Il Dott. Paul Collins è uno dei promotori della petizione ai vescovi australiani, con la quale si chiede loro di considerare varie proposte che aiuterebbero a risolvere il problema della carenza dei preti in Australia. E’ onesto e franco il commento di Collins nell’affermare che siamo molto fortunati, in Australia, ad avere eccellenti vescovi che si rendono perfettamente conto della crisi in cui versa la Chiesa in questo paese e che siano in grado di soddisfare le necessità sacramentali della comunità cattolica australiana. Infatti, sostiene, che i vescovi moderati e pastoralmente efficienti formano una larga maggioranza nella conferenza episcopale. Egli spiega che la petizione mira a ritrovare un supporto all’interno della comunità laicale a sostegno dei vescovi nel tentativo di affrontare le sfide che coinvolgono la Chiesa al fine di renderla pronta a garantire la vita sacramentale alla chiesa del futuro.
La chiesa in Australia sembra fortunata...
In un certo senso il cattolicesimo australiano è molto fortunato. Infatti abbiamo ancora una maggioranza di vescovi che hanno come priorità la cura pastorale e le esigenze delle persone della loro diocesi.

Lo scorso anno su OnLine Catholics (Num. 112, 7 luglio 2006) P. Eric Hodgens, successivamente parroco della chiesa North Balwyn di Melbourne, ha analizzato a fondo i membri della conferenza episcopale e li ha divisi in tre grandi categorie. Li ha chiamati i ’the boots and all brigade’ (anfibi e saluto militare), i ’cautious’ (i cauti), e i ’pastoralists’ (pastoralisti). Hodgens descrive il primo gruppo come "ala di destra e fondamentalista". Ma per fortuna sono pochi, probabilmente non più di 6. I "cauti" "sostengono la linea di Roma per ragioni ideologiche e opportunistiche". Ne ho contati tra 7 e 9, alcuni dei quali occupano posizioni di potere.

Il resto rientra nella categoria dei pastoralisti. Ecco perché dico che in Australia siamo fortunati. Ci sono 43 vescovi attivi. Questo significa che almeno 27 di loro rientra pienamente nella categoria dei pastoralisti. Hodgens ha affermato, nel luglio 2006, che "ora è tempo che questi (i pastorali) si riuniscano, scelgano un leader e agiscano, ribaltando la situazione. E devono farlo in fretta... i loro successori potrebbero non averne il carisma. E’ la nostra ultima chance". E ha ragione.

Perché io e Frank Purcell abbiamo organizzato questa petizione?

Prendendo lo spunto da Hodgens, io e Frank abbiamo deciso che fosse tempo di tentare di trovare una strada per sostenere i vescovi pastoralisti e, allo stesso tempo, sottolineare che il vescovo, innanzitutto, è responsabile della propria diocesi. Solo secondariamente è responsabile della chiesa universale mediante l’appartenenza al collegio dei vescovi.








Siamo consapevoli che questo è il momento opportuno, perché il nunzio papale (e ambasciatore) a Canberra simpatizza con la maggioranza dei vescovi. Sin dalla fine degli anni ’70 abbiamo avuto dei nunzi non particolarmente attivi, ma l’attuale, l’arcivescovo Ambrogio De Paoli, è competente ed esperto, molto rispettato, e ha mostrato di comprendere la situazione australiana, essendo più incline all’approccio pastorale rispetto ai suoi predecessori.

Allo stesso tempo eravamo preoccupati dalla effettiva carenza di preti, in costante aumento in Australia. Di nuovo Eric Hodgens ha ben diagnosticato la situazione, dimostrando che "i bei tempi di un forte reclutamento di preti risaliva alla metà degli anni ’50. Per ogni 100.000 fedeli c’erano 5,5/6,3 seminaristi. Si trattava di un aumento del 25% rispetto ai livelli ante-guerra". ’La fedeltà dei candidati - cioè quanti di loro arrivavano all’ordinazione - si aggirava intorno al 33/40% all’inizio degli anni ’60.

A partire dalla fine degli anni ’50 il reclutamento ha subito un brusco arresto. "Questa situazione è continuata per 35 anni e si è stabilizzata nella metà degli anni ’90. Il livello attuale si aggira intorno al 10%" e solo un terzo arriva all’ordinazione. Attualmente la chiesa ordina da 0,15 a 0,25 preti ogni 100.000 fedeli ogni anno. Non c’è alcun accenno di incremento nonostante le richieste di un largo numero di seminari a Sydney, Perth, Melbourne. (Rif. ’An Alternative to the Priest’, Online Catholics, 28, 1/12/04].

