Strani preti
Fare il prete non è facile

di Amy Guthrie

Per una coppia di preti di Delray, la bella vita è entrata nelle mansioni del ministero. (traduzione di Stefania Salomone)


20 marzo, 2008
Tutto è cominciato con una lettera anonima di un "parrocchiano preoccupato". C’erano vaghe indicazioni di fondi scomparsi dalla chiesa di St. Vincent Ferreri a Delray Beach. Il procuratore di Palm Beach, Barry Krischer, sarà andato a dare un’occhiata? La diocesi di Palm Beach fu costretta ad allontanare il parroco di quella chiesa, Francis Benedict Guinan, 65 anni, nel tentativo di verificare se lui e il suo predecessore, John Skehan, ora ottantenne, avessero intascato i soldi della parrocchia, e il parrocchiano aveva paura che la diocesi avrebbe insabbiato il caso. Questo accadeva tre anni fa.
Le indagini, che finirono sul tavolo del Tenente Thomas Whatley, contenevano cose da far drizzare i capelli anche ai parrocchiani più impassibili di St. Vincent. Non si trattava solo di qualche dollaro sottratto per caso. La parrocchia era nelle mani di una coppia di cosiddetti preti che si erano appropriati di quasi 8.7 milioni di dollari.
Nell’ambito del business normale della parrocchia – visitare i malati e gli anziani, confessare, scrivere omelie, organizzare le prime comunioni, presiedere i riti della Quaresima e delle Festività Paquali – Guinan e Skehan se la spassavano alla grande, dicono le autorità. I parrocchiani sono stati informati, che parte del denaro sottratto dalle offerte delle messe domenicali, erano finiti in gioco d’azzardo, vacanze stravaganti, corse di cavalli, proprietà immobiliari fronte-oceano, mobili di antiquariato, monete d’oro, un pub in Irlanda, grandi bevute, e anche, si, allegre donnine. I parrocchiani rimasero scioccati. Questi due attempati preti irlandesi avevano vissuto contrariamente alle regole ecclesiastiche, di nascosto, tanto da stentare a credersi.
Alcuni sembrarono anche divertiti immaginando Guinan e Skehan nei panni di criminali incalliti. "Avete visto le loro facce?" chiede il 56enne Len Cava, parrocchiano di St. Vincent dal 2004, che da la colpa di questi comportamenti dei preti alla tradizione del celibato. "Sembrano come la coppia di luogotenenti del boss Tony Soprano".
I due preti, che si sono dichiarati innocenti, hanno offerto agli investigatori una tesi di difesa piuttosto imbarazzante, dipingendosi come dirigenti stressati e sottopagati che si sono concessi alcuni benefit occasionali. Ma essi stessi sono rimasti sorpresi quando hanno saputo il totale della somma che veniva loro contestata. Potevano aver rubato quasi 9 milioni di dollari?
Secondo le dichiarazioni della diocesi, i preti erano stati sospesi dal ministero, fino alla fine della causa. Se non si raggiunge un accordo, entrambi verranno processati la prossima estate per triplice furto; ognuno di essi prevede un massimo di 30 anni. Se riconosciuti colpevoli per tutti e tre, Guinan e Skehan passeranno il resto delle loro vita in prigione. Potrebbero anche venire allontanati. Oppure magari esposti come Reliquie nel Museo del Guinness dei Primati.
La reputazione di Frank Guinan lo precedeva quando arrivò a St. Vincent, nel 2003. I laici della parrocchia avevano sentito che gli piaceva il gioco e che beveva troppo, che la contabile della precedente parrocchia era la sua fidanzata e che aveva l’abitudine di gestire i fondi a suo modo. Infatti, è stata la sconsideratezza di Guinan che ha dato inizio alle indagini. Se non avesse avuto una propensione per il gioco d’azzardo e per le strategie di investimento dei fondi della chiesa, continuate per molti anni, avrebbe probabilmente potuto andare avanti, senza essere notato da nessuno.
