Cesena - NUOVA ORGANIZZAZIONE DELLA DIOCESI
Le cento parrocchie adesso saranno gestite a gruppi

di Andrea Alessandrini

Riprendiamo questo articolo dal sito: http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/cesena/2008/09/29/121597-cento_parrocchie_adesso_saranno_gestite_gruppi.shtml


Con le 21 unità pastorali verranno messe in comune le risorse. Il cancelliere diocesano Budelacci: "Per far fronte al calo dei sacerdoti e alla sempre maggiore complessità dell’attività di catechesi, si punterà sull’integrazione"
Cesena, 29 settembre 2008 - La formazione di 21 nuove unità pastorali nella diocesi di Cesena-Sarsina è il prodromo di un accorpamento delle parrocchie? Lo scenario futuro sarà ad esempio quello di un solo parroco alla guida delle quattro parrocchie che compongono la unità pastorale 2, formata da Cattedrale, San Domenico, Madonna delle Rose e San Bartolo, che insistono nel cuore urbano di Cesena? E’ la domanda che si pongono molti parrocchiani all’indomani della costituzione delle unità pastorali presentate dal vescovo Antonio Lanfranchi nella lettera pastorale, con linguaggio ecclesialese, che non lascia intuire cosa concretamente potrà cambiare nella organizzazione delle parrocchie.

Ma carta canta: i sacerdoti in diocesi si sono ridotti a poco più di 120 per un centinaio di parrocchie. Incide il tasso di mortalità e il ricambio generazionale è molto debole: solo due ordinazioni negli ultimi anni, e si tratta di sacerdoti stranieri. Impensabile, nel tempo, che le cento parrocchie mantengono l’organizzazione attuale. Sempre più mancheranno risorse presbiterali. Le unità pastorali sono in qualche modo un mettere le mani avanti in vista di inevitabili fusioni? "No, lo spirito è un altro - spiega il cancelliere diocesano don Andrea Budelacci -: la linea adottata dal vescovo Lino Garavaglia era stata di procedere verso gli accorpamenti (come è avvenuto per Sant’Agostino con la Cattedrale, oppure per le cinque parrocchie accomunate nell’unica di Borello)".

"Con le unità pastorali varate dal vescovo Lanfranchi - continua - si adotta invece un percorso diverso, che mantiene per le parrocchie la loro natura giuridica e non le accorpa, introducendo il concetto chiave della collegialità. Ciò significa che per far fronte al calo dei sacerdoti, alla sempre maggiore complessità dell?attività di catechesi e di evangelizzazione, si punterà sull’integrazione delle risorse tra le varie parrocchie che convergono nelle unità pastorali. L’unione farà la forza. Tutto è da verificare sul campo, ma dovrà scattare un gioco di squadra, con la corresponsabilizzazione dei laici: il catechismo dei bambini ad esempio potrà essere condotto da responsabili che agiscono in maniera coordinata su tutte le parrocchie dell’unità pastorale, e così l’attività per i più grandi e la catechesi degli adulti. La sfida è quella di non ragionare più all’ombra del proprio campanile, ma di avere un orizzonte più ampio, quello delle unità pastorali".

Ma ogni parrocchia manterrà il parroco? "Sì, finché sarà possibile" non può che rispondere il cancelliere diocesano, costretto realisticamente questa volta a mettere un freno alla Provvidenza, visto l’inarrestabile calo dei componenti del clero attivo che colpisce anche la nostra diocesi. Nelle zone periferiche ci sono unità pastorali numerose, anche con dieci parrocchie come quella che unisce Gualdo-Montecodruzzo, Borello, Bacciolino, Piavola, San Romano, Ranchio, Linaro, Giaggiolo, Pieve di Rivoschio. Un territorio in cui le azioni collegiali da adottare troveranno un impegnativo banco di prova.


Andrea Alessandrini



Martedì, 30 settembre 2008