Un gruppo "da voce" alla necessità di una fede rinnovata e ragionata

di John Conor Michalek

Traduzione di Stefania Salomone


25 febbraio 2008

Nel seminterrato della parrocchia di S. Giovanni Evangelista a Wellesley, Mass., nasce un gruppo conosciuto come Voice of the Faithful (VOTF). La sua missione è "rappresentare un appello, attento allo spirito, attraverso il quale il fedele possa partecipare attivamente al governo e alla guida della chiesa cattolica".

Ieri, quattro rappresentanti hanno parlato in una stanza affollatissima dove si discutevano e si consideravano gli obiettivi di questa organizzazione, la quale, in soli sei anni, si è estesa dal Massachusetts ad altri 37 paesi stranieri e conta oggi 35.000 membri.

Tra i rappresentanti figurava il Prof. Alan Wolfe, docente di scienze politiche che ha scritto molti libri e collabora con testate come il New York Times e il Commonweal; il Prof. Jim O’Toole del dipartimento di storia; il Prof. Jim Post della Boston University ed ex-presidente di VOTF e P. Dennis Sheehan, parroco della comunità.

VOTF e la partecipazione dei laici erano il tema centrale dell’incontro. Ciascun rappresentante ha sollecitato i laici a farsi sentire e a fare la loro parte per riformare la chiesa cattolica statunitense.

Wolfe ha descritto l’associazione come una voce nella chiesa che spinge i membri a ragionare con la propria testa invece di aderire pedissequamente agli insegnamenti della chiesa/istituzione senza riflettere. "Per molti americani, la cieca obbedienza oggi non basta", dice Wolfe. "Farsi sentire è un’arma potente per il popolo Americano".

Si è anche discusso del panorama religioso Americano, in rapida decrescita, considerando che un terzo di coloro che sono cattolici di nascita, hanno lasciato la chiesa. La percentuale di americani cattolici rimane praticamente invariata; attualmente il 23,9% della popolazione è cattolica. Il livello costante di cattolici, nonostante l’esodo dalla chiesa, può essere attribuito all’incidenza degli immigrati, molti dei quali sono cattolici.

Wolfe ha paragonato la fedeltà dei cattolici di un tempo con la situazione delle attuali generazioni.

"Gli studenti del Boston College si interessano alla fede, ma di dissociano dalla visione di chiesa delle generazioni passate", dice Wolfe.


O’Toole ha sottolineato l’importanza di un laicato attivo per la sopravvivenza del cattolicesimo. Ha affermato che i gruppi d’azione, creati dai laici, dimostrano che la fede può essere più che una pratica domenicale.

Post e Sheehan hanno parlato del passato, presente e futuro dell’organizzazione.

"VOTF ha riempito un grande vuoto religioso tra noi laici e la chiesa", ha detto Post. Attualmente VOTF sta cercando di espandersi, per comprendere altre fasce di popolazione e spera di conservare la forza e il senso di fiducia che ha riunito i primi membri in origine.

Per quanto riguarda il futuro di VOTF, alla domanda se ci fosse spazio nella chiesa cattolica per una organizzazione di questo tipo, Post ha risposto con enfasi che dovrebbe esserci. VOTF, comunque, non è interessata a discutere la dottrina della chiesa, per quello ci sono altri gruppi.

O’Toole ha detto che esistono grandi opportunità per gli studenti per diventare "una voce" all’interno della chiesa.

"Il Pastore del Campus ha molto da offrire. Il primo passo è coinvolgere il pastore e poi trovare delle parrocchie che appoggino le attività (attraverso programmi congiunti nel Campus)", sostiene O’Toole.

Nancy Sheehan, partecipante all’incontro e ex alunna del Boston College, classe ’65, ha detto di essere rimasta impressionata dalla preparazione e dall’esperienza dei conferenzieri.

"E’ stato molto bello comprendere di avere un impatto, di essere una voce".



Venerd́, 29 febbraio 2008