La settimana politica irpina
RIFIUTI DELLA CAMPANIA: E’ LA VOLTA DEL GOVERNO!

di Nino Lanzetta

Ormai abbiamo superato i confini nazionali! La Comunità europea ha aperto una procedura di infrazioni a carico dell’Italia per i rifiuti della Campania.. I rischi di epidemie sono concreti. In alcuni paesi del napoletano si è dovuto ricorrere all’esercito per riaprire le scuole dopo le vacanze natalizie. Le malattie di lunga incubazione come i tumori ai polmoni e al pancreas, sono già statisticamente accertate superiori del 12% alla media nazionale. Quelli al fegato, nei territori ove sono ubicate discariche, sono superiori del 24% . Questi dati sono su tutte le riviste specializzate.
Per avere una visione d’insieme del fenomeno campano e dell’intreccio, politica, economia, camorra, basta leggere Gomorra di Saviano.
Il presidente Napolitano si dice allarmato e chiede al governo centrale di intervenire. La gente invoca l’esercito, l’antipolitica ha raggiunto il culmine. I politici e i responsabili amministrativi, si nascondono dietro le parole, qualcuno riconoscendo i propri errori (vedi Bassolino) ma rifiutando sdegnosamente le dimissioni per una responsabilità più generalizzata, i più trincerandosi dietro burocratiche “competenze” e contesti sfavorevoli, tutti restando, però, ai loro posti senza rinunciare alle laute indennità, e magari aumentandosele. Incalzati da un’opposizione tanto rozza quanto connivente ed equamente colpevole, se non altro per un silenzio durato quattordici anni e per aver preso parte, o capeggiato tutte le proteste
La situazione è in perfetto stallo: identica, quanto alla strategia, a quella del passato, non più tollerabile quanto a pericoli sanitari, disastri ambientali, cadute economiche, figuracce internazionali e perdita di credibilità.
Come si è arrivati a tutto questo? Soprattutto come uscirne?
In breve: si è partiti con il piede sbagliato, e la colpa originaria va storicamente addebitata alla Giunta Rastrelli, di A.N. un onest’uomo, che ha finito, poi, per abbandonare la politica. Durante il suo mandato, la Fibe, del gruppo Impregilo, vinse la gara pur non presentando requisiti di qualità migliori della ditta concorrente, ma solo per un maggior ribasso. Il contratto, perfezionato poi con la Giunta Losco, fu un pessimo contratto, che praticamente dava carta bianca all’azienda per la costruzione dei termovalorizzatori e delle altre strutture del ciclo e la proprietà di sfruttamento delle ecoballe. E’ stato un errore colossale che ha determinato, insieme agli infiniti altri che si sono succeduti, uno stallo di quattordici anni. E questa è stata sicuramente la più grossa colpa della politica. Bassolino ha sicuramente le sue colpe perché, forse, aveva da subito capito il problema. Aveva confidato sulla buona sorte che lo aveva accompagnato fino ad allora e sul suo indubbio carisma. Buttò la spugna e si dimise da Commissario straordinario, e fu il secondo errore. I Commissari succedutisi da allora, con la totale opposizione degli organi istituzionali, dei vari comitati, dei Vescovi e del Clero sono stati lasciati soli come se il problema non interessasse. Né si può tacere, già dall’inizio, l’insensata campagna degli ambientalisti, degli ecologisti, della sinistra radicale che, invece di battersi per una raccolta differenziata spinta al massimo e di un conseguente ciclo integrato di riutilizzazione dei rifiuti e una sollecita costruzione delle strutture necessarie, si sono battuti contro la costruzione dei termovalorizzatori e dei CDR. Nessuno li voleva, nessuno voleva discariche, soprattutto nel proprio territorio: dappertutto purchè lontano dal mio giardino (come recitava l’acronimo nimby divenuto di moda). Si deve dare atto al coraggio del sindaco Di Nunno se fu fatto il CDR a Pianodardine: è stata la sola opera realizzata in Irpinia. C’era sempre un politico che abitava, anche se solo qualche settimana all’anno, troppo vicino al posto sul quale doveva sorgere. Per le discariche, poi, basta ricordare la vicenda del Formicoso o di Difesa Grande.