La tecnica impiegata da Guinan e Skehan era la più utilizzata dalla gente che aggira gli altri per spillare soldi promuovendo opere di carità. Il ricavato veniva versato su conti satellite per proteggere il denaro dalle spese bancarie, pur rendendolo disponibile per le legittime necessità quotidiane. Fin qui tutto a posto. Era piuttosto il modo in cui le organizzazioni caritative e sociali dovevano operare che creava qualche problema, la gente del settore ve lo potrà dire.
Le donne che gestivano l’ufficio di John Skehan - una figura patriarcale di St. Vincent, dove era stato parroco per 40 anni – avevano tenuto nascosti alla diocesi conti e spese per decenni. Alcuni impiegati parrocchiali avevano accettato piccole somme di denaro sottobanco da Skehan per molti anni. Che se ne rendessero conto o meno, si sono resi complici di sottrazione di oboli offertoriali, dicono gli investigatori.
Lo staff parrocchiale era fedele a Skehan, anche dopo che fu sostituito. Ma Padre Guinan? Stava raramente in sede, ed era molto meno generoso con i soldi sottobanco – sebbene alcuni pagamenti iniziati da Skehan continuarono. Ad esempio, HIlda Nataline, la contabile andata in pensione nel 1988, malata di Alzheimer, prendeva dalla diocesi 675 dollari a settimana, più rimborso delle spese mediche e una pensione. Secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni, Nataline era stata l’amante di Skehan.
Renee Wardrip, la contabile di St. Vincent dal 1991 al novembre 2004, ha riferito agli investigatori di essere a conoscenza dei fondi neri della parrocchia nascosti sotto la voce apparentemente legittima di "Società del Santo Nome". Pensava che ogni parrocchia l’avesse. Aveva capito che l’idea era di tenere i soldi a disposizione della parrocchia invece di darli alla diocesi. Mentre era in carica Skehan, lei non sospettò mai che prendesse soldi dagli incassi dell’offertorio per farne uso personale.
La percezione cambiò all’arrivo di Guinan. Nove mesi dopo l’arrivo, Guinan fu arrestato per guida in stato d’ubriachezza a Tequesta. Egli chiamò la Wardrip per aiutarlo, la istruì di scrivere una lettera ad un casinò delle Bahamas per informarli che non sarebbe andato perché era in prigione. E le chiese ti dire al Casinò di non addebitargli la camera.
Nello stesso periodo la Wardrip realizzò che Guinan non depositava soldi nelle casse della parrocchia, né ufficialmente né per altre vie. Ebbe perfino paura che intendesse scappare, disse in sede di deposizione. Poi arrivò l’estate e la Wardrip disse di aver avuto problemi a pagare gli stipendi. Dovette prendere in prestito 25.000 dollari dal conto della fiera parrocchiale per coprire le spese.
La collaboratrice Terese Duffey offrì una testimonianza ancora più precisa sullo spreco di soldi operato da Guinan. La Duffey disse agli investigatori che un giorno d’estate aveva visto la Wardrip prendere una cassetta di soldi da un nascondiglio sul soffitto dell’ufficio di Guinan. Continuò dicendo che la Wardrip le confessò di aver nascosto lì un po’ di soldi per paura che Guinan li spendesse tutti.
Finché gli ufficiali diocesani non vennero coinvolti, l’ammontare dei fondi mancanti andava molto oltre i conti di una normale parrocchia. Infatti, si parlava di 400.000 dollari in fondi neri e 3 milioni di dollari in investimenti, così come alcune centinaia di migliaia in spese individuali per lo staff parrocchiale, di cui 75.000 pagati con carta di credito da Guinan in persona.
Gli ufficiali della diocesi erano sbalorditi.
St. Vincent Ferrer si trova a mezzo miglio ovest dalle dune di sabbia di Delray Beach sull’Oceano Atlantico. La parrocchia, costruita nel 1941, è una delle più antiche della zona.
E’ una chiesa molto frequentata con diverse migliaia di parrocchiani. Ogni domenica, giovani famiglie e coppie attempate riempiono i banchi. Molti di loro hanno cognomi irlandesi o polacchi, ma tutte le liturgie di svolgono in inglese. Quando gli uccelli invernali migrano, si trovano nel parcheggio automobili di ogni paese degli USA, come Connecticut e New Jersey, e quindi un maggiore ammontare di banconote nel cestino delle offerte.
