La settimana politica irpina.
CRISI ALLA PROVINCIA: sfiduciata la De Simone.

di Nino Lanzetta

Tanto tuonò che piovve! Contrariamente a quanto avevamo previsto - per cui ci aggiorniamo anche se a inizio settimana- la crisi alla provincia è stata formalmente aperta con le dimissioni e la mozione di sfiducia di 17 consiglieri su trenta. Quello che non si pensava potesse avvenire è purtroppo avvenuto: De Mita si è alleato con la destra e ha silurato la De Simone. Scusate il linguaggio, ma per la politica come si concepisce in Irpinia, è pur sempre un benevolo eufemismo.
E’ il trionfo del vecchio, del già visto e la caduta a picco di un logoro politico che una volta è stato illustre, che ha fatto conoscere Nusco all’Italia, ma che, incurante del tempo che avanza - impietoso per tutti - e della realtà che cambia con le sue novità e trasformazioni, non si adegua al nuovo modo di far politica e con rancore e rabbia, continua nella vecchia strategia dell’occupazione del potere come unica strada per la cattura del consenso, credendo che possa resistere in eterno e fino a quando continuano ad esistere servitorelli che gli danno retta. Il trasformismo politico, che Gerardo Bianco fa derivare dall’abitudine al monopolio del potere e dal basso profilo cui è arrivata la politica nella nostra provincia, è sempre di ritorno. Purtroppo non è possibile mantenere una dignità politica con simili pupari!
La De Simone ha fatto quello che ha potuto per salvare il suo mandato. Perfino distinguersi dal suo partito nei rapporti con i popolari ( perché continuare a chiamarli popolari?) di De Mita, come abbiamo scritto nella precedente nota. Non è servito. Forse avrebbe fatto meglio a non accettare, subito all’inizio del suo mandato, il dictat di revocare tre assessori non concordati e nominarne altri. Avrebbe fatto meglio a rivendicare allora, anche con il presidente del suo partito, l’autonomia che le riserva la legge e mantenere quella dignità politica che è la sola base per fare nuova politica in questa provincia. Non lo prescrive il medico: non si deve fare politica per forza. Si può fare anche altro nella vita. Per giunta la De Simone era parlamentare e avrebbe agevolmente mantenuto il posto.
La politica in Irpinia deve cominciare a farsi con i grandi gesti. Purtroppo nessuno ci ha mai provato. La De Simone poteva dare l’esempio! Forse ne valeva la pena. E ne aveva le qualità. Purtroppo moltissima parte del coro è fato di pigmei e mediocri e& di chi deve pur campare!
De Mita che si allea con la destra ( e che destra!?)! Anche questo dovevamo vedere in questa sfortunata provincia nella quale, chi può, emigra per altri lidi finché è ancora in tempo!
Secondo Gianni Festa, direttore del Corriere dell’Irpinia, è già in atto  la servile balcanizzazione che paralizzerà la vita degli enti e trasformerà quella che una volta veniva definita la patria della politica e della classe dirigente in una tribù affollata di pigmei irresponsabili rabbiosi e senza orgoglio . Cosa aggiungere? Andate a leggere i nomi dei consiglieri provinciali, annotate il partito di partenza e quello del momentaneo arrivo e vi accorgerete del punto di degrado nel quale siamo piombati..
Nella vita convien far torto o patirlo, diceva il Manzoni! La stragrande maggioranza degli irpini non ha scelta: deve patirlo!

NINO LANZETTA



Martedì, 08 luglio 2008