Hodgens evidenzia che l’età dell’ordinazione si è innalzata e che i preti hanno così un minore periodo di attività. Verso la metà degli anni ’90 le ordinazioni avvenivano intorno all’età di 27 anni, garantendo così più di 38 anni di servizio. Ora la media d’età è di 35 anni, vale a dire 30 anni di servizio. Con questa media, qualora restassero in esercizio, i risultati a lungo termine sarebbero di 7,5 preti ogni 100.000 fedeli. Hodgens sostiene: "ciò significa che Melbourne, con più di un milioni di cattolici e 20 parrocchie, avrebbe solo 75 preti".

Ne deriverebbe che sempre più persone, specialmente nelle aree rurali, rimarrebbero senza Eucarestia. Questa è una situazione intollerabile, perfino eretica, in una chiesa essenzialmente sacramentale come la nostra. Quindi la petizione richiama alla presa di coscienza che in Australia esiste una carenza di ministri, c’è una barriera contro l’ordinazione di uomini sposati, dobbiamo discutere apertamente il ministero e l’ordinazione delle donne, i preti inattivi ritornino in ministero e i vescovi inizino a pensare di selezionare, formare e ordinare uomini sposati.

Gradito ogni aiuto...

Sono felice di constatare che sempre più persone siano informate della petizione e la sottoscrivano. Anche questa settimana abbiamo avuto un incremento massiccio del numero delle firme e nei commenti che ci sono arrivati. Il totale delle firme raccolte ad oggi è di 1.600 e, se continua il tasso di adesione attuale, arriveremo a 2.000 entro la prossima settimana. Il numero attuale comprende le firme di più di 40 preti diocesani e religiosi, la maggior parte dei quali occupano posizioni rilevanti. Abbiamo bisogno comunque di molte più firme. Faremo in modo di diffondere la petizione fino ai primi di novembre e intendiamo presentarla ai vescovi prima della riunione plenaria che si terrà a fine novembre.

Di cos’altro abbiamo bisogno? Ci serve che tutti voi diffondiate la petizione nelle vostre parrocchie e nelle scuole cattoliche. Se cliccate il banner sotto questo articolo entrerete in una pagina dove viene spiegata la petizione, troverete anche il link per firmare on line o stampare la petizione per raccogliere firme nelle parrocchie o nelle scuole per tutti coloro che non hanno accesso a internet.

Abbiamo bisogno anche di un minimo aiuto finanziario poiché vorremmo fare un pò di pubblicità sui media per portare la petizione a conoscenza di tutta la comunità cattolica. Se siete in grado di sostenerci, per favore spedite la donazione a Anne O’Brien, PO Box 781 Moonee Ponds, Vic. 3039. Anne è il nostro tesoriere. In alternativa, Brian Coyne, attraverso il suo luogo di lavoro Vias Tuas Communications, editore di Catholica Australia che ha gentilmente creato un modo di fare donazione attraverso carta di credito on line Mastercard, VisaCard o a PayPal e le donazioni raccolte verranno girate a noi. Cliccate sul pulsante "donazione" per versare in sicurezza e con facilità. Tutte le donazioni, a prescindere dal loro importo, saranno apprezzate.



traduzione di Stefania Salomone


Testo originale

DR PAUL COLLINS...


Dr Paul Collins is one of the prime movers behind the petition to the Australian Catholic Bishops asking them to consider a number of proposals that might help address the shortage of priests in Australia. In this very candid and honest commentary Dr Collins argues that we are very fortunate in Australia in presently having some excellent, pastorally-minded bishops who are concerned at the crisis facing the Church in this country in being able to provide for the sacramental needs of the Australian Catholic community. In fact, he argues, the moderate, pastorally-minded bishops form a broad and decisive majority in the college of Australian bishops. He explains how the petition is seeking to elicit moral support from within the broad lay community in support of the bishops as they endeavour to address the significant challenges facing the Church in being able to provide ready access to the sacramental life of the Church in the future…
The Church in Australia is in a fortunate position...

In a way Australian Catholicism is very lucky. Fortunately we still have a majority of bishops whose orientation is essentially pastoral and whose primary care is for people and their dioceses.

Last year in OnLine Catholics (Issue 112, 7 July 2006) Father Eric Hodgens, then Parish Priest of Melbourne’s North Balwyn, analyzed the Bishops’ Conference and he divided it into three loose groupings. I’d call these groups ’the boots and all brigade’, the ’cautious’, and the ’pastoralists’. Hodgens describes the first group as ’hard right wing and fundamentalist’. However, there are very few of them, probably no more than six. The cautious ’support the Roman line for ideological or opportunistic reasons’. My count would be that there are between seven and nine of these, many in powerful positions.

The rest fit into the pastoral category. That’s why I said we are lucky in Australia. There are forty-three active bishops. This means that at least twenty-seven fit into the more open, pastoral category. Hodgens argued in July 2006 ’Now is the time for them [the pastorally-oriented bishops] to caucus, get a leader and act — redeem the situation. And they must do it urgently ... Their successors will simply not have the nous. Now is our last chance.’ He is right.