Il santo patrono è Vincenzo Ferrer, prete spagnolo del XIV secolo, il cui motto era: Qualunque cosa fai, non pensare a te, pensa a Dio.
Il prete di St. Vincent, Rev. John Skehan, è nato a Kilkenny County, Irlanda. E’ stato ordinato nel 1952 e mandato a Starke, Florida, dove è stato cappellano carcerario. Trasferito poi a St. Matthew a Hallandale nel 1959 e poi a St. Vincent nel 1963.
Con Skehan, la parrocchia di Delray fiorì. I parrocchiani lo descrivono come affabile, divertente e generoso. Col suo spiccato accento irlandese e la sua bassa statura, ricordava un po’ quei folletti sulle scatole dei cereali. Inoltre aveva una certa parlantina.
Nel 1967, Skehan diede inizio alla prima celebrazione di S. Patrizio, un piccolo affare per raccogliere fondi per la scuola parrocchiale. Le suore bruscavano il pane da vendere insieme a tele di lino ricamate e cristalli del vecchio continente.
Alla fine degli anni ’80, Skehan aiutò la comunità Haitiana a costruire la propria parrocchia. Tutte le messe di Nostra Signora della Perpetua Missione erano celebrate in lingua creola. Quando iniziarono gli scandali sessuali nella chiesa, egli chiese ai fedeli di non abbandonare i preti per le trasgressioni di pochi.
Nel 2002, centinaia di parrocchiani e alcune decine di preti si riunirono a St. Vincent per celebrare i 50 anni di presbiterato di Skehan. In quell’occasione il Rev. Gerald Grace, della vicina chiesa di S. Lucia, a Highland Beach, paragonò Skehan a Don Chisciotte. Skehan non aveva mai smesso di inseguire i propri sogni e alcuni li aveva realizzati, disse Grace al giornalista del Sun Sentinel. Suor Mary Finbarr aggiunse che Skehan era un uomo della gente, ricordando come aveva congelato le rate scolastiche per le famiglie più povere.
Per alcuni frequentatori assidui Padre Skehan era diventato uno di famiglia che amministrava i battesimi, le nozze e i funerali. Era un caposaldo della parrocchia, cosa che ha reso la delusione ancor più devastante per i parrocchiani.
Skehan guidò la comunità di St. Vincent per 40 anni e continua a risiedere nella rettoria dopo il suo pensionamento nel 2003, quando il suo amico Francis Guinan, prese il suo posto. Anche Guinan era nato in Irlanda e aveva lavorato in Florida per alcuni anni. Prima di arrivare a St Vincent Guinan fu parroco della chiesa di St. Patrick a Palm Beach Gardens.
Col cambio di gestione, la diocesi decise di chiedere un resoconto finanziario di St. Patrick. Fu l’evento che segnò l’inizio di conseguenze ben più gravi. Gli ufficiali della diocesi riscontrarono molte discrepanze nella vecchia parrocchia di Guinan e, di conseguenza, licenziarono la contabile di St. Patrick, Carol Hagen. Tra le altre cose, i ragionieri della diocesi riscontrarono che St. Patrick aveva pagato un anno di retta scolastica del figlio della Hagen, circa 11.120 dollari. Nell’incertezza che Guinan avesse realmente approvato queste spese, la diocesi iniziò un’indagine anche a St. Vincent.
Guinan fu smascherato.
In una lettera dell’ottobre 2003 scritta al vescovo di Palm Beach Gerald Barbarito, Guinan descrisse l’indagine come qualcosa di "umiliante". Fa sembrare che la diocesi non abbia fiducia nei suoi pastori e che il clero debba "annaspare nell’indigenza". Guinan sottolineava che, in base alle sue proprie ricerche, se i preti della diocesi di Barbarito fossero stati pagati quanto quelli ebrei o protestanti, la chiesa avrebbe speso 5 milioni di dollari in più ogni anno. Il clero ha guadagnato e merita la fiducia dei parrocchiani, e aggiungeva, "Posso essere così rozzo da chiederle di ’richiamare indietro i cani’".
