Chiesa cattolica
Condanno quindi esisto

Scomunicato JON SOBRINO, teologo della liberazione salvadoregno


di Sergio Grande

Solidarietà a Jon Sobrino e alla teologia della liberazione.


“Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.” (Giov 13,34); “Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.”( Ga 6,2): questo il Vangelo di Gesù.
Ma la realtà delle chiese cristiane è tutt’altra. Quella “cattolica romana”, in particolare, ha dimenticato completamente questo “Vangelo” e lo ha sostituito con un “condanno quindi esisto” praticato a tutto campo.
Si condanna di tutto di più: i DICO, i PACS, le fecondazione assistita, l’uso del preservativo, il divorzio, ... ma soprattutto i teologi della liberazione, ultimo in ordine di tempo JON SOBRINO, gesuita salvadoregno che solo per caso scanpò al martirio ma che non è sfuggito alle “cure” della Congregazione per la dottrina per la fede che il prossimo 15 marzo pubblicherà un documento di condanna delle ricerche sul Gesù storico da lui compiute. Una condanna che è una vera e propria scomunica, come ai tempi bui della Inquisizione che mai ha cessato di funzionare.
Tanto impegno contro la gente e contro chi si batte per i diritti degli ultimi della terra, come Jon Sobrino, ma poco o nulla viene fatto dal Vaticano contro la guerra: solo dichiarazioni formali da un lato mentre dall’altro vi è il sostegno aperto alle politiche militari degli imperi, a cominciare da quello USA. Ed il sostanziale appoggio alle logiche di guerra si vede dai rapporti esistenti fra importanti organismi ecclesiastici e aziende militari come la Finmeccanica o le Banche Armate (come dimenticare che le giornate mondiali della gioventù sono state finanziate dalle cosiddette “Banche armate” che finanziano le industri militari?). E ora con un generale di corpo d’armata, ex capo dei cappellani militari italiani, a capo della CEI bisogna attendersi una ulteriore militarizzazione della chiesa cattolica. I segnali ci sono tutti, se si pensa all’aggressione fisica subita a Parma da don Luciano Scaccaglia per le sue posizioni a sostegno dei DICO, o alle aggressioni a cui sono sottoposti sempre più spesso gli omosessuali, anch’essi oggetto di campagne di odio del tutto antievangeliche.
E’ sempre così: prima le condanne verbali che aprono poi la strada alle aggressioni fisiche o ai veri e propri omicidi, come è successo in America Latina con i tanti martiri della teologia della liberazione a cominciare da Oscar Romero. Violenza fisica di fatto autorizzata dalla violenza verbale, dall’assolutezza della condanna delle idee che trova sempre chi si sente poi autorizzato a passare dalle parole ai fatti, sentendosi legittimato da cotante prese di posizione. Senza voler dimenticare che nei periodi bui dell’inquisizione gli omicidi degli scomunicati erano autorizzate espressamente nelle bolle papali.
Fino a quando? Quando riusciremo a liberare Gesù dalle orribile macchina di oppressione che gli è stata costruita addosso?



Luned́, 12 marzo 2007