La storia del termovalorizzatore di Acerra dovrebbe essere scritta da Saviano per comprendere tutte le sfumature e i passaggi. Sta di fatto che ad oltre 10 anni la struttura è ferma e la nuova ditta che vincerà l’appalto dovrà completarla. Nella migliore delle ipotesi ci vorrà ancora un anno. Eppure in un paese normale opere del genere si fanno in sei mesi massimo un anno. L’altro termovalorizzatore previsto, quello di Santa Maria a Vico nel casertano, non è stato neppure iniziato. E nessuno sa, quando sarà realizzata l’isola di compostaggio per l’umido che dovrebbe sorgere in Alta Irpinia. In questa situazione, e qui si è verificato il terzo errore colossale di una classe politica pasticciona, collusa ed incapace: non ha mai dato inizio, in maniera convinta ed efficace ad una vera raccolta differenziata. I Cumuli d’immondizia per le strade di Avellino e Mercogliano gridano vendetta al cospetto di Dio. Gestire l’emergenza senza mai aggredirla e risolverla si è dimostrata una strategia miope e colpevole che ha confidato nell’apertura del termovalorizzatore di Acerra, per la soluzione di tutti i problemi. Fingendo di ignorare che le ecoballe, spazzatura pressata senza alcuna differenziazione, non avrebbero potuto essere bruciate senza produrre diossina e altri consimili veleni e che, comunque, i tempi per la sua apertura venivano continuamente procrastinati per resistenze, pastoie burocratiche, interessi, ostilità. L’irresponsabilità di una classe politica e dirigente non ha attenuanti perché da questa situazione ha tratto linfa vitale per una politica, come al solito, clientelare e di potere.
A questo punto che fare?
Il Consiglio dei Ministri - promette Prodi - prenderà una decisione che affronta realisticamente e positivamente il problema in modo definitivo senza la solita toppa. La soluzione non potrà essere diversa da quanto suggerisce il comune senso del buon padre di famiglia. E’ l’uovo di Colombo! Cominciare daccapo, e fare quelle cose che non si sono fatte finora, certamente non continuare a reperire siti per stoccaggi più o meno provvisori, perché in questo campo nulla si è dimostrato più definitivo del provvisorio. E i cittadini lo hanno capito! Occorre separare la gestione del vecchio da quella del nuovo. Iniziare da subito una raccolta differenziata porta a porta e in maniera spinta e gestire il nuovo facendolo affluire ai termovalorizzatori più vicini. Aprire nuove discariche solo per gli inerti, portare i rifiuti familiari (il cosiddetto umido) alle isole di compostaggio vicine. Provvedere da subito a provincializzare il ciclo di gestione. Le ecoballe accumulate in tutti questi anni dovranno essere trattate a parte, ma il nuovo non dovrà cumularsi con il vecchio mai più.
Perché questo sia possibile occorre ripristinare un minimo di credibilità per cui si rende necessario che i responsabili di questo disastro siano messi in condizione di non fare altri danni. Devono essere, quindi, commissariati ad acta. I sindaci che non effettuano la differenziata con il metodo del Porta a Porta e tutti i Consigli di amministrazione dei vari enti preposti alla gestione, tanto per capirci l’Asa e i due Cosmari , l’Arpac per l’Irpinia e Il Presidente della Regione, delle Province e gli assessori al ramo. Commissari ad acta per un periodo limitato ( uno/due anni) dovrebbero essere scelti tra i carabinieri e la Guardia di Finanza con grado minimo di capitano. Il commissario del Governo dal quale gerarchicamente dovrebbero dipendere tutti gli altri dovrebbe essere un generale dei Carabinieri o della Finanza. Questi dovrebbero realizzare, con rito brevissimo, tutte le strutture e le procedure per avviare la gestione integrata dei rifiuti. I cittadini dovrebbero essere informati, in modo corretto ed esaustivo, dei vari problemi connessi e dei modi e tempi per la loro soluzione.
In definitiva, da quattordici anni in Campania ha girato un vorticoso fiume di denari che attraverso i vari Enti preposti, con i pareri, i numerosi progetti, i sopralluoghi, i trasporti, le attrezzature il personale assunto, le indennità, le trasferte, i compensi professionali, ha arricchito uno stuolo innumerevole di tecnici, professionisti, politici riciclati, portaborse e quanti altri, preoccupati solo che tanta grazia di Dio potesse finire da un momento all’altro. Se si vuole veramente chiudere la partita, anche con la camorra e l’intreccio politica- affari, il Governo non potrà adottare altra soluzione. Occorre una scossa per ricominciare a sperare. Questa scossa non la possono dare i politici e i tecnici che in questi quattordici anni hanno portato la Politica, quella vera, ad un punto così basso. Quo usque tandem abutere, Catilina patientia nostra? Non possiamo sempre prendercela con la folla!

NINO LANZETTA



Martedì, 08 gennaio 2008