Gli ufficiali diocesani continuarono a premere per effettuare un controllo finanziario a St. Vincent, da cui Guinan riuscì a tenerli lontani fino alla primavera del 2005.
Così come la natura si rigenera a primavera, la chiesa invita i fedeli cattolici a operare un rinnovamento durante questo periodo. Durante la Quaresima, i 40 giorni prima della Pasqua, i cristiani vengono portati a riflettere sulla vita di Gesù. Per i cattolici, è il tempo della preghiera e della penitenza, così come il tempo per interrompere le brutte abitudini come il fumo o l’alcol, a fin di bene.
E’ anche il periodo delle donazioni nei contenitori delle offerte. Una singola domenica di Pasqua portava circa 60.000 dollari in offerta a St. Vincent, ha detto la vecchia contabile Renee Wardrip agli investigatori, le altre domeniche di Quaresima circa 25.000.
Colleen Head, una bionda che frequentava St. Vincent e iniziò a lavorare nell’ufficio parrocchiale appena quindicenne, aveva 27 anni e lavorava ancora nella parrocchia nel 2005. Raccontò agli investigatori che sospettava che Padre Guinan rubasse i soldi. In tre diverse occasioni, disse la Head, aveva notato la cassaforte aperta. Lei aveva supposto che era stato Guinan, che conosceva la combinazione ma aveva problemi a ricordarla e quindi a volte non chiudeva. Allo stesso tempo sembrava andare spesso in vacanza e andare a mangiare fuori. Così i soldi diminuivano, circa 5.000 dollari la settimana, raccontò la Head.
La certezza per la Head arrivò due settimane dopo Pasqua. Guinan era recentemente tornato da un viaggio a Las Vegas. Aveva messo due borse davanti a lei che contenevano le offerte della Pasqua. La Head era confusa, pensava che le donazioni sarebbero state depositate, seguendo la procedura. Aveva appena finito di scrivere i biglietti di ringraziamento a tutti i parrocchiani.
Scrutando nella borsa, vide che tutte le buste erano state aperte. Alcune avevano la somma scritta sopra, ma nessuna banconota dentro. "Aveva tolto tutto il denaro dalle buste, così mi sono resa conto che stava rubando i soldi".
Riportò l’accaduto ad un altro prete di St. Vincent, Timothy Sockol, che passò l’informazione ad un altro prete sopra di lui, Padre Gerald Grace della vicina chiesa di St. Lucy. Parlando con gli investigatori, Sockol descrisse la Head come "triste" e "piangente" quando andò a raccontargli l’accaduto.
Poco dopo la Pasqua 2005, la diocese rimosse Guinan da St. Vincent. Ai parrocchiani fu detto che si era allontanato per motivi di salute. Tutto si sarebbe potuto chiudere lì, se "il parrocchiano preoccupato" non avesse avvisato le autorità.
Le indagini si svolsero praticamente nelle case di alcuni poliziotti di Delray che frequentavano St. Vincent, tanto da chiedersi se non fosse meglio passare il caso al Dipartimento della Florida. Ma il Tenente Larry Shroeder, anche egli parrocchiano di St. Vincent, disse che la soluzione era frequentare un’altra parrocchia per la durata del caso.
Senza scrutinio pubblico, la chiesa avrebbe potuto gestire internamente la situazione, forse optando per la sospensione del prete dal ministero o semplicemente comminandogli qualche Ave Maria.
Invece, la diocesi collaborò attivamente con le autorità civili.
Padre Skehan era furibondo per il fatto che la chiesa perseguitasse Guinan. La Wardrip ha detto agli investigatori: "Padre Skehan urlava a tutti che Padre Guinan era un suo amico". Anche Padre Sockol, dice la Wardrip, ne soffrì. C’è un senso di fratellanza tra preti. "La sua reputazione nell’ambiente è abbastanza negativa, poiché ha parlato. Ha dovuto risolvere questo disastro. Quando sei onesto e decidi di parlare, allora sei un traditore".