Why Frank Purcell and I have organised this petition…

Taking our cue from Hodgens, Frank Purcell and I decided the time had come to try to find a way to support the pastoral bishops, while at the same time highlight that a bishop’s primary responsibility is to his diocese. Only secondarily is he responsible for the universal church through his membership of the college of bishops.



Apostolic Nuncio, Archbishop Ambrose de Paoli


We were also aware that the time was right because the papal nuncio (or ambassador) in Canberra was sympathetic to the majority of the bishops. Since the late-1970s we have had a series of unimpressive Italians as nuncio, but the present incumbent, the American Archbishop Ambrose de Paoli, is a competent and experienced man who is widely respected because he has shown that he understands the Australian situation and is more sympathetic to a caring, pastoral approach than that shown by his predecessors.

At the same time we were concerned about the acute shortage of priests that was becoming more and more apparent in Australia. Again Eric Hodgens had diagnosed the situation. He shows that ’the heyday for [priestly] recruitment was the mid-1950s. For every 100,000 Catholics 5.5 to 6.3 students [entered the seminary]. This was more than a 25% increase on pre-war recruitment levels.’ The retention rate of students — that is, how many went on to ordination — was between 33% and 40% at the start of the 1960s.

Since the late-fifties recruitment has steadily dropped. ’This continued for 35 years and settled in the mid nineties. The final rate was only 10% of what it was at the peak.’ Only about a third of those recruited proceed to ordination. At present the church is ordaining about 0.15 to 0.25 priests per 100,000 Catholics each year. There is no sign of an increase despite claims of slightly bigger numbers in the Sydney, Perth, Melbourne and the Neo-Catechuminate seminaries [Ref: ’An Alternative to the Priest’, Online Catholics, 28, 1/12/04].

Hodgens points out that the age of ordination has risen and that priests will have shorter periods of service. Until the mid-nineties men were usually ordained around the age of twenty-seven giving about thirty-eight years of service to the church. The average age of ordination now is thirty-five, giving around thirty years of service. ’At this rate, even if they all stay priests, the long term result will be one priest for every 13,000 [Catholics] in Victoria and Queensland and one for every 22,000 in NSW’. In other words about 7.5 priests per 100,000 Catholics. Hodgens says ’That means that Melbourne with its one million plus Catholics and 220 parishes will have only 75 priests’.

The result of this will be that more and more people, especially in rural areas, will be deprived of the Eucharist. This is an intolerable, even heretical, situation in an essentially sacramental church like ours. So the petition calls for an acknowledgment that there is a major crisis in ministry in Australia, that there is no barrier to the ordination of married men, that we have a wide-ranging discussion on the ministry and ordination of women, that inactive priests return to the ministry and that the bishops begin a program to select, train and ordain married men.

How you can assist…

I am pleased to report that more and more people are becoming aware of the petition and supporting it. So far this week we have had a massive increase in the number of signatures now that hard copy petition lists are being returned to us. The total of signatures collected so far is now past the 1,600 mark and at the current rate we expect it will be past the 2,000 mark early next week. The numbers so far include more than forty diocesan and religious priests, almost all of them in senior positions. We still need a lot more signatures though. We are going to let the petition run until the beginning of November and intend to present it to the bishops’ prior to their plenary meeting which will be held in late-November.

What else do we need? We need you to get the petition out there into the parishes and Catholic schools. If you click the banner at the bottom of this article you will be taken to a page where you can read the petition, find the link where you can sign online, or print out hard copies for collection of signatures in parishes and schools or from people who do not have internet access.

We also need a little bit of financial help as we’d like to run some advertisements in other media to bring the petition to the attention of the wider Catholic community. If you are able to help, please send your donation to Anne O’Brien, PO Box 781 Moonee Ponds, Vic. 3039. Anne is acting as our treasurer. Alternatively, Brian Coyne, through his business, Vias Tuas Communications, publishers of Catholica Australia have kindly set up a facility where you can donate online using Mastercard, VisaCard or a PayPal account and all funds donated in this way will be passed to our committee. Click the Donate button below to make a donation using the secure online facility. All donations no matter how small will be gratefully received.


But above all please spread the word about the petition. This is a unique opportunity to show your support for the pastoral leaders of the Church in Australia who themselves on significant occasions have endeavoured to speak up in courageous ways for the Australian Catholic community and our spiritual and sacramental needs.


DISCLAIMER: Catholica Australia is providing pro bono promotional support to the organisers of the Petition to the Australian Catholic Bishops.
Dr Paul Collins is a prominent writer and broadcaster in Australia and internationally on religious affairs. He is a former priest who was effectively pushed out of the priesthood for having the courage to speak up on the sort of issues that animate much of the discussion that now takes place fairly openly in the pages of Catholica Australia.