Nella foto i protagonisti dello scandalo pornografia nel seminario austriaco: mons Kurt Krenn, vescovo di Saint Poelten e mons Capellari
Inchiesta su 40 mila foto e filmati trovati nella biblioteca della più conservatrice scuola cattolica per sacerdoti
In apparenza è un seminario. Anzi, il più tradizionalista e ultraconservatore dei seminari cattolici in Austria, luogo di religiosa purezza, preghiera e pio magistero alla cura delle anime, dove volentieri lanziano arcivescovo Kurt Krenn predicava, bollando con parole di fuoco i rei contro natura.
In realtà, quello della diocesi di Sankt Pölten, ottanta chilometri a Ovest di Vienna, è stato in questi anni un antro di orchi pedofili, teatro di perversioni peccaminose, una Sodoma asburgica dove preposti e seminaristi indulgevano spesso e volentieri in orge omosessuali, giochi erotici e notti scandite da alcol e sesso, al posto delle orazioni. Qualcuno parla anche di parodie naziste e cerimonie ufficialmente esecrate dal Vaticano, come la celebrazione di un finto matrimonio gay, fra due aspiranti preti, officiato dal direttore, inutile precisare tutti in costume adamitico.
Cè ancora del marcio nella Chiesa austriaca. A sei anni dallo scandalo del cardinale Hans Hermann Groer, lex primate, morto nel 2003, che era stato riconosciuto colpevole di aver sessualmente abusato di giovani religiosi, una nuova, devastante scoperta scuote le fondamenta del cattolicesimo viennese.
Non più sospetti o bugie di "querulanti ubriachi", come aveva fin qui sostenuto monsignor Krenn, capo della diocesi incriminata, quando il tema era più volte venuto a galla in passato. Ma unincredibile documentazione fotografica, scoperta un anno fa nei computer della biblioteca del seminario e ora al vaglio delle autorità di polizia, in attesa della formale apertura di uninchiesta criminale da parte della magistratura. Almeno 40 mila istantanee e una quantità imprecisata di filmati pornografici, che illustrano con precisione e ricchezza di dettagli gli esercizi, non esattamente spirituali, di Sankt Pölten. Alcune di queste ! comprend erebbero atti sessuali dei preposti con minorenni.
A svelare lo scandalo, il settimanale Profil , che nelledizione in edicola ieri ha pubblicato alcune delle foto, dove i religiosi e i loro allievi vengono immortalati mentre si baciano appassionatamente sulla bocca. Secondo il periodico, linchiesta è partita, dopo che diverse immagini e film girati a Sankt Pölten erano apparsi su un sito a luci rosse polacco.
Il direttore del seminario, Ulrich Küchl e il suo vice, Wolfgang Rothe, si sono dimessi, pur protestando la loro innocenza. Su di loro pende laccusa di pedofilia. La diocesi si è schierata a quadrato in loro difesa. Monsignor Krenn, soprattutto, ha definito gli addebiti infondati, liquidando addirittura le foto, che ha ammesso di aver visto, come "ragazzate".
Fortunatamente, i vertici della Chiesa viennese sono di ben altro parere. "Tutto ciò che ha a che fare con la pratica dellomosessualità, non può trovare spazio in un seminario per preti", recita un comunicato della Conferenza episcopale austriaca, che ha anche annunciato lavvio di una indagine interna, al termine della quale non è difficile prevedere le dimissioni di Krenn, 68 anni, da vescovo di Sankt Pölten.
E in questo senso si sono già levate diverse voci dallinterno del mondo cattolico: "Krenn è il vero responsabile e deve rispondere di tutto questo davanti alla Chiesa e a Dio". ha detto Martin Walchhofer, il prelato che supervisiona tutti i seminari austriaci. Anche la politica è intervenuta. "Collezionare materiale pornografico, che coinvolge bambini, non può essere liquidato come una ragazzata", ha dichiarato Thomas Huber, leader dei Verdi. Un portavoce dellopposizione socialdemocratica, Hannes Jarolim, ha chiesto al ministero dellInterno di indagare per favoreggiamento nei confronti dello stesso arcivescovo e aprire una procedura formale.
Secondo Profil , una foto documenterebbe la celebrazione del matrimonio gay da parte del rever! endo K Cchl. Il resto del materiale, con le parole del procuratore Walter Nemec, "mostra i seminaristi in situazione perverse con i loro superiori".
Un seminarista di Sankt Pölten, citato dal settimanale, afferma che "tutti sapevano cosa succedesse da noi, non era possibile ignorarlo, ma nella Chiesa domina un silenzio di piombo, quando si tratta di temi tabù, semplicemente non sappiamo in che modo affrontare correttamente il problema". Quelli che avevano provato a parlarne direttamente con i due superiori o con Krenn, sono stati subito identificati da loro come nemici e isolati.
Anche la polizia, afferma Profil , avrebbe trovato allinizio grosse difficoltà a rompere il muro dellomertà di Sankt Pölten, dopo la scoperta del materiale e le prime denunce inviate via email da alcuni seminaristi.
Paolo Valentino
Un commento di Giovanni F. Mapelli:
Non condivido il tono e lequiparazione che larticolo fa tra omosessualità perversione e lequiparazione con pedofilia: cè una CONFUSIONE GENERALE DI CHE SI PARLA? Anche tra preti consenzienti non è definibile come perversione! (dovè il rispetto per lintimità delle persone...?). IL TABU DELLA GERARCHIA FOMENTA QUESTE VISIONI MORBOSE SUI GIORNALI LAICI. Vogliono processare i sentimenti? (se non cè abuso ovviamente) PER ME E UN PROCESSO STAMPA, UNA CAMPAGNA DIFFAMATORIA IN GRANDE STILE CONTRO LOMOSESSUALITA (nascosta) del CLERO.
Mercoledì, 14 luglio 2004
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