Sockol è attualmente parroco della Chiesa Emmanuel, a Delray. Parlando con gli investigatori, ha spiegato come ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto: "Molta parte di quello che è uscito fuori, mi ha scoraggiato… non ho nulla contro Padre Guinan, è un uomo gentile. Credo che se ha problemi di alcol, e sembra averne dato che a volte non era neanche sobrio abbastanza per celebrare, dovrebbe avere il buon senso di andarsene e chiedere aiuto per curarsi".
"Ho saputo da alcuni preti che era un problema atavico, quindi perché la diocesi non si è impuntata dicendo: ’guarda, devi andartene a farti curare’?"
"La mia sola preoccupazione in tutto questo è recuperare il denaro che appartiene alla parrocchia, perché appartiene a tutti i parrocchiani di St. Vincent, che hanno donato molta parte di quello che avevano. E le donazioni erano finalizzate alle esigenze della parrocchia".
Una volta che Guinan è stato allontanato, la diocesi ha iniziato una verifica delle finanze di St. Vincent nell’arco dei 20 mesi in cui è stato parroco. L’obiettivo iniziale era convertire i fondi neri in fondi utilizzabili. Sono stati trovati molti conti segreti aperti a nome della chiesa, ma molto del denaro depositato era già stato speso, sebbene la parrocchia non sembra trovarsi in difficoltà economiche.
Tra le altre cose, i verificatori diocesani hanno scoperto: 446.249 dollari di depositi su conti di Wachovia che non risultavano dai libri contabili; 1 milioni di dollari su un conto segreto di Smith Barney a nome della chiesa; 2 milioni di dollari su un conto segreto a nome della scuola. Risultavano anche sei assegni consegnati a Carol Hagen, per un totale di 43.000 dollari, più 7.270 di onorari pagati per il figlio della Hagen al Cardinale Newmann; 53.325 dollari consegnati a Hilda Nataline; circa 75.000 dollari spesi con la carta di credito di Fran Guinan.
Interrogata dai detective, la Hagen ha detto che Padre Guinan pagava la retta per la scuola privata di suo figlio da sette anni; pensava però che fosse una prassi normale per gli impiegati. Ha spiegato inoltre che Guinan, Skehan e un altro prete investivano grosse cifre nelle corse di cavalli e nell’acquisto di proprietà immobiliari.
Ha raccontato di essere andata a Las Vegas con Guinan almeno 10 volte, più un viaggio in Georgia, alle Bahamas e in Irlanda. A Las Vegas, racconta di aver soggiornato al Monte Carlo Resort e Casino, dove Guinan aveva diritto a un trattamento speciale, essendo assiduo cliente.
Alla richiesta di descrivere più in dettaglio in suo rapporto con Padre Guinan, la Hagen ha detto che non si trattava ’di una relazione amorosa, credetemi’.
La diocese ha assunto un contabile forense per indagare più a fondo nei traffici avvenuti durante il periodo in cui Skehan guidava la comunità.
Le donne che hanno aiutato Skehan a gestire le finanze parrocchiali dicono di non aver mai sospettato che rubasse. Compresero i suoi reali sentimenti sulla diocesi, quando egli la definiva "corrotta". Loro credevano che i vari conti correnti e depositi segreti servissero ad occultare le ricchezze alla diocesi.
Andavano in banca più volte alla settimana, con l’accortezza di mantenere i depositi sotto i 10.000 dollari per evitare sospetti. Se un impiegato della banca commentava sulla generosità dei parrocchiani, Skehan cambiava banca.
In particolare Colleen Head ebbe difficoltà a riconoscere che Skehan fosse un truffatore – anche se non le aveva reso la vita facile.
Skehan chiaramente aveva un sentimento molto forte verso la giovane donna, mentre lei lo vedeva come un nonno. Egli era realmente infatuato di lei, la portava a cena, la portò in viaggio con se gratis fino in Irlanda nell’estate del 1999, quando aveva 21 anni. Fu proprio nel viaggio in Irlanda che la Head si rese conto dei reali sentimenti di Skehan verso di lei. La Head in seguito cooperò con i detective, fino a mostrare il suo diario del viaggio in Irlanda. Disse ai detective nel 2006 che aveva capito di "essersi mischiata con un soggetto negativo".
