lui, gli indios avevano accolto bene i preti europei, dal momento che "Cristo era il
salvatore che aspettavano silenziosamente".
Si sa che, dopo larrivo di Cristoforo Colombo nel 1492, nel continente americano milioni
di índios sono morti in conseguenza della colonizzazione europea. "É arrogante e
irrispettoso considerare la nostra eredità culturale meno importante della loro", dice
Jecinaldo Satere Mawe, responsabile della Coordinazione delle Organizzazioni Indigene
dellAmazzonia Brasiliana (Coiab).
La settimana scorsa, vari gruppi indigeni hanno scritto una lettera al papa, chiedendo il
suo appoggio per la difesa delle loro terre e della loro cultura. Avevano detto che "gli
índios stanno soffrendo un processo di genocidio" fin dallarrivo dei colonizzatori
europei. I conquistatori, infatti, potevano contare sulla benedizione dei sacerdoti
cattolici, benché alcuni di questi li abbiano difesi e molti, oggi, siano tra i loro più
importanti alleati. "Lo Stato si è servito della Chiesa per fare il lavoro sporco della
colonizzazione degli índios, ma loro hanno già chiesto perdono... adesso vuol dire che il
papa sta rinnegando quello che aveva detto la Chiesa?", chiede Dionito José de Souza,
leader della tribù Makuxi, di Roraima. Nel 1992 Giovanni Paolo II ha parlato degli errori
della evangelizzazione dei popoli nativi delle Americhe.
Quelle dichiarazioni non sono dispiaciute solo agli índios, ma anche ai preti cattolici
che appoggiano le loro rivendicazioni, dice Sandro Tuxa,che è a capo del movimento delle
tribù del Nordest: "Ripudiamo le affermazioni del papa. Dire che il massacro culturale del
nostro popolo rappresenta una purificazione è offensivo e, francamente, spaventoso.
Ritengo che deve essere stato consigliato male ".
Lo stesso gruppo cattolico che difende gli índios in Brasile, il Consiglio Indigenista
Missionario (Cimi), ha preso le distanze dal papa. Padre Paulo Suess afferma alla Reuters:
"Il papa non capisce la realtà degli índios di qui, la sua dichiarazione è sbagliata e
insostenibile. Anchio sono rimasto allibito".
Giovedì, 17 maggio 2007
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