“SAPIENZA” E DINTORNI
EFFETTO BOOMERANG

di Anna Marina Storoni Piazza

1) Una sessantina di professori universitari (su più di mille in servizio) esprime il proprio dissenso all’invito rivolto dal Rettore al Papa a tenere una “lezione magistrale” in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico e un centinaio di studenti (su decine di migliaia) esprime la sua solidarietà ai suddetti professori. Il disaccordo di pochi all’invito del Rettore (il quale peraltro non si era dato la cura di saggiare il sentire del corpo accademico dando prova di considerare l’Università come casa sua), provoca un effetto boomerang esorbitante: il Papa rifiuta di recarsi laddove non è accolto unanimemente e i suoi vicari organizzano una partecipazione oceanica di solidarietà in Piazza San Pietro. Il dissenso democraticamente espresso da una minoranza di professori e studenti, dà adito ad un trionfo.
2) Il ministro di Grazia e Giustizia viene inquisito e suscita la commozione degli italiani quando, in lacrime, dichiara che “tra potere (quale potere mai? Il suo non dovrebbe essere, più che un potere, un servizio?) e famiglia, sceglie la famiglia”. La Camera dei deputati, da destra come da sinistra, gli esprime totale solidarietà e il Presidente del Consiglio tenta di persuaderlo a non rassegnare le dimissioni. Un avviso di garanzia provoca l’effetto boomerang di una corale prova di stima e il soggetto in questione da indagato si trasforma in vittima.
3) La moglie del ministro di Grazia e Giustizia viene arrestata ai domiciliari. Chiamata a conferire dal Magistrato, è scortata da una folla plaudente che scandisce entusiasta il suo nome in segno di solidarietà e affetto: altro caso di santificazione di un indagato.
4) Ultimo (speriamo!) caso di boomerang nel giro di pochi giorni: il presidente della Regione Sicilia è condannato a cinque anni di reclusione e, tra salti di gioia, dichiara di restare al suo posto: ennesima manifestazione di solidarietà da parte dei suoi fedelissimi che lo descrivono come un perseguitato.

Non si può fare a meno di chiedersi: cosa succede? Qual è la spiegazione di una simile confusione di valori? Si tratta di fenomeni meramente emotivi? In effetti si insiste molto sulla “simpatia” o “antipatia” del papa, sullo “sconvolgimento” confessato dal ministro che il giorno dopo rassicura gli italiani dichiarandosi “serenissimo”, sui sentimenti di amore incondizionato della moglie e sulla gioia incontenibile del Presidente della Regione Sicilia. Se è così, dovremmo concludere con la Tamaro: “va dove ti porta il cuore”.
Forse, però, ci sono altre spiegazioni possibili: quello che sembra soccombere in questo quadro è il logos, come “parola”, come “ragione” e come “diritto”.
Anche il Papa, che tanto spesso invoca la ragione e la ragionevolezza (sarebbe interessante capire la sottile differenza tra questi due concetti), da quel che risulta dal discorso (scritto, ma non pronunciato) sembrava sentirsi invitato non tanto ad esprimere un’opinione e a partecipare a un dialogo, quanto a ribadire i poteri che competono al suo ruolo di vescovo di Roma. Il vescovo, egli spiega infatti, è il “sorvegliante”, il “pastore”, cioè colui che, “da un punto di osservazione sopraelevato, guarda all’insieme, prendendosi cura del giusto cammino e della coesione dell’insieme”. È d’obbligo però qui ricordare che anche l’espressione del dissenso (soprattutto degli studenti) non sempre si è mantenuta entro i limiti del logos, degenerando in una manifestazione scomposta e volgare di intolleranza.
Analogo il disprezzo del logos che ispira la demonizzazione della Magistratura negli altri casi: sembra addirittura scontato che la legge vada ritenuta tutt’altro che uguale per tutti, visto che, se ad essere indagato è un politico illustre, tutti si sentono in obbligo di manifestargli la propria solidarietà. Sembra legittimo che egli invochi il sostegno del popolo senza che questo sia a conoscenza dei reati imputati.
Un’ulteriore lettura potrebbe far riferimento all’amplificazione mediatica che un evento può provocare. L’effetto boomerang in fondo è stato innestato proprio dalla sproporzione creatasi tra le cause che hanno determinato i fatti (la lettera firmata da una sessantina di professori, gli atti giuridici emessi dai magistrati) e l’enorme risonanza che questi fatti hanno suscitato. Non è il vero o il falso, il giusto o l’ingiusto che hanno finito per contare, ma il clamore, la diffusione che hanno provocato: la risonanza dissolve i valori, confonde il giudizio, mette a tacere il logos.

Anna Marina Storoni Piazza

Articolo tratto da:

FORUM (81) Koinonia

http://utenti.lycos.it/periodicokoinonia/



Martedì, 22 gennaio 2008