Nel diario, la Head descriveva la gelosia di Skehan quando lei passava il tempo con suo nipote Sean durante la visita in Irlanda. "Era ossessionato da me, mi guardava continuamente, mi seguiva come un cagnolino. Lo odiavo!".
"E’ venuto da me ieri sera, piangeva sulla mia spalla, provavo repulsione. Non mi piaceva quel maiale, poteva andarsene a quel paese… Sapevo che aveva fantasie malate sul fatto che fossi lì nel suo cottage".
Quando la Head tornò in Florida, perdonò Skehan per il suo atteggiamento da pervertito. Ma, occasionalmente, si ritrovò a discutere con lui animatamente dato che lui le diceva che avrebbe lasciato il ministero per lei se fosse stato più giovane. "Era ubriaco, ed ero la cosa più bella per lui", spiegò la Head agli investigatori.
Ricordò di esserlo andato a prendere nei bar quando era ubriaco e di averlo messo in guardia contro la sua abitudine di tenere in braccio delle donne in luoghi pubblici.
Padre Thomas Skindeleski arrivò a St. Vincent nel novembre 2005 dalla Chiesa Our Lady Queen of the Apostles di Royal Palm Beach. Egli promise trasparenza e onestà ai 7.300 parrocchiani di St. Vincent. Istituì un consiglio amministrativo parrocchiale che avrebbe sempre avuto "il polso" della situazione e inserì ogni controversia sul bollettino pubblico settimanale della parrocchia.
I parrocchiani si interrogavano sul cambiamento, e sulle possibili cause. Poi la storia uscì fuori nel settembre 2006, riempiendo le pagine dei giornali nazionali ed esteri. La polizia descrisse Padre Guinan e Skehan come specialisti del far soldi che investivano in immobili e facevano viaggi nei casinò con le fidanzate. I reporter lasciarono la parrocchia, togliendo anche i figli dalla scuola nel tentativo di evitare i commenti della comunità.
Parlando agli investigatori, Skehan ammise di aver versato denaro parrocchiale su conti segreti, nascosti alla diocesi. In quel modo, spiegò, poteva superare la burocrazia dei libri contabili. Tutto ciò che sottraeva dalle collette – dalle sue stime circa 1.000-3.000 dollari a settimana – pensava gli appartenesse dato che era mal pagato. Skehan cercò l’indulgenza dei superiori definendosi una moneta rara. Si offrì di restituire 300.000 dollari alla diocesi. (Ad oggi, il denaro è in custodia dalla polizia). Ha inoltre confessato di aver usato i fondi di St. Vincent per pagare lo stipendio mensile alla ex contabile della parrocchia.
Anche Guinan ammise di aver usato i soldi di St. Vincent per pagare la ex contabile e di essersi pagato le vacanze a spese della parrocchia. Disse di essere dispiaciuto per le imprudenze commesse e, come Skehan, si offrì di restituire i soldi. Ancora non l’ha fatto.
"Credo che tutto sia iniziato in buona fede", dice il detective Thomas Whatley. "Ma i conti sono diventati talmente cospicui da alimentare la crescente avidità".
Dopo che la notizia divenne pubblica la diocesi fece una incursione per verificare i reali danni. Il Vescovo Barbarito partecipò a tutte le funzioni della domenica 1 ottobre e si scusò per il comportamento dei suoi preti. Chiese ai parrocchiani di pregare per loro e di non giudicarli anche se si erano comportati male. "Siamo umani e commettiamo errori"; questo il titolo apparso su Florida Catholic.
Guardando fra i banchi, Padre Skindeleski vide lacrime su alcuni volti. Ma anche molta rabbia.
I parrocchiani sono divisi in due fazioni: quelli che credono all’innocenza dei preti (specialmente di Skehan, avendo egli intrattenuto rapporti di lunga data con la comunità) e quelli che credono che siano colpevoli. Questi ultimi si suddividono ancora in due sottogruppi: alcuni vogliono che siano puniti e altri pensano che basti una pacca sulla spalla e che meritino il perdono.
