STRANA carriera politica quella di Bassolino! Era calato sulla scena di Napoli e laveva subito conquistata. Da sindaco, il più votato dItalia nel secondo mandato, era stato salutato come colui che aveva ricominciato il rinascimento napoletano. Il Presidente DAlema lo chiamò a fare i ministro del lavoro. Vi rimase un anno senza lasciare la carica di Sindaco. Poi tornò a farlo a tempo pieno. Lo pregarono di candidarsi alla Regione perché il centro sinistra non trovava di meglio. Fu a lungo indeciso, poi finì per accettare e da allora è cominciò la sua fase calante! Durante il primo mandato non ripeté lexploit del Comune, ma non ebbe neanche particolari difficoltà. Nel secondo cominciarono i guai. Non gli è stato facile gestire il clientelismo di De Mita e di Mastella. Anzi ne ha aggiunto del suo, contribuendo alla personalizzazione della politica e alla gestione clientelare del potere. Alla fine la politica della Regione si è qualificata più per una serie di privilegi, per un uso disinvolto e clientelare dei fondi europei, per una rissosità senza pari e per un trasformismo fuori di ogni logica che per progetti di sviluppo e servizi. Anzi le amministrazioni pubbliche campane sono le più affollate di dipendenti e le meno efficienti dItalia. I servizi che erogano, a partire dalla Sanità -interamente lottizzata- sono pessimi. Poi sono venuti i rifiuti! I guai giudiziari nei quali è incappato, con altri ventisette funzionari e manager, riguardano la sua funzione amministrativa in qualità di Commissario straordinario e non la sua funzione politica in quanto Presidente della Regione. Il Commissario straordinario, di nomina governativa, non ha compiti politici ma solo e squisitamente amministrativi e, per di più, molto ampi e personali. Decide in solitudine ed è personalmente responsabile degli atti che firma. Tanto per capirci, i politici, quando firmano contratti, ordinanze, provvedimenti, si avvalgono dello scudo, che una legge, da loro messa in atto, ha demandato ai funzionari amministrativi, titolari dellatto, la responsabilità per il rispetto delle norme, delle leggi e degli interessi dei terzi. La firma dei politici ha solo valenza politica. Quello che, poi, succede nella pratica è tuttaltro discorso! Bassolino è stato rinviato a giudizio per presunti reati circa la sua attività di Commissario straordinario per la gestione rifiuti e non in qualità di Presidente della Ragione. Nessun giudizio sulla vicenda giudiziaria, se non la convinzione, maturata per il suo comportamento lungo una stagione politica durata molti anni, di una persona perbene e sicuramente dalle mani pulite. Inoltre, ogni imputato è innocente fino a sentenza definitiva. Il giudizio è, e deve restare, squisitamente politico. E, come politico, Bassolino ha riconosciuto pubblicamente le proprie responsabilità ,anche se, poi, non ne ha tratto fino in fondo le conseguenze come, forse, avrebbe dovuto. E vero che non è il solo ad averne avuto, ma ciò non attenua le sue responsabilità. Che sono quelle di non aver capito subito che, sui rifiuti in Campania ci si era infilati in un cul de sac, dal quale non se ne poteva uscire facilmente, perché il contratto, messo in atto - è bene ripeterlo- dalla Giunta regionale di Rastrelli di centro destra e fortemente voluto dai poteri forti centrali, lasciava in mani private gli interessi pubblici, anzi li subordinava a quelli dellazienda. Realizzare i CDR e i termovalorizzatori, come farli e con chi, comprare i suoli, ottenere le varie licenze e permessi, produrre le ecoballe - che restavano di proprietà dellazienda, erano compiti che poco si conciliavano con gli interessi collettivi. Senza pensare che il fine di ogni azienda è la massificazione degli utili e non certamente lattuazione di interessi pubblici. Il risultato, che doveva essere chiaro a tutti, già da dieci anni, e che oggi sotto gli occhi di tutti, grida vendetta al cospetto di Dio. I CDR fatti al risparmio e non a norma di sicurezza, le ecoballe che sono una schifezza e che nessuno vuole, i termovalorizzatori che sono ancora da fare, i cittadini che, di fronte a questo mangia mangia generale, sono giustamente indignati e cercano disperatamente di difendere il proprio territorio, la camorra che ha avuto mano libera, i politici, di ogni colore politico che hanno capeggiato tutte le proteste ma anche favorito attività che poi si sono rilevate truffaldine e chi più ne ha più ne metta. Ma non è tutto. Bassolino, che è un politico di qualità e di lungo corso, avrebbe dovuto capire, sin dallinizio, che aver affidato la gestione dei rifiuti ai tecnici, senza coinvolgere, responsabilizzandoli direttamente e al massimo grado gli amministratori locali, - è questo è un altro lato negativo del contratto- avrebbe creato maggiore conflittualità tra il potere amministrativo e quello politico, non contribuendo a risolvere i problemi ma a complicarli, come puntualmente è avvenuto. Bassolino, invece di impugnare subito il contratto, che poi è stato annullato cinque anni dopo, ha preferito gettare la spugna e mettersi da parte nella speranza di non essere colpito dalla bufera che tutti sapevano si sarebbe abbattuta sulla Campania. Naturalmente non è stato il solo a mettersi da parte e a stare a guardare. Anche il grande De Mita, in tutti questi anni, nei quali ha pure rivestito la carica di coordinatore della Margherita, uno dei due partiti che comandavano in Regione, ha preferito fare riflessioni sui grandi sistemi, e non sulle cose quotidiane pur predicando di continuo che il buon politico è quello che si attrezza, nel migliore dei modi, a risolvere i problemi della gente. E dietro Bassolino e De Mita, a ruota tutti gli altri. Bassolino ha ragione quando dice di essere stato il solo ad assumersi le proprie responsabilità, ma non è sufficiente. In democrazia chi sbaglia paga e, se rinviato a giudizio, deve farsi da parte per difendersi meglio per poi tornare a fare politica, se riconosciuto innocente. Questo è, se vogliamo, lunico limite che il politico ha, a fronte dei tanti privilegi. Anche per togliere dimbarazzo la Regione, che è costretta a costituirsi parte civile contro il proprio Presidente! E non parliamo della convenienza politica, in quanto la strumentalizzazione propagandistica dei partiti dellopposizione, in queste settimane di campagna elettorale, penalizzano il partito democratico che faticosamente sta mandando al Paese un messaggio di un modo nuovo di fare politica. Cè, infine, unultima ragione sulla convenienza delle dimissioni. I cittadini sono inferociti per questo stato di cose in Campania, soprattutto perché hanno perso la fiducia nella classe politica. Si è rotto il filo della fiducia tra cittadini e Istituzioni, tra amministrati ed amministratori, perché è venuta meno lattendibilità dellintera classe politica. Bisogna riconquistare la fiducia e ripristinare la credibilità. Con le dimissioni di Bassolino, altri responsabili dovrebbero uscire allo scoperto e questo sarebbe un chiaro segno di voler voltare pagina. Ci dispiace per luomo, ma le Istituzioni sono al di sopra e, soprattutto da noi, non vanno mai personalizzate! Presidente Bassolino non si arrocchi a difesa dellindifendibile, getti la spugna e moltissimi cittadini gliene saranno grati. Avrà tutto il tempo e le occasioni per risalire la china! Ora pensi solo al processo e a farsi assolvere! NINO LANZETTA
Mercoledì, 05 marzo 2008
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