In un intervista al Florida Catholic, Padre Skindeleski ha affermato: "La guarigione è un processo lungo. Questa è una buona parrocchia, con gente meravigliosa. La comunità ama i suoi preti a tal punto da riporre cieca fiducia in loro. Sfortunatamente, di recente, questa fiducia cieca li ha feriti e umiliati".
Mentre i parrocchiani di St. Vincent si sentivano feriti, un piccolo gruppo di ex parrocchiani di Guinan della chiesa di St. Patrick, si sentivano vendicati. All’inizio degli anni ’90, una buona parte della comunità di St. Patrick già pensava che Guinan sottraesse denaro alla parrocchia. Guinan li definì "pazzi" e il Vescovo Keith Symons si rifiutò di riceverli, secondo quanto riportò il Palm Beach Post. (Symon stesso diede le dimissioni nel 1998 dopo essere stato accusato di molestie su ragazzi).
I parrocchiani di St. Vincent sono ancora restii a parlare della faccenda di Padre Guinan e Skehan.
La chiesa è una famiglia, dicono i parrocchiani, e non vogliono problemi per aver parlato male dei preti. Anche quelli più determinati hanno paura di mettere i loro nomi sotto le dichiarazioni. Parlare non gioverebbe alla loro immagine in comunità o causerebbe loro una perdita di leadership nelle attività organizzative. Più importante ancora, dicono i parrocchiani, si sentono distaccati dalle indagini e disinformati; non vogliono rischiare la falsa testimonianza.
"Il più giovane dovrebbe andare in prigione – lo ha fatto per anni. Chiunque rubi deve essere punito", dice un parrocchiano 74enne che ha chiesto di restare anonimo poiché opera nelle attività sociali della chiesa. "Se metti le mani nelle tasche di qualcun altro, una sberla te la devi aspettare".
Altri tendono ad accettare stoicamente il comportamento dei preti pensando che da parrocchiani hanno dato i soldi in buona fede e che la propria coscienza è a posto.
Un benefattrice di 69 anni, avendo saputo che i 1.081 dollari che ha donato per ristrutturare l’edificio sono finiti nelle tasche di Skehan, ha scrollato le spalle dicendo che lo perdonava e che avrebbe pregato per lui.
"Non bisogna nascondere la polvere sotto il tappet", ha aggiunto. "Dovrebbero essere puniti, ma non so se li manderei in prigione. Se sono realmente buoni cattolici, saranno loro stessi a non poter convivere col misfatto. Non voglio avere sulla coscienza il fatto di averli mandati in carcere a vita."
Il detective Whatley dice che far parlare la gente è stata la cosa più difficile. "I testimoni hanno più paura della chiesa che di me. Temono anche cosa diranno gli altri parrocchiani di loro".
Sebbene non si voglia scagliare la prima pietra, molti sembrano essere stati dissuasi dal parlare proprio dalle affermazioni di Padre Skindeleski sui media paragonandoli ad avvoltoi che tentano di "fare della chiesa carne da macello".
Padre Skindeleski non ha risposto alle richieste di commenti sulla attuale situazione di St. Vincent e su come sta riconquistando la fiducia dei parrocchiani.
Il primo week-end di marzo, St. Vincent ha ospitato il 41° festival annuale. Nel tempo, l’evento ha rappresentato una chermesse di tre giorni con grande business carnevalesco, mangiate, bevute e danze. Quest’anno il festival è stato in forma ridotta. Si è servita pizza, carne e verdura e zuppa di vongole. Alcuni preti hanno indossato il grembiule per aiutare in cucina, mentre altri vendevano boccali di plastica pieni di birra allungata con acqua. Una suora ballava al ritmo di "Mustang Sally".
Alcuni parrocchiani devoti hanno messo su il mercatino delle pulci, accertandosi che ognuno pagasse regolarmente i suoi acquisti. Altri volontari hanno poi provveduto a ripulire dopo la festa. La celebrazione ha restituito un po’ di armonia alla comunità. Ma quando i forestieri hanno nominato Skehan o Guinan, le facce si mostravano sorprese e gli occhi sgranati.
Una impiegata della parrocchia è scoppiata in lacrime quando ha realizzato che il disastro della parrocchia poteva significare perdere il lavoro. "Ciò che mi ferisce è che persone con una fede non salda possono aver ricevuto il colpo di grazia e la chiesa potrebbe perdere anime".
Il processo era fissato per febbraio, ma ci sono stati dei ritardi. L’attesa è terribile per i parrocchiani di St. Vincent. C’è l’eventualità che i preti chiedano di negoziare la pena, secondo una fonte della procura distrettuale che ha chiesto di restare anonima.
Comunque, la diocesi non ha rilasciato dichiarazioni dal 2006. La portavoce della diocesi Alexis Walkenstein afferma che la diocesi non vuole influenzare le indagini. Alla domanda su come la chiesa stia consigliando i parrocchiani sull’eventualità di perdonare cristianamente i preti, la Walkenstein ha riattaccato.
Tom Reese, un prete gesuita e docente del Woodstock Teheological Center della Georgetown University, ha tentato con difficoltà di spiegare il dilemma della chiesa. "La chiesa viene colpita in ogni caso. Non vuole affermare apertamente che un prete è colpevole. Potrebbe essere accusata di interferire o di influenzare la giuria".
Quindi fino a che le autorità civili non risolvono il caso, le autorità ecclesiastiche rimangono nel limbo. "Nella tradizione cattolica", spiega Reese, "il perdono prevede la confessione, il pentimento e, ove possibile, la riparazione al danno causato".
La fonte dell’ufficio del procuratore ha detto che la diocesi non ha né chiesto che le accuse venissero ritirate, né un trattamento di riguardo verso i preti – rivuole indietro i suoi soldi.
"I preti devono sapere di essere soggetti alla legge pubblica", ha ditto Chuck Zech, professore del Center for the Study of Church Management della Villanova University in Pennsylvania. "All’inizio la chiesa era imbarazzata di fronte a cose di questo genere, e cercava di coprirle. Ora sono più consapevoli e cercano di evitare che capitino di nuovo".
Nel 2005, Zech e il docente Robert West mandarono un questionarono ai responsabili amministrativi di 174 diocesi degli Stati Uniti chiedendo di descrivere i controlli finanziari che usualmente mettono in atto. L’85% ha riferito di aver scoperto appropriazioni indebite negli ultimi cinque anni. Nove su 10, la diocesi si è rivolta alla polizia e ha acceso polizze assicurative per recuperare il denaro.
Zech sostiene che la trasparenza finanziaria inizia dalle diocesi – "ogni prete con cui ho parlato si lamenta della situazione della diocesi. E’ come un buco nero", e i parrocchiani devono interessarsi su come vengono spesi i soldi raccolti. Altrimenti la chiesa cattolica avrà difficoltà a raccogliere fondi in futuro. "E’ evidente che se la gente teme che il denaro venga sottratto, non donerà volentieri".
A livello nazionale, gruppi di laici si stanno organizzando per aiutare la contabilità e i bilanci parrocchiali ed evitare altri scandali. Kerry Robinson, direttore esecutivo del National Leadership Roundtable on Church Management in Washington, D.C. spiega che il suo gruppo è nato nel 2005 in conseguenza ai casi di abusi sessuali nella chiesa. "Nell’immaginario cattolico esiste una visione profonda della redenzione. Vedo la crisi attuale e so che, a fronte di questa, arriverà la grazia".
Tornando a St. Vincent, alcuni parrocchiani hanno temuto che Padre Skehan, che sembra incapace di staccarsi da luogo in cui ha vissuto e mangiato per tanti anni, si presentasse al festival. Altri invece speravano che lo facesse. Ma non può avere alcun contatto con i parrocchiani, con Guinan, né con altri preti. Alcuni affermano di essere stati avvicinati da lui recentemente vicino alla chiesa.
Ma quest’anno al festiva, non c’era neanche l’ombra del piccolo prete e della sua parlantina.



Sabato, 22 